543 MDXXV, DICEMBRE. 544 terra in termine di tre hore, et poco da poi co-menzorono a dar a le arme, et queli di la terra co-menzorono a cridar: « carne, carne », adeo che alcuni che erano desmonlati forno taiati a pezi, et il resto scamporono fino a Corezelli loco dii par-mesan. Da Milano, per alcuni mercadanli venuti in questa terra di Crema, mi ha rifferto che heri queli dii castelo insiteno et feceno una grossa sca-rainuza cum li lanzinech,et molti di queli ne hanno morii. Dice etiam, che ’1 signor Antonio da Leva è amaialo, et per Milano se diceva star grieve. Scrive, questi spagnoli, che sono in la Geradada, se vanno mudando ile alozamenti, et questo fanno per far trazer queli dove alozano. Di Verona, dii Proveditor generai Pexaro, l) di 27, hore 4 di notte. Come manda alcuni avisi. Et di Cremona, per uno che parli heri, dice li lanzi-neeh volevano levarsi, et erano sia inlerlenuli da quelli di la terra aziò non vengi li fanti spagnoli dentro. Et che intendendo li lanzinech che alcune vicluarie erano conditile su cavali nel castelo, dilli lanzinech ussirono fuora, et queli di le vicluarie si tirono sotto il castelo et da le arlelarie dii caslelo fono defesi, el pur poi introrono dentro. Item, dice che le do bandiere di spagnoli che voleano mirar in la terra non fono admesse a inlrar, el erano alo-zale sul cremonese. Dice, li lanzinech atlendeno pur a serar il caslelo etc. Scrive esso Provedilor, come a Brexa fece butar 30 pezi di arti laria, qual provali tutti à venuti ben da una in fuora, che si ha resentito. Item, scrive, per avisi ha di Milan, spagnoli voleuo 6 page; et altre particulurilà, ut in litteris. Dii conte Alexandro Donado, da Crema, di 26, hore 24, al Proveditor generai preditto. Come heri vene de li uno di la compagnia dii conte di Potenlia, eh’ é alozata a . . . . con il qual disnoe. El rasonando li disse, che li cesarei mollo dubitano di le zente di la Signoria, et che hanno il Papa con loro. E lui li rispose non è da dubitar, per haver bona paxe con l’Imperador. Item, per una allra lederà di 26, dii dillo, scrive per uno suo venuto di Milan ha aviso, queli dii castelo heri ussi-leno fora, el fono a le man con spagnoli di quali ne amazono . . . . El che spagnoli voleno danari domandando 6 page. El che il marchexe del Guasto promesse darli danari presto, dicendo esser zonli a Zenoa bon numero di danari mandali da l’Impera-lor, quali zonli de lì li daranno. Dice il signor Antonio da Leva sla mal el è lutto perso de una bauli) La carta 365 è bianca. ila. Da Cremona ha aviso, queli non voleno che li fanli spagnoli inlrino dentro. Item, dice che stavano con paura, e alcuni disseno il Papa è con nui ; ma havemo paura de venetiani. Di Austria, di sier Carlo Contarmi ora- 364 tor, date in Augusta a dì 23 di questo. Come de li trattamenti di la dieta dii paese, questo Serenissimo ha convocato tulli di essa dieia, usandoli quele parole li parse, tandem li ha dimandato fiorini C00 milia a l’anno per anni 6. El dice per poter recuperar il suo Stalo, che è impegnato, el fortificar li lochi soi rispetto a infìdeli. Loro hanno tolto tempo a risponderli, et li hanno promesso a l’incontro, che al lullo voleno che Sua Altezza removi dal suo governo et Conseglio el conte Salamanca, et tulli queli che non sono antiqui el nobeli di la Germania, et che ’I deputi uno tesorier per cadauna provincia qual scuodi ludi li danari, et sia obligato mostrar li sui conti al suo successor, ogni anno da esser eleclo. Questo Serenissimo ha tolto tempo ancor lui, ta-men iudica, et cussi ha inteso, che esso Archiduca avanti la sua richiesta si contenterà di fiorini GUO milia in tulio in anni 6, che sarà p ico a tanto paese. Il conte Salamanca non resta per ogni via possibile a cercar di placar tulli, aziò si removiuo de la opinione che i hanno conira de lui. Qui si aspeta el reverendissimo Cardinal de Salzpurch, et dicesi che li principi di Germania tentano far una allra lig:ucome è quela di Svevia ; il che lui non la crede per esser questo Serenissiimo et il reverendissimo Cardinal predillo in quela liga di Svevia. Di Spagna, di sier Andrea Navaier orator 364* nostro, più lettere da Toledo, di 17, 24, ultimo Novembrio, tenute fin primo di V instante et di 6 di questo. Il sumario di le qual è questo : Scrive, in la prima di 17, come a dì 15 arivóde lì lo illustrissimo ducha di Barbon. Li andoe conlta per honorarlo, qual li fece graia ciera, et scrive coloquii hauti insieme. Qual si offerisse mollo per la Signoria nostra, e li dimandò a quelo si era di l’accordo, e lui Orator li disse quanto havia. El la Cesarea Maestà con gran pioza li vene coulra fuora di la terra, et zonlo, esso Ducha, smontò da cavalo non volendo Cesare, el li basò la mano. Poi mirati insieme in la terra, smontò al palazo di Cesare dove stato alquanto, poi andò a l’habitalion dove li fu preparato; sichè li està fallo grandissimo honor. Scrive, il Gran Canzelier era amaialo di gode. Et che spesso lo visitava, el scrive coloquii bauli insieme. Et havendo liaulo le nostre ledere con la risposta falla al prolonotario Carazolo et il Sanzes