031 MDXXYI, GENNAIO. 632 ancora che li scrivesse per avanti non fazi barche nè lievi in numero, pur ne vanno, pertanto la Signoria ordeni quanto si babbi a far. ltem, ha expedito soi noncii verso 1’ Alemagna per saper il vero. Manda uno reporlo haulo dii signor Camillo Orsini di le cose di Milan, et haver haulo lettere dii Proveditor di Urzi Nuovi, come in Soqzin era arivato il signor Antonio da Leva in conformili dii dillo riporto; et scrive si provedi di danari, è passi di zorni 18 il tempo di principiar a dar la paga etc. Dii reverendo episcopo Verulano, nontio pontificio, date a Brexa a dì 6. Come è venuto lì uno vien con lellere di sguizari a la Signoria nostra, et dice il messo partilo che Maxi-milian Sforza vien a Lucerna, et che in Constanza se diceva che a Salzpurch si preparava lanzinech per mandarli in Italia; et vedendo la tardili di di chi doveria far etc., nè vedendo fin bora effeto alcuno, Dio ci aiuti. Et tacite dice la villa dii Papa ; et si non fusse per quello tratta con grisoni, veria a parlarli. Dii signor Camillo Orsini, date a Bergamo, a dì 7, al Proveditor generai. Manda uuo riporto di uno suo partì da Milan questa malina a bore 17. Dice quelli signori cesarei solicilavano il popolo a iurar fideltà, e li hanno risposto non voler se prima non hanno effecli che le zente siano levate di la terra, e promission di non farli più inlrar nè di ponerli taioni, et siano satisfati de i loro crediti; le qual cose voi l’Imperador sottoscrivi di sua mano prima, e poi iurerano fedeltà. ltem, che le cride feno de incantar li dacii, ancora non è slà incanlati, e quel di la mercadantia scuode Syrnon de Taxis a nome di la camera. * ltem, dice che il castello continua el suo trazer, e che ’1 Ducha slava meglio dii mal hauto, el che ha inteso in Milan che ’1 re Christianissimo era fuzito di Madril e poi era stà ripreso, et esser lettere di Pranza, come Maximiliano partì a dì 15 per sguizari. E da Lion sono lettere di 28, et che haverà 15 milia sguizari. ltem, che 4 bandiere di fanti spagnoli erano andate per inlrar in Milan, et quèlli di la terra et li lanzinech non lì haveano voluti lassar inlrar. ltem, dice che quel zorno a di 6 a hore 19 Antonio da Leva partì per andar a Cremona con 50 cavali et 50 pedoni, et che da Roma è aviso che rnercadanli deno pagar a quel di la Paylà ducati 50 milia a li cesarei per pagar le zente ; et esser zonto uno mercadante lì a Milan, tien sia venuto per questo, zoè per pagar li dilti danari a li cesarei. Da Crema, dii Podestà et capitario, di 7, hore 4. Come questo zorno, a hore 23, zonse lì Hi-ronimo Anzoleti vice colateral, et ha fato la monstra di le zente; lauda molto quella fata per il conte Alberto Scollo et il conte Alexandro Donado, di bella compagnia et cavalli, ma un pocozoveni, tra li qual molli schiopelieri e archibusieri. ltem, mandoe una lettera al marchexe dii Guasto e una a domino Antonio da Leva per haver la refazion di danni etc. iusta le lellere scrileli per la Signoria nostra, il qual Marchexe, non essendo il Leva de lì, aperse etiam la soa lettera, el li ha risposto farà satisfar quando harano hauto le page. Et manda la dita lettera, el iusta le lettere nostre mandò a parlar a Zuan Paulo bombardier per nome di la Signoria, che’l venisse; qual li disse voleva prima tochar alcuni danari poi venir via, et che essendo in camera col marchio dii Vasto, quello li 'disse voleva venisse a Brexa a comprar quanti archibusi el poteva haver, si ben fosseno 600, li daria li danari. Per tanloè bon disse si scriva a Brexa non li lassi trar. Dii marchexe dii Guasto, da Milano, di 6, in risposta di la lettera dii retor di Crema. Come castigarà chi ha fatto danni,e forma il processo, e la causa di questo è slà perchè la zenle non è pagata, però non si poi astrenzer; ma havendo li danari, che sarà di brieve, farà satisfar, et si offerisse etc. Antonio da Belenzona, de la compagnia di domi- 420 no Alexandro Marzello, mandalo in sguizari, riporla a di 7 Zener a lui Podestà el capitanio di Crema, che a dì ultimo dii passalo intrò in Lugan primo loco de sguizari, nel qual loco dice esser slà falò comandamento da’ sguizari che dovesseno far pan in bona quantità per viluaria de sguizari dieno passar de lì. A dì primo Zener andò in Belenzona, et trovò 50 fanti a la guarda di dillo loco, et intese che era andato uno per loco ai tre cantoni che lì se fa una dieia, che se domanda Suilel, Rogna, Cir-cho, ne li qual lochi se diceva esserli il duca Massimiliano per condur sguizari, et che ’1 comessario del ditto loco li ha ditto che se faceva li fanti per nome di la Signoria ; nel dillo loco dice haver visto canoni 8 da 50 el da 25 altri 8. ltem, dice che a di 29 dii passalo partite un Legalo dii Papa che andava a le lige per far fanti 12000, et che il capila-nio del ditto loco, ch’è suo amico, li disse che non faria niente. A dì 28, andando a Belenzona, andò a Misoch, nel qual loco a la guarda sono 50 grisoni. ltem, conferma esser ruinalo tutte le mure de Chiaveuna. ltem, dice che in Mus c Zuan de Me-