297 MDXXV, NOVEMBRE. 298 questo Sialo, ma più ancor la Francia, la quale ponilo pensare se si moverà conira lo Imperatore, lia-vendo Sua Maestà il re di Francia ne le man. Gli rispuose il signor Francesco Visconte, che era tra li altri di Milano in nome de la citarle, che gli rencresceva che sua excellentia non havesse lo intento suo per interesso della Cesarea Maestà, et che non fosse seguito uno bon accordo tra sua ex-cellentia et il signor Ducha, de che non potendosi far altro, gli raccomandava la diade et (non) man-dasseno a saccomano. El signor Marchese gli rispuose che manderebbe fuora il marchese dii Consto et il cnpilanio Joanne d’Urbino, et tutti queli che rilrovasseno andar a saccomano che gli apiccarebbeno. Apresso gli disse che intendeva farsi fama per la terra che voleva mandar fuora et confinare otto-198 cento e mille de li migliori de la terra ; che non era vero, perchè haveva sempre conosciuto, tutta la (era imperiale, et che più presto farebbe venir queli che sono fuora; prometendo ancor sua excellentia a la citade de non volersi impacciar in disiributione de offìcii, nè manco voler cavar dinari de essa citade, dicendo che lo Irriperator non ha bisogno di soi danari, pregando bene essa citade non haver molesto di quanto fanno sforcialamente essi imperiali in nome de la Cesarea Maestà. Et così essi imperiali al presente, che sono bore 20, sono in fallo nel principio del assedio del predetto castelo, ove ritrovandosi alcuni spagnoli suso la piaza del caslelo, et di queli del castelo ancora, sono stali amazali due spagnoli et alcuni feriti, et tutti li spagnoli da un canto et li lanzchenech da l’altro sono in battaglia et cominciano il ballo a suono di archibusi; et se quelo che ha promesso il signor Marchese a qudi magistrati in nome de la città gli sarà atteso, forse che la terra non si moverà. Di qua se intende che ’I signor ducha di Ferrara ritorna indreto, non potendo bavere salvocondullo da madama la Rezente. 1991) A dì 17. La malina non fu alcuna lettera da conto, el in questa mattina fo principiato il loto di sier Zuan Zane e fradeli fo di sier Andrea per ducali 24 milia, nel qual se include peze 1000 di ca-risee per ducati 12 milia et ducali 12 milia di contadi, boletini numerò 1440, che sono a 12 per 100, et fo bulado a stampa. Li qual haveno licenlia di farlo dal Consiglio di X con la Zonta. (1) La carta 198' è bianca, Da poi d:snar fo Pregadi, per materie importantissime, risponder a li oratori francesi e scriver a Roma, et fo letto, redulo il Pregadi, solum queste do lettere : Di Damasco, di sier Alexandro Pixani consolo, di 5 Settembrio. Come, hessendo venuto lì il magnifico Imbrain bassa per tornar a Constan-tinopoli, hessendo lui anialato, fo electi do merca- danti, sier Vicenzo Pixani qu. sier.....et sier Andrea Morexini qu. sier Baplista, quali dimandono alcuni mandali eie., et lui Consolo, licet indisposto, andò da soa signoria el ohtene quello el volse, e fo vestilo di una caxaca d’ oro con gran houor di la nazion, che tutti si meraviglioe; al qual fo fatto presenti, el li fece oplima ciera. Et manda la copia di mandali ohlenuti; sicliè li Consoli vegnirano, non haverauo più li fastidii ha haulo lui. L’è vero che zerca fi metter li arzenti in zeca non ha voluto im-pazarsi, dicendo loca al deferder, el qual da questi hebrei di zeca era slà ben subornalo con presenti, unde etiam nostri li apresenloe et olitene che al-men li mercadanli de la nation nostra non fosseno astretti a dar li arzenti, eie. El in sprze e in presenti hanno spexo da ducali 10 milia et di Irata non bara per 7000; sichè li Proveditori di colimo pro-vedino. Poi ha trovà al suo zonzer de lì il cotiirio debito ducati 31 milia, et per francarlo è slà man-dà robe e non si poi vender,sichè le usure corono; però si provedi a questi e quelli dieno pagar li do per 100 pagino, sicome diffuse scrive a li Proveditori di colimo. La copia di qual capitoli saranno scritti qui avanti. Di sirr Hironimo da Cdnal capitario dii 199* Golfo, date a Cataro, a dì 9 Octubrio. Come è stato a Cao di Zerclii per dar favor ad alcune barche di Chioza et altre veneno lì a cargar forrneiili, acciò non fosseno molestale, et havendo inteso a Castelnovo esser venuto i! sanzaco, el par turchi di Durazo habbino fatto sora Narenta a una marzi-liana di Caodislria, con dir voltano zercar contra-bandi, haveano morti alcuni homini di essa mar-ziliana, per il che ha scritto al cadì di Dunzi dolendosi di questo, et al Bailo nostro di Costantinopoli. Item, tornato verso Cataro mandò a visitar per il suo scalco il sanzaco lì a Caslelnuovo, qual ringratiò et si offerse. El poi intrato in le materie e disputation, vene lettere di le post« di Milan, Crema el Verona, zoe ; Di Verona, dii Proveditor generai, di 16, Jiore 4. Come, per il ritorno di uno suo, qual mandò questi zorni a Milano per intender di quelle oc-