217 MDXXV, NOVEMBRE. 218 140 Risposta dii signor marchese di Pescara a la risposta dell’ illustrissimo signor ducha de Milano, facta alle petizioni di epso signor Marchese. Havenda tanti dì et mexi, come forsi Vostra Excellentia se ricorderà, inteso le pratiche de Italia, tanto importante et tale come erano, et barandone advisato Sua Maestà Cesarea da chi teneva libertà et ordine de assecurarmi come me pareva conveniente a suo serVitio, io ho sempre differto, tenendo il desiderio che doveva de vederle sedate et rimediate per altra via ; el che se posseva sperare de la bonità et animo incomutabile de Sua Maestà al ben et quiete de tutta Italia. Ultimamente, essendo le cose tanto inante che nè più difettane comportavano, nè senza evidente pericolo del servitio di Sua Maestà el chiara colpa de questi signori, che qua lo serveno, et mia, non se possiano differire de remediare, fui forzato de haver la persona de Hironimo Morone come principale autore et negociatore de queste pratiche, et quella parte dii Stado che ne parea senza scandalo posserse pigliare, mandando ad Vostra Excellentia il reverendo abbate de Naggera a supplicarli quelle cose, con le quali pensava poter assecurare lo neCeS' Sario almeno per el servitio de Sua Maestà, tenendo maggior fede in che cessasseno le pratiche, visto che ’I fondamento da per sè mancava che in nissu-na altra cosa. Vedendo poi che per questo li signori venitiani non lassavano de reforzare el cressere in grosso numero suo exercito, et che alcuni capitani in le terre de Santa Chiexia non lassano ancora de fare gente, et che sebene si pensa che sia a botìo, non lassa de dare suspecto ragionevole, et che de grisoni sono a due zornate del Stato, 5, o 6 milia homini, et che le pratiche de svizeri et Franza non cessano, et essendo informato dà molle persone che è de casa de Vostra Excellentia propria, dicono noh li mancarà soccorso da le diete polentie et da Fran-140* za, mi parse cum el medemo reverendo abbate de Naggiara, per le soprascritte nove cause, de novo rechiedere a Vostra Excellentia il castello di Cremona, securità di questo de Milano, dove per stare sua persona non mi pareva visto domandare più, et che Gioanne Angelo Rizio suo secretano, come conscio de tutte le sopradicle pratiche se me consigliasse in nome de Sua Maestà, el così ancora Polivano, el qual già slava assecurato da me in nome d’epsa Maestà, Ad questo, per il magnifico France- sco Visconte, presente molli altri zentilotìfrèni de questa città. Vostra Excellentia mi ha fatto rispondere, et dar per scriplo le sotto scriple parole,, (£oè la risposta del Ducha notata avanti, et seguita la risposta del ditto signor Marchese). Al che rispondendo dico, che Seben per la reverènti» che ragionevolmente debbo tenere a Vostra Excellentia fin qua non ho parla'0 de simile sorte, forzuto dalla necessità et da che se cognosca che non senza causa se dimandava il soprascritto et se dimanderà quelle che de sotto se contenirà, Dico che, sapendo io per proprie lelere de Domenico Sauli che negotiava in Roma per Vostra Excellentia quanto interamente offerse in beneficio de questa futura liga, la quale haveva a contenere la liberatone de Italia da tulli li barbari elpraeci-pue de questo exercito de Sua Maestà, alche Franga doveva adiutare cum gente et dinari et svizeri pagati cum epse intervenire, offerse a Sua Beatitudine la persona, il Stato et là vuluntà de Vostra Excellentia; sapendo io per Hironimo Morone quanto ili questa materia se sia tracio lo et tutto affir-mando cum ordine de Vostra Excellentia, el sapendo finalmente alcuna cosa più che Vostra Excellen-tia sapia, non posso ragionevolmente stare senza suspecto de Sua persona et volutila, per il che, vo‘ lendo solo adomandàre el necessario, così perchè se cognoSca l’animo de Sua Maestà in le actiolie de sui ministri, come perchè più non se cerca* mi è parso redure le mie domande a queste che dirò, et che per tutte quelle vie et forme che sé pò rechiedo a Vostra Excellentia in nome di Sua Maestà, el su-pllco de la mia, protestandone che non per mia voluntà, ma per non posser più quando questo se niegi, serò sforzato procedere a quello che mi parerà 141 Che convenga per servitio de Sua Maestà el sècUrità del suo exercito. Domandase a Vostra Excellentia, poi che non li pare de dare el castello di Cremona in poter di altro sino ad ordine di Sua Maestà, che facia che ’1 proprio castellano iura et prometta in mia man flleltà ad Sua Maestà, e che in ogni occor-rentia per suo servitio farà quello che per me li sarà ordinato, el de questo il dicto castellano dia per obslagi quelle persone de suo legnagio che io li domanderò. Et perché Vostra Ecxellentia se trova nel castello de Milano et non li pare che altro se possa mettere dentro, tenga per bené che lo seramo, ad talché in quale se voglia tempo non possiamo reci-pere damno, essendo la determinatici) de questi signori che qua si trovano et mia in omlie evento