153 UDXXV, OTTOBRE. 154 Ser Antomus de Mula, Ser Pandulfus Mauroceno, Ser Franciscus Fisaurus, Consiliarii. Ser Stefanus Gisi, Ser Franciscus Grimani, Ser Michael Marinus, Capita de Quadraginta. Ser Leonardus Mocenico procurator, Ser Lucas Tronus, Ser Franciscus Bragadeno, Ser Marinus Georgio doctor, Ser Franciscus Donato eques, Ser Eironimus Pisauro, Sapientes Consilii. Ser Zacharias Bembo, Ser Johannes Natalis Salamono, Ser Jacobus Cornelio, Ser Michael Maurocenus, Sapientes terrae firmae. Quanlo sia necessario al Sialo nostro haver danari in le presente importantissime occorrentie, ogniuno benissimo l’intende, al che se die metter ogni cura, sì per el trovar forma et modo de posserne haver per nove provision, come per sco-der da quelli che sono debitori, ritrovandose maxime per grossa summa a li officii nostri di Go-vernadori de le inlrade, sì di decime, come di la tansa, et alle Raxon nuove et altri officii nostri, perhò : L’anderà parte, che per scurlinio di questo Consejo elezer se debbano tre de li primari nobeli nostri, et possino esser elècti de ogni loco et officio etiarn che fusseno in offilio con pena et de officio continuo, excepli quelli dii Collegio nostro per non impedir le cose publiche; l’offilio di quali elecli sia excogitar forma et modo a trovar danari per li presenti bisogni, et aldir tutti quelli che li vorano aricordar alcuna cosa in tal proposilo, ac etiam re-dur se debano a Rialto in quel loco che li parerà, et far tutte quelle provision che li parerano expe-diente per la exaplion et recuperation dii dinaro di la Signoria nostra de li debitori, havendo facultà de venir in Collegio, sì insieme come separali, di metter parte in questo Conseio, lette però prima nel ditto Collegio, et ogni altra auctorità in tal materia, come hanno quelli di esso Collegio. Rabbino a star in ditlo officio per anno uno, nè possino refular sotto pena a cadauno di loro di ducati 500 d’oro in contadi, da esserli tolta per li Avogadori di Comun senza altro Consejo. De parte 144 De non 21 Non sincere 1 Ex litteris domini Jacobi de Cappo, datis 971) Mediolani, 23 Octobris 1525, ad mar-chionem Mantuae. Che quelli del signor ducha de Milano fornivano il castello con grande instantia di feni, vini, biave et carne salate. Che ’1 signor Ducha stava senza febbre, ma debile, et non se levava di letto, nè se poteva movere per quello da sua posta ; che sua excellentia non ad-meteva ancora visitationi. Che un segretario del Morone nominato il Po-litiano è stato quello, insieme con alcuni altri, che ha scoperto le pratiche di esso Morone a lo Impera (ore. Che se diceva esser venuto il privilegio al Pescara dii capitaneatp generale in Italia, ampio et libero senza exceplione. Che li imperiali ricercano al Ducha il resto de li danari per la investitura per il termine de ’I primo anno, havendone haulo 60 rnilia ; ma che li popoli non voleno pagare, dicendo che non hanno il modo per esser opressi di soldati come sono con-tra la promissione fatta, per il che si dubitava che non andassero li imperiali a metter mano ne li officii de Milano, dacché potria succedere qualche scandolo. Che li imperiali compartivano le sue fantaric per le cilà del stalo de Milano. * Ex litteris eiusdem, datis Papiae 25. Che ’1 signor marchese di Pescara era mollo gravato dii male. Che dal di inanti fino ad ora il .Morone era stato allargato, di modo che havea haulo libertà di parlare ad alcuno de li soi, a li qual ha dillo che non dubita de non aiutarsi, et che advertiscano bene a la cucina aziò che non fusse atossicato. (1) La carta 96 * è bianca.