409 MDXXV. DICEMBRE. 410 tor, date in Augusta, a dì 29. Come liozi, poi pranzo, erano venuti da lui do per nome dii Serenissimo, tra li qual uno nepole di lo episcopo di Trento, a dirli Soa Maestà havia haulo lettere da li Rezenti e Conseio de Yspruch, che lo avisava, che 400 villani di quelli stati in la sedition erano venuti in le nostre terre, pregando volesse scriver a la Signoria nostra fosseno licentiati. Al che esso orator li disse queslo non credeva iusse per haver, per lettere haute di la Signoria, come era slà scritto e invertirli tutti li rectori di queslo, pur scriverla. Scrive, a questa dieta che si dovea far ancora non è venuto alcun principe. Tien starano poco, poi vegnirano il Serenissimo e lui con Soa Maestà verso Yspruch ; nè etiam la liga di le terre franche è risolta. Fono ìecti alcuni avisi di Spagna copiosi, dii Soardin orator dii marchexe di Mantoa, di 24 Octubrio, et 4 Novembrio. Item, di Milan. Zerca il slar in extremis dii Pescara. Et di primo. Come era zonto li a Milan il nontio cesareo nominalo Michiel Herera quel zorno, et era partilo per Roma. Li qual avisi, polendo haverli, qui farò nota. Da poi, sier Marco Antonio Venier el dotor venuto orator di Milan, qual era in Pregadi, perchè el poi venir poi tornato di la sua legalion fino primo Octubrio proximo non melando ballota, andoe in renga et fece la sua relalione, et compila, il su-mario di la qual scriverò qui avanti, il Serenissimo lo laudoe molto, el olirà disse eli’ era di advertir a le presente occorrentie eie. In queslo Pregadi, fo letto avisi di Mantoa, di ‘24 Oelubrio el 4 Novembrio hauti da Toledo, dii suo Soardin, con alcuni avisi di le cose di la India. La copia sarà qui avanti. Fo letto una lettera di Baffael Balazolo, data a Bergamo, a dì idtimo Novembrio, dri-zata a l’ orator di Milan domino Francesco Taverna, è qui. Avisa come è venuto fuora dii castello uno zentilomo dii Ducha nominato Zuau Ludovico Boso, qual dice dii bori animo dii Ducha a lenirsi, e si raccomanda a la Illustrissima Signoria. Perhò li scrive, lui Oralor legni ben edificato queslo Illustrissimo Dominio da sua parte ; el qual va a Modena poi a Venelia. 277 B>a Boma, dii Poscari orator, di 27 Novembrio, fo letto lettere. Come, solecitando li capitoli de la liga, andò dal Dalario. Soa signoria disse era su quelli cerla diffìcullà, unde parlò al Papa. Soa santità li disse bisognava riformar tre capitoli, uno dii dominio di Zenoa e Franza, l’altro di 100 milia ducali voi quella Maestà a l’anno dii Reame, il terzo la cauzion darà li danari che ’I promette dar per la guerra si farà. Et che ’I signor Alberto da Carpi dice che per li do mexi primi li darà contadi, e dii terzo darà cauzion. L’ Orator disse, bisognava expedii^, el di le 13 galie loca dar la Signoria nostra non è tempo di mandarle di là in ponente, perchè non fo mai galle sotil. 11 Papa, sopra queslo disse si ronzerà lai capitolo. Scrive altri coloqui hauti col Papa, qual conclusesi vederia di conzar li capiloli. Parlò poi a l’arzivescovo di Capua, el qual li disse Cesure sarà monarca, però il Papa e la Signoria si doveria acordar con lui. Scrive ha inteso, manca in el far di la liga si trala da fiorentini, che non sentono di farla, e Ire di prima non voi si concludi, perchè dubitano de l’Imperador. Scrive haver parlato al signor Alberto solicilando la condii-sion, el qual dia andar doman dal Papa stando ben, che sperava pur di potervi andar, dicendo vede in queslo il Papa va drelamente. Dii ditto, di 29. Come il Datario li havia dillo liozi el signor Alberto fo fin 3 bore di note col Papa heri. e da poi esso Oralor vi andò e scrive colo-quii hauti col Papa, qual li disse si troverà modo di adalarli capitoli, e che ’I spetaria volenliera quel zenlilhomo di l’Imperator, che vien qui per veder quello riporla. Esso Orator li disse non è tempo di aspettar più. Il Papa disse : Si Cesare lasasse il ducha di Milan in Slado, levasse le zenle, la Signoria non li daria quelli danari li ha promesso per far lo accordo con Soa Maestà? » Esso Oralor disse: Pater sancte che voi far Vostra Beatitudine? Li rispose: » Non son por non far la liga corv Franza. Fin 3, o 4 zorni si adalerà li capitoli col signor Alberto; è bon mandarli in Franza e non li solloscriver se prima la Franza non contenta. F,l signor Alberto voria li 277* sottoscrivessimo, e li lenissimo apresso de nui e mandarli la copia in Franza, dicendo è mal legarsi prima. Parlò poi esso Oralor col signor Alberto, qual li disse esser stalo col Papa e fin 4 zorni saremo chiari di Soa Santità, e che formerà li capitoli Ila parlà etiam col signor Vitello dii modo qual è andà a Fiorenza per veder eie. E il Papa li disse, che 1’ aspectava da Fiorenza il voler loro di esser in la liga, per il che spera haver da Fiorenza, Mitrando in la liga ducati 150 milia, e di Roma ne bavera ducali 100 milia e non più, benché il Cardinal Armelino li diga che ’1 troverà danari. Parlò poi esso Orator col Datario, qual li disse leva il lullo per ultimar la cosa, ma è hitrigato e vede, che ’1