473 MDXXV, DICEMBRE. 474 316») Di Roma, di V Orator, di 9. Come era stalo dal Papa, qual li disse non faria alcuna cosa senza saputa di la Signoria nostra, et ringraziando Sua Santità di questo et letoli sumari di Spagna. Scrive, quel zenlilhomo venulo da Cesare zonse qui mo’ quarto zoruo. El zorno seguente fo dal Papa et li usò parole zeneral, dicendo che non liavea tratto la zifra di la soa commission, et poi ozi è sialo dal Papa insieme al duca di Sessa e l’arzivescovo di Capila, e sono stali per Ire hore insieme: poi ussiti, lui Ora-tor inlrò dal Papa. Soa Santità li disse quel zentilo-mo averli portà una lellera de l’lmperaior mollo humana, e li capitoli tralati in Spagna col reverendissimo Cardinal Sai viali legalo, videlicet: Voi dar a Soa Beatitudine Rezo e Rubiera haveudo ducati 100 milia. Item, levar le zelile di Lombardia, lassar il duca de Milan in Stato ; far armata contra infìdeli, perchè Soa Maestà liavea inleso turchi con armata voleva invader la Sicilia. Item, acor.larsi con la Signoria si quella voi intrar in la liga. Unde il Papa disse : « Domine Oraior, che vi par? volendo levar le zenle e lassar il Duca in Sialo è da far lo accordo ». Poi Soa Santità disse: « il capitolo di darne Rezo e Rubiera non è chiaro, bisogna dechiaration. Li oratori cesarei dicono non haver commission di mover li capitoli, sichè bisognerà scriver in Spagna di questo». Scrive, l’arzivescovo di Capua è mollo elevalo, e dice sarà l’acordo dii Papa e Cesare. 11 reverendo Datario è di mala voia, dicendoli il Papa voi precipitar, si voi partir di la liga si (ratta, unde lui non voi più star in Roma et si voi partir. Da poi esso Orator venuto a caxa mandò a dimandar al signor Alberto quello havia fato. Disse come era slato tre hore ozi col Papa e feva il lullo. Scrive, ozi parlando col Papa li disse haver inteso esser sta mandà di Pranza a Venelia le lettere dii Legato è in Spagna, venivano a Roma, a dezifrarle, e poi erano siate ri-mandà in Pranza. Dii ditto, di 10. Scrive, haver inleso li capitoli portali di Spaglia meio di quello scrisse beri, in li qual è che il Papa babbi Rezo e Rubiera con ducati 100 milia, e poi si vedi dejure di chi dieno esser o dii Papa o dii duca di Ferrara, el essendo di la Chiesia lasarli, ma non essendo recuperarli con renderli li ducati 100 milia, el 40 milia che ave Papa Lion per avanti a esso duca di Ferrara. Item, fare armata per Sicilia, capilanio il Gran maistro di Rodi 316* e andar conira infìdeli, else li dagi per pagar le zenle monteranno su la ditta armala, che sono Vi spagnoli sono in Lombardia, ducali 150 milia, in questo modo : il Papa 30 milia, esso Cesare 30 milia, la Signoria nostra 30 milia, il duca di Milan et fiorentini 30 milia, Savoia, Lucca, Siena el Zenoa; e non volendo intrar la Signoria in la liga siano ditta summa paga per quarto. Item, si la Signoria non volesse dar galle per causa del Turco, per questo lo accordo con la Signoria si tratti separalamente. Unde lui Oraior andò “dal Papa, e scrive colloqui auli. El Papa li disse: «Che vi par? L’Imperalor voi metter nel Stato de Milan uno che piaqui a nui et la Italia, el levar le zenle. » Esso Orator nostro li disse « Pater sancte, de la liga con Pranza, che se dia far? » Disse il Papa, bisogna mandar uno in Pranza per conzar il capitolo. E il Papa poi li disse li cesarei averli richiesto uno breve, che ’1 prometti non far nulla fin non vengi la risposta di Spagna, nè accordarvi con Franza. Scrive, il Datario è disperado si voi partir di Roma. Domino Jacorno Salviati dice ben di lo lmperaior, ch’é un santo. Poi esso Orator parlò a l’orator fiorentino, qual li disse molti di soi signori voi si concludi la liga nostra, et altri non vo-leno, pur non voriano guerra. Scrive, è lettere di Lunardo Spina da Lion di 29 Novembrio, come sarà l’acordo dii Re con l’lmperaior, il qual voi do milioni d’oro et do terre in Bergogna. Madama di Larison non vien di Spagna. La Franza non voi asentir a questo, e madama la Rezenle voria per liberar suo fìol. Sono etiam lettere di Spagna di 20,che l’acordo seguirà. Item, manda capitoli di lettere di 4 di questo da Milan con certi avisi ut in eis, col testamento dii marchexe di Pescara zerca la libera-lion dii Moron. Scrive, il signor Alberto è sialo Ire hore col Papa dicendo voleva scriver in Franza. Soa Santità disse : «Non spazé fin poi doman, el vegni doman da mi ». Scrive, uno zenero di domino Pietro di Bibiena, qual amazò suo padre, ha etiam morto il castellan di caslel Sant’Anzolo qual era episcopo di Troia, e il Papa ha fallo castellali missier Guido de Medici. Scrive, il protonotario di Gam-bara è stalo da lui Orator dicendo ha avisi da Milan et voi far bon officio col Papa, et si ricomanda mollo a la Signoria nostra. Scrive, il Datario averli dillo che uno nepole di .... sarà Podeslà di Milan per 4 mexì. Da poi venuti in Pregadi li Savii, che si stette 317 assai avanti venisseno ad aspectarli, il Serenissimo si levò el fece relatione al Consejo di cose importantissime, zoè............ (1) La carta 315 315* è bianca