710 A dì 23. IJa poi disnar fo pregadi. El loto le infrascrile lettere : Di Spagna, di sier Francesco Corner, ora-tor nostro, date in Slbilia, a dì 15 dezembrio. Come il re si partiva per Vadalajusa. Item, scrive di le galie di Barbaria et altro ; 0 da conto. Et leto queste lelere, fo licentià del pregadi li papalista ; e tamen nium vi era, che sono in numero zercha ..., perchè sapeano dover star serali, et perhò non ve-neno im pregadi. Di Goricia, di sier Fiero Venier, proveda-dor ; di Trieste, di sier Francesco Capello, el ca-valier, provedador; di Udene, di locotenente, sier Andrea Lorcdan, e altri tochi. In conformità. Scriveno relation abute, come vien lanze, balote e altre cosse bellico a li confini. Di zente non si vede movesta fin qui, ma si vocifera, eh’è questo acordo fato con il re di Franza e ’1 re di romani ; che ’1 re voi vegnir con arme omnino a incoronarsi e ai danni di la Signoria e recuperar le sue terre; et di la dieta si fa a Boi za rii per aver danari etc. Da Milani, dii Charoldo, secretarlo. Come li Rossi e Torelli sono intrati in stato. Et rnissier Zuan Jacomo è pur a Milan; si parla variamente, et si aspeta quello sarà eie. Di Milan, di 14. Che a di 13 domino Agu-stin Semenza era zonto lì, e se ne va in Alemagna. Et li oratori di sguizari sono stà expediti da Bclen-zona, quali dimandavano poter spender le sue monete in el ducato di Milan, di le carata e bontà di le regie dì Franza. Itevi, di la morte, a dì 13, dii signor Antonio Maria San Severino, di mal di ponta, in zorni 5. Item, missier Galeazo Visconte ha ma-ridato una sua fia in missier Piero Posteria, di primi zoveni di Milano. Item, che hessendo andato el podestà di Crema a l’abazia di Cereto, et fato partir li monaci residenti de lì, el posto in dito loco alguni provisionati, luto Milan ha mormorato. Di Roma, di oratori nostri, di 17, Pixani et Badoer, et più letere di ditti seperadi. In conclusion, par il papa non li piace l’acordo fato, maxime dovendo venir il re di romani con arme in Italia ; et il re di Franza si dice vien a Milan (ter dubito dii papato, perchè il Cardinal Boan non per-tende ad altro, e perhò par che solo man sia sta parlato da uno Cardinal, che ’1 papa faria etc. Item, di l’intrar dii Cardinal Santa f a dì 14, con li oratori borgognoni, venuti per dar ubedientia al papa. Item, il Pixani, varilo, lo dal papa. Il papa li usò bone parole, et si oferse, si li bisognava 0 per questa egritudine aula ; et che, quando l’acadesse, lo 720 aldiria voleuliera et cader a sccretiora. Item, il Badoer tuo’ conbialo di cardinali, scrive coloquij auli sopra le presente occorentie, et mandono le bolle dii palriarcha. Di Franza, di 7, 8, 9, 11,13 et 15, di V o-rator nostro, date a Iìles. Come a dì 7 il Cardinal Roan gionse 11 ; l’orator li andò contra 3 mia, li fe’ boria riera etc. Item, la sera esso orator recevete le nostre letere ; la matina fo dal re, e disse quanto li era comesso. Il re non parlò a preposilo, ma intrava in altro, lutavia non volendo mostrar li capitoli. Item, fo poi da Roan, e dimandato di capitoli, disse: Uavemo fato ben conira il turco; e di capitoli: Domine orator, avete raxon, sarò col re e ve li mostrerò. Poi il dì drio tornato, disse: Son stà col re, ma ho parlà di altro. Poi iter uni uno altro dì disse, che era il dover, e chiamò il suo secretano li portasse li capitoli. El qual rispose: È bon prima dir una parola al roy. El Cardinal poi intrò in altro. Or, in conclusione, non poi veder capitoli, ni aver alcuna parola, solum dir: Che pressa è questa'! Mancha 4 mexi, e parlando in altro. Concludendo, che le cosse non va ben ; imo de fi, per bona via, à inteso li capitoli è conira di nui; e che il re vien in Italia polente per aver la corona, et il re di Franza li dà il passo et ducati 50 milia al presente, per aver la investitura di Milan, la qual si fa in madama Claudia e monsignor di Anguleme, et poi li darà il resto, eh’ è ducati 150 milia, in li tempi limitadi; e questi 50 milia li pagerà Rossi e Torelli, eh’ è ritornali in slato, con assa’ altre particularità, ut in litteris. Item, che ’1 re sarà questa Pasqua a Milan, dicendo, venendo il re di romani in Italia con zente, voi vegnir a vardar il suo stato. Fu posto, per li savij, elezer per colegio do pro-vedaduri a forlilìchar li passi, a spexe di la Signoria vadi, uno fellrim e belunese, l’altro in Friul et Gi-dore, con 3 cavali el il suo. Et fu presa : ave 138, 30 di no. Fu posto, per 3 savij dii consejo el 2 di terra ferma, dar a Francesco dal Pra’, di Val di Legora, te-ritorio vicentin, il dacio di la hostaria di fi, per anni X, per aversi ben portà in questa guerra. Presa. Fu poslo, per i consieri e savij, che le iutrade di Agresla si scuodi per i camerlengi di Verona, e li si pagi il provedador e eastelan. Fu presa : 26 di no. Et demente si lexe le lelere, fo chiamà consejo 338 di X, con la zonta, dentro ; et steteno più di una. . bora. El ussiti, fo leto con grandissima credenza alcuni avisi et deposition; in conclusion, che vien il MD1X, GENNAIO.