480 MDXXV, DICEMBRE. 400 volunlà di la Cesarea Maestà di voler il castello, perchè i voi mandar uno in Spagna, eh’è di la caxa di Mayni. Et dice che il signor Antonio è contento i mandino per mar, e loro voriano mandar per terra per la Franza, nè fin a 1’ hora era fatta altra re-solutione, et che de questi tractamenti la Excellentia dii Ducha non sa cosa alcuna, perchè sta malissimo. 326 Item, che di zorno in zorno aspectano il Gran Can-zelier di Spagna. Item, dice el dillo mio messo, che quelli dii cast Ho pur enseno fuora et spiana li repari che fanno. Item, che essendo in una chiexia de San Seti.... alcuni zenlilhomini parlavano fra loro che ’I Senato havea mandalo a domandar alcuni danari al signor Antonio da Leva che la terra havea imprestato al marchexe di Pescara, per esser pass ito il termine che I’ havea tolto de restituirli. El qual signor Antonio li rispose, che ’I scriverà a la Cesarea Maestà et de quanto li sarà ordinato cussi faria. Et fra loro zenlilhomeni parlavano dicendo questa è la fede che osservano spagnoli; almanco veneliani quello prometleno alendeno, Iddio volesse che i passasseno Adda, che se vederia de bello. Et sentite che fra loro disse, che a Lion era zonto trenta some de danari. Item, scrive, per alcuni venuti da Cremona, dicono che quelli dii castello enseno ogni zorno a la gaiarda, et sempre portano qualche vie-lunria dentro. Item, riporta, Alexandro da Fano, che stava con il capilanio Maxinaia in Trigoli, che heri il ditto capitanio et il capilanio Aur spagnoli diceva che ditto Aur va a compagnar el corpo dii marchexe di Pescara a Napoli, et lui Maxenaia an-deria a Casalmazor, però che ’I giera sta svalisato alcuni sui cavalli lizieri dal signor Janin de Medici. El che tutti spagnoli stanno con paura. In Lodi lavorano a fortificarsi, et conduseno legname di rovere et fassine in castello. Nola. In le lettere di Crema, dì 14, hore 20. Quello scrive, li ha mandato a dir a bocca Abatis co-metendoli non lo nomini, ma scrive l’amico mio da Milan, et questo fa per bon rispetto. Et scrive che’l tien andarà a sguizari ; ma non sa certo et che stando lì, adviserà etc. Da Verona, del proveditor zeneral Pexaro, di 15, hore 5 di notte. Come, per riporto di uno suo ferier, quul mandoe mo’ terzo zorno a Milan, el qual partì de lì beri a hore 21, et ritornato, dice esser ussilo quel zorno di castello missier Scipion di la Tela venuto dal marchexe dii Guasto et signor Antonio da Leva a dolersi da parte dii si-326* gnor Ducha di la morte dii signor marchexe di Pescara, poiché avendoli permesso che Soa Excel’ lentia mandi a la Cesarea Maestà missier Zuan Tomaso dal Mayno per la via di la Pranza per terra con farli haver salvocondutto, et non 1’ havendo haulo, disse, che lui anderia per mar a la Cesarea Maestà e tien li sarà concesso. Dice che i fanno una trinzea di fuora a la banda dii zardin; ma quelli dii castello trazeno e li fa gran impedimento. Dice che li lanzinech è per levarsi e cussi li spagnoli, zonti che siano li fanti italiani che aspectano. Item, ditto Proveditor manda una lettera auta da uno homo d’arme di domino Marco Antonio da Marlinengo condutier nostro, qual è milanese, copiosa di no ve.Item, una lettera del signor Malatesta Baion da Urzi nuovi, di liozi, con summari di nove e avisi di Sonzin e Romanengo, che molto dubitano di nostri, e quanto era stà ditto al conte Alexandro Donado era con soa signoria da uno lì a Romanengo. Scrive, il signor Janes di Campofre-goso ha uno aviso, che l’arinada di Zenoa tornava in Spagna, zoè quella acompagnò il ducha di Barbon, el restava 4 galle di Zenoa. Il qual suo umilio, passalo per Alexandria di la paia, vele quella si atendeva a fortificar, et che in certa campagna vele morti in terra 5 spagnoli, Ira li qual intese era uno nepote dii ducha di Sessa. Item, scrivo esso Provedilor, che di le zente di Geradada non è allro; ma ben quelli spagnoli alozali presso a Roman hanno rolo le strade, el asaltato certi sub-dili nostri eremaschi, toltoli danari el alcune robe. II che inleso questo, esso Proveditor zeneral ha scritto a Milan dolendosi di lai cosa a quelli signori, et scritto a Zuan di Naldo vadi con li soi cavalli lizieri atorno vedendo di asegurar le strade, tuttavia con destro muodo. Scrive, si provedi di mandarli danari per poter compir di far la paga, acer-landò havemo una bellissima fanlaria. Riporto di uno partì da Milan. Come Dome-nega, fo a di 12, se reduseva da zerca 500 lio-meni artesani et borgesani con 6 zenlilhomini solamente in la chiexia de Carmeni senza esser comandati, e ivi fu proposto di le gran ruine di le caxe e incendii facevano questi lanzinech e spagnoli. Et che alcuni nobili et altri si reduseno in una ca-pella per far election di quattro, quali si dovesseno andar a doler a questi signori cesarei di danni fattoli per le zente e dovesseno levarli di la terra, atento che Zobia passata li haveano promesso di levarle. Et dice che in quello vene uno de li 600 di la Provision, qual li porlono una lettera di lo abbate di Nazara, che li comandava che andaseno loro di porla .... fuori a far menar in la terra