341 MDXXV, NOVEMBRE. 342 scrittura di le sue raxon, e come sempre si ha consueta tuor ditti soldi IO, e lui non li tuo’ dai poveri, et li Sindici voleva levarla e li Cai di X fè uno co-mandamento non se impazaseno, et che a lui sier Stefano Gixi mai tolse alcun danaro, nè ad alcun povero zentilhomo; con altre raxon. Andò le parte e li XL la balotò. Ave 15 non sincere, 75 di la parie, 114 di no, e fu preso di no. E proprio parte di XL non la volse, e si vene zoso a hore 3 e mezza. 230 Bxemplum. Die 24 Novcmbris 1525. In Bogatis. Atrovandose a l’ofiìcio nostro di leCazude debitori per bona summa de danari, de li qual volendo la Signoria nostra servirsi, fu preso per questo Con-sejo del 1523 de Marzo, che per il diclo olicio l'usse tolto in tenuta tanti de li beni de dicli debitori, che fusseno ducati 50 milia, aziò con tal tenute la si potesse adiular et trarne il danaro pubblico, et cussi per diclo officio fo tolto in tenuta beni per circa du- • cali 40 milia. De li qual essendo sta f>er li debitori parie recuperati, al presente ancor se ne ritrova temile per ducali 24000, le partide di qual debitori sono sta saldale ne li libri de ditto officio, ita che non pareno più debitori, et loro depenati da palazo. Et li beni tolti in tenuta sono a risego di la Signoria prefata, de li qual beni, videticet caxe et pos-session, dicli debitori*galdeno et scodeno li affidi contrario effecto di quello si sperava esser provvisto per dieta parte. Et per quello se coinprehende, par che tal cosa in parte sia processa per haver li XX Savii nostri sopra le vendede de li officii in Rialto data appellation ad alcuni d’essi debitori de le partide de debiti loro, le qual appellation non potevano dar, non essendo suo foro, come consta per le parte di la creation sua prese nel nostro Mazor Consejo, 1’ una del 1484 de 29 Zugno, et del 1487 4 Marzo, confìrmate per questo Consejo del 1507 22 Mazo, per le qual solurn hanno autorità di dar appellation alle vendilion che saranno facle per li officii di Rialto de li beni de debitori: et sia necessario proveder a simil disordine, aziò con simel mezi non sia ritardata l’exalion dii denaro publico, però : L’andarà parie: che salve le appellation interposte ai prefati XX Savii de le vendede facle per li officii predicti, et de le tenute de le case et posses-sion de dicli debitori iuxta la forma de le parie suprascritle cum li modi, tempi et ordini limiladi in dilte parte, le qual rimangino ferme et valide, et cusì siano per li dicli XX Savii expedile tutte le altre appellation interposte o admesse per dicli XX Savii de partide de debitori de l’officio predetto de le Ca-zude o de lerminazion facte sopra diete partide sia- 230* no nulle, casse et invalide, et conira l’ordine de le leze soprascritte, sotto pena a li dilli XX Savii che admetlesseno alcuna simel appellation, de privatimi per anni do de questo Consejo. Veruni, perchè l’è conveniente cosa che li dicli debitori a l’officio preditto di le Cazude, havendo differentia cum el diclo officio, se sono debilor vel non, aut de la quantità et qualità del debito, aut per qualche partida de la qual fosse terminato loro esser debitori de diclo officio, habino iudici fra loro debitori et dicli officii, sia preso che circa tal differenlie li X Savii nostri sopra le decime siano iudici definitivi di tal diferentie. I qual aldili prima i officiali de I’ officio prediclo di le Cazude el li scrivani insieme, et visti li libri de diclo officio, aldite et ben intese le rason de la Signoria noslra e de li debitori predilli a bossoli et ballote, debbano expedir quelli iusta la forma del diclo officio, el sia dato sacramento a li X Savi preditti perii officiali nostri del dillo officio, segondo la forma de le leze. Braeterea sia preso, che se quelli beni dei qual sono slà tolti in tenuta per la Signoria noslra si appelleranno a li dilli X Savii de qualche partida o partide de debitori, per le qual li sui beni fusseno slà tolti in tenuta, che per li dicli X Savii fusse re-Iraclado parte del diclo suo debito, nil minus le ditte tenute restino firme el valide prò rata de tanto quanto resterano debitori, et siano li beni di la Signoria noslra. E aziò che le cose non vadino in longo, come fino bora sono andate, li dilli debitori habbino termine zorni 15 da poi il prender di la dieta parte de appellarsi di quelle partide in le qual paresseno esser offesi, et passato diclo termine, non se possi più dar appellation alcuna. Ulterius, 231 sia preso che li XX Savii in Rialto siano tenuti et obbligali di dar il Collegio et anteponer a tulli le appellation de quelli i qual si havessero appellalo de le lenute facle per la Signoria nostra in li sui beni, aziò che quella cum più celerità possi exiger quello che liberamente è suo. Ella presente parte sia pubblicala nel nostro Mazor Conseio, et mandala a li officii nostri di X el XX Savii, et le Cazude, aziò la mandino ad eseculion. Bublicata fuit in Maiori Consilio, die 25 Novembris 1525.