241 MDXXV, NOVEMBRE. m consentire. Scrive, ne è voce che voleno serare il castello et il marchexe di Tescara ha mandato il conte Zuan Battista da Lodron a far che li lanzinech sono a Biagrassa, che sono numero 1500, vengano in Milano, et con lui è andato il signor abbate di Nastra per darge alcuni danari a ditti lanzinechi; sichè queste cose di qui si trovano in tal termini-155’ Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 8, liore 22. Manda li infrascritti reporti et avisi, et prima, a dì 7 Novembrio a hore 24, riporlo di uno che non voi esser mentoato, che parli heri a dì 6 da Milan, et è venuto a trovar messer Simion de Vil-mercà, habita in Crema, Dice haver habuto da uno homo grande de Milano, che il marchese da Pescara ha rechieslo el castello al duca de Milano per la conservalion de 1’ exercito cesareo; il qual li ha risposto che non voi darli il castello perchè el non è a proposito di lo exercito, ma che l’è a proposito che ditto castello slia ne le man di esso Duca, che è meglio che in altra persona; e fatta tal risposta, che fu la Domenica passata a dì 5, se fece portar ne la piaza dii castello, et fece far la mostra de le fan-tarie sue, et vetc la bona oppinion de li capitanei et de (soldati) li quali dicevano che voleano viver et morir ne li servici dii Duca. Et poi fo fatto sbarar de le artellarie dii castello ; de la qual cosa spagnoli sle-teno suspesi. El Marchese predillo protestò al Duca, che se in termine di 4 zorni el nou daseva el castello, che '1 se leneria per rebello de lo Imperatore, el qual fu ozi, et che ’1 Duca li rispose che non li voleva dar il castello se non haveva il special mandato da l’Imperatore. Et che certo se tien, se el ve-gnirà mandalo, che non lo darà, et perché sua signoria dice voler morir nel castello. Quando spagnoli introrno in Milano, la prima cosa che feceno preseno il domo per aver il campano in sua libertà. Dice etiam, che ’1 populo conira spagnoli è mal disposto, et quando havesseno soccorso fariano gran novità per tenirse con el Duca, el se tiene che non dando dillo castello nel termine, che i ponerano l’assedio, et dicesi che tutto lo exercito vegnirà a Milano. A dì 8 ditto. Riporto di uno mandato per esso Podestà ad intender li andamenti yspani, che sono in Geradada. Referisse che heri a dì 7 el se 156 levò una bandiera de spagnoli che era alozata a Antignate, el passò Serio andando verso Agnadello per andar verso Milano. Diceva, poco da poi ritornò al predetto alozamento. Heri fo fatta una crida a Lodi, che tutti i fanti vendesseno i soi cavalli et bagaie, et che a Romano, loco nostro sul bergamasco, Luni et Marti i Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL. spagnoli hanno venduto molti cavalli. Heri zonse una lettera a li gubcrr.alori di Lodi dii marchese da Pescara, el qual li richiedeva scudi 2000. Per alcuni venuti da Cremona heri et ozi, riportano che il castellano tira a li lanzinechi che sono ne la terra et offendono li dilli che serano il castello, et fino hora ne ha morto fino 60, el a lor dispetto vengono fora et menano le villuarie dentro. Riporla etiam uno altro, che hozi una bandiera si levò da Covo et andò a Mozanega, et poco da poi quella ritornò a lo alozamenlo suo. Da Milan, di 7, hore 4. Olirà quello ho scrilo di sopra, in le publiche è questo aviso. 11 signor marchese di Pescara ha scritto a li daziari di Cremona che scuodano li dacii e legnano conto separalo, et poi li ordinerà quanto harano a far di danari, et è venuto qui dal Duca il primo datiaro a protestar eie. lì Duca li ha risposto che loro fa-zino quanlo voi esso signor Marchexe. Scrive, questa sera il Duca mandò a chiamare in castello el suo secretario Domenego Vendramin, qual andato li disse, come Lopez Urtado era stalo a lui a persuaderlo etc., et che tulio si feva a bon fin. Soa Excellentia li havia risposto non voleva, dicendo quanlo è in la risposta in scrittura; per il che esso Duca havia voluto far intender il lutto, aziò si avisi la Signoria Illustrissima nostra, di la qual è bon servilor, e si ricomanda pregandola a non mancare di darli favor, perchè l’é per mantenersi al lutto fino averà un pan da viver; et che li cesarei voleno far una cava, ma vederà non la fa-zino. Item, manda una lettera al suo orator di qui, pregando la si dagi in man propria etc. Di Verona, dii Froveditor generai, di 9, 156* hore 3 di notte. Come lo episcopo di Baius orator di Pranza, venuto lì è stalo a sua visitation. Li disse aver auto lettore da Lion di madama la Re-zente, quale erano in zifra e tuttavia si cavava la zifra, nè sa la conlinenlia di quelle, qual ha porta uno zenlilomo francese il qual dia ritornar con la risposta a Lion ; el qual Baius vien a Venetia e disse di la gran disposilion di la Franza a unirse con la Italia etc. Copia di una lettera mandata in castello 157 al signor duca de Milan, scrita per uno frate. Illustrissime et excellentissime Princeps, domine et patrone mi unice ,semper observandissime. Nunquam in eadem versipelli stai opinione, ideo Pischaria qui exeogitavit conventa preponere, 16