879 MDXXVI, FEBBRAIO. 880 ve il eavalier Bia a uno suo parente qua, qual dice di le cose dii signor duca di Milano passano bene mercè di la Cesarea Maestà, et che presto ha da giongere il Gran eanzelliero che di ciò sarà exe-cutore. Se ha inteso, per lettere di Genova, che il signor duca di Borbone ha da venire per mare sopra le galee di Genova, quale pur sono ivi et converano esser mandate et non sano quando ; et concludeno questi signori che ’1 non possi gionger di queste molte septimane, et forsi mesi, per esser hor ne li tempi più pericolosi dii navicare. Credo ben che ivi sia alcuno che nomini la sua venula et che monstri desiderarla. Già duo dì uscirno di castello forsi 200 homini armali et ben in ordine quali amazorno forsi 70 lanzchenechi, per quanto intendo, e( uno capitanio di essi, et credo che allora fusse quando che furno mandate dentro letere di Spagna. Ex litteris domini Jacobi deJJappo, datis Me-diolani die 22 Februarii 1526. Voslra Excellenlia saperà, che beri sera a notte gionse Bartolomeo de Tassis da la corte con la re-solutione di la pace tra il Catholico et il Christianis-simo,con la forma de li capitoli che sono in senlen-tia come li altri, se non che dove el dice che la Maestà dii Re sia tenuta dar tante lanze, fanti et galee ala Maestà de lo Imperatore per lasuacoronatione in Italia, vi aggionge che vole la Maestà Cesarea segurtà dal Christianissimo di 300 milia ducati da essergli pagati ogni volta che la Maestà del Re gli mancasse, o per non voler o per non potere de dargli la prefata armata da mare et da terra secondo la promessa ut su-pra. Ne li prefati capitoli se fa mentione in alcun loco dii signor Federico Gonzaga, che dicono da Bozolo. Vi è ancor un altro capitolo, che la prefata pace esser offensiva et difensiva : offensiva a li infedeli, difensiva da qualunque intendesse a la prefata pace con* travenire. Se intende per il medemo Bartolameo de Tassis, che ’1 signor duca de Borbon vien per mare; qual debbe partir doi dì dopo lui che parti a li 9 dii presente. È venuto a questi signori un mandalo dal signor duca di Savoia a dimandarli 2000 fanti et 400 cavalli per deffendere Genevra a cui svizari minaciano; ma questi signori non gli volgiono dare,. per quanto se intende. Questi signori instano la terra ad iurar fedeltà, et vorebbeno che tal iuramentO fusse il giorno de l’annuale della giornata che sarà a li 24 dii presente; ma per quanto intendo io de alcuni de li prefati che vi hanno ad intervenire, tal iuramento non si fara quel dì nè così presto, se ’1 si farà. Li prefali di la terra sono per mandare un suo a la corte, et questi signori imperiali uno seco. El signor marchese dal Guasto è gionto questa sera al lardo. Si crede che dimane se publicherà la pace tra il Cattolico e il Christianissimo, de la quale questi signori sono avisali. Parte di le lelere che vengono di Spagna sono del eavalier Bia drile ad uno suo fradelo et un suo genero, quali dicono havere bone nove da esso. De le cose del signor duca de Milano non so come la sia. Ex litteris eiusdem, diei 2é Februarii. Voslra Excellenlia saperà, che hoggi si è cantata una messa solenne in domo da poi fatta el ivi reduta la processione di lutto il clero di Milano con diverse sorte di musiche, videlicet organi, trombe, el tromboni, piffari, cornetti et voce humane. La prefata 586 * chiesa era assai ben adornata de lapezarie et de argenti el zoie nel proprio aliare, sopra il quale hanno posto tre ajjme, quella del Papa dal lato destro, quella de la comunità de Milano da l’altro et quella dello Imperatore in meggio. Vi erano il signor Antonio di Leva, el signor marchexe dal Guasto, el signor nunlio apostolico, videlicet domino Bernardin da la Barba, Lopes Urtado, el signor abate di Nazara et io assetali nel medemo prefalo ordine. Li altri ambasatori pur erano in chiesa ; ma lo apparato de la banca non era più capaze, et io lassai seder li altri prefali prima che ivi andassi ; ma fui fallo chiamar dal signor Marchese ad seder ut supra. Nella prefala missa,da poi dillo lo evangelio, salì un uomo in pulpito nominato missier Gualtiero Corbella milanese lector di greco excellente in Pavia, quale recitò una oratione per esso composta ad rcquisilione de questi signori imperiali, per nolificalione et pub-blicatione de la pace. Queste doe sere passate si è fatto falò in piazza del Domo et a porta Tosa, come scrissi ne 1’ altra mia a Vostra Excellentia ; si è tirato gran schiopet-laria per la terra et in castelo ancora ; et alcuni mi hanno ditto haver udito tirar schioppetaria in castelo el far festa sopra li muri de canti e soni de pive et piffari cridando : « Imperio, Imperio i> e « Duca, Duca ; j> ma alegreze di foco non hanno già fatto, per quanto io ho inteso et visto. Questi signori, hoggi o dimani spazano in Spf-gna. Vostra Excellenlia saperà che la Cesarea Maestà ha donato al prefalo signor Marchese il ducato di Sora, et di Carpi non si parla già ; nè si crede et manco non si spera, benché Joanni Baptista Gaslaldio