807 MDXXVI, FEBBRAIO. 808 539 5401) foreslieri e quelli sono Cuora dii castelo a servicio dii Dttca, li danno termine uno mexe ad apresentarsi. Scrive, è sta visto Zuan Anzolo Galera casle-lano. Il marchese dii Vasto va a Vegevene, poi in Aste per veder quelle compagnie di fanti sono de li eie. Da Bergamo, di reofori, di 7. Come, per lettere di mlssier Zuan di Naldo di eri, habbiamo, per il riporlo di uno suo mandalo a Milano le infrascale parole. Ho mandato uno de li mei a Milano per intender la verità di la nova se diceva di la pace fatta fra Cesare et il re di Franza, qual è homo che ha inzegno ; e siando lui in casa dii signor marchese dii Guasto, dice che ’1 signor Marchese si voltò con-tra pur assai gentilhomeni che era lì, digando : « per certo molto mi meraviglio che non havemo nova da la corte esser facto tal apontamento fra lo Impera-tor et il re di Franza, e che nui non habbiamo nova se non per la via di Franza ; ma monsignor di Bar-bon porterà il tutto n qual disse aspectarsi a otto dì de quaresema. Ancora dice, che ’1 disse che lo Impe-ralor facea armar a Napoli da 9 in IO galee, et in Spagna ne faceva armar 15 apresso quelle che ha in ordine, et che loro stanno in feste e non atendeno se non a dame. Item, habbiamo, per altra via, da Milano, che el levarsi di la guardia dii castelo è zanza, nè manco è vero di la venuta di francesi, nè che sguizari nè altre genie se moveno insino questa bora, et più è opinione che Ferandino sia per esser signor di Milano ; et che Barhon vien per gubernalor de qui. A dì 13, Marti di carlevar. Vene in Colegio sier Marin (Santo?) Moroel dottor, venuto podestà di Chioza, in loco dii qual andoe Domenega sier Marco Vendramin, qual fece una bella intra da. Era vestilo diio sier Sanlodi veludo negro fodrà di lovi, e referite di quelle occorrente di Chioza e di la fa-brica dii palazo fala per lui senza spexa di la Signoria, et come havia fato taiar la lesta overo discopar e squartar queli tristi amazono 1’ hosto di Fosson etc., et mancava farmorir-il prete, qual era in compagnia, perchè quel vescovo........ Di Crema, dii Podestà et capitanio di. . . Di Bergamo, di reofori, di 10, Inore ... Come, per domino Vincenlio di Olivieri et domino (i) La carta 539 * è bianca. Zuan da Morlara, partiti questa malina da Milan con l’ordine havevamo ehe occorsa cosa di momento ne la portasse, parlirnoad hore 15; ma zonti di notte, cussi tardali per necessità, ne è sta porlata la copia de una crida falla per li signori cesarei in Milano. E più olirà riferiscono, che olirà la soprascrita crida fatta Zobia passata, beri malina ancora ne feceno una allra che aleuno non si aproximasse a li basiioni el repari del castelo, salvo li deputali ad essa guardia, sotto pena di esser morto impune, el de rebelión et confìscation di soi beni. Item, che ’I signor marchese dii Guasto andò beri fuor di Milano a ore 18 cum una gran cavalcata, qual se diceva che andavano in Aste, et la causa esser perchè horarnai la banda de la fanlaria italiana che se atrova in aslesa-na comenzavano far disordine contra la Maeslà Cesarea. Item, eri, per odila di homiui da bene et mercadanli in Milano, se disse che queli dii caslello mandorono fuora un tamburino qual vene su li bastioni de la guardia dii castelo, et fece una crida, dicendo che quelli che erano a la guardia di dillo castelo se levasseno in termine de 4 giorni da ditta guardia sotto pena di la desgratia di la Maestà Cesarea et di la Excellenlia dii Duca; et non levándose di dilla guardia, li sarà fatto il peggio che se li potrà fare ; et che el dì medesimo di heri per fornir la berla, deteno fuora dii castelo a scaramuzar el ama-zorono 3 o 4 homini. Item, che milanesi hanno etiam loro di la pace per la via de Franza ; che el conte Francesco de la Somaglia ha scriplo a sua madre in Milano come la pace era mandala dal Cristianissimo re in Franza, non però che la sia confirmala in Franza dal Consiglio. Item, dicono etiam essi doi, che heri venero do da Ivrea quali dicono che de sguizari non inlendesi alcun movimento. Item, che in Pavia fanno de gran provisione, et sul territorio comandano cari et homeni assai per servilio de quanto operano in Pavia pur cerca li repari, et fano menar dentro vituarie assai. Questa è la copia di la crida. Havendo consideralo et conosciuto li illustrissimi et excellentissimi signori el signor Alfonso de Avalos de Aquilo marchese dii Vasto et signor Antonio da Leva capilanii et locolenenti generali in Italia de la Maeslà Cesarea et del Stalo de Milano gubernalori per la prefata Maestà, quanti inconvenienti produca la stantia et residentia qual fanno nel castello de Milano molli subdili de questo imperiai