747 mdxi, gennaio. 748 de le gente venete, ma si dolomo, che non possiamo far questo con le nostre; sì che omnino sua santità farà qualche provisione. La cava de le gerite pontificie non è ancor fornita, nè vede il modo di for-nirse di questi do giorni; e ’1 papa sbuffa. Bisogna che mandi a luor nòstre polvere, che cussi li ha richiesto el papa etc. Di sier Hironimo Lipomano, a sier Vetor, suo fratello,, date 'ivi, a dì li, hore 3 di nocte. Chome il papa è pur nel borgo di la Mirandola, ne la cusina di frali; cossa stupenda la sua natura! Quelli dentro fano dii gagliardo, perchè vedeno quelli dii papa non andar di bone gambe, e a pena piantonino le artellarie dimane ne le cave, sarà fornite a dì 16. Li nostri fanno il dover di trazer, ma * 7 la polvere è cativa e poche balole. E il papa, come rabioso, ha ordinato; ma li nostri non inanellano a far il dover, et è satisfatissimo di la Signoria nostra, e sempre dize: Non parliamo de quelli di la illustrissima Signoria, ma di li mei, che non voleno far ; ma llioro fanno et hanno fato prova. Ozi il papa li vene un penssier, di voler, una di queste note, con 1000 fanti asaltar la terra, perchè il conte Zuam Francesco di la Mirandola li fa le cosse fazile. E cussi chiamò el provedador, qual voria stesse sempre con lui, ma quella gamba li dà molestia, e li disse questo pensier : Ma non voglio se fazi senza consulto de li vostri; e pregò il provedador, fesse le cosse secreto con li condutieri nostri, e che li soi condutieri non lo sapesse, perchè furiano saper a quelli di la terra. E si redusse in una camera il Cardinal Corner, il provedador, fra’ Lunardo, missier Antonio di Pij, missier Janus, il signor Troylo Sa-velo, Gnagni Pinchom, el cavalier di la Volpe, Chi- rìacho dal Borgo, il secretano nostro, eli’è......., e il conte Zuan Francesco di la Mirandola, et luì etiam era. El per il provedador fu proposto la intention dii papa, el parlato per llioro; tandem i hanno concluso, do di questi condutieri andar questa note per la giaza a veder, e poi doman sarano insieme, e delibererano quid agendum. 11 papa non si fida, salvo di nostri.’ E li nostri condutieri tengono fermo di averla. Ma non si poi far cossa bona con questi condutieri dii papa, per cason dii ducila di Urbin, e il papa lo doveria mandar via di qui ; e il signor Marco Antonio Colona, eh’è zentilissimo et valoroso, sarà bastante capilanio, et li nostri lo obedirà, altramente sarà pazia andar a campo a Ferara a quésto modo ; e à parlato al provedador, lo dichi al papa. Dize, non à questa commission di la 383 Signoria, e saria olicio di l’oralor. El qual oralor nostro, domino Hironimo Donato, è stato ozi etiam lui dal papa, et ha trovalo alozamento a presso il papa ; non perhò tanto, quanto il provedador. Item, in quella sera al tardi è sta dito, por zerti soldati, che 600 cavali francesi vengono versso Corezo; diman si saperà il zerlo; e Corezo è mia 15 lontan de lì. Eri fo tempo cativissìmo et ozi luto 1’ oposito; tanien la neve è mezo passo alta ; pur che ’1 non puova, starano bene etc. Noto. In questa terra si preparava barche por mandar im Po, et ordinato far et armar 100 barche, videlicet di le contrado è in questa terra ; qual inl’arsenal venivano conze, et poi a l’armamento pagate, a liomeni 6 per barella. Et è stà trovà li danari ; videlicet, per le scuole grande, a ducati... per una, et da altre scuole et mestieri, come par a l’armamento. Et cussi fo dà principio ad armar. E fo mandalo per sier Zuàm Moro, capitanio zeneral im Po, qual era a Chioza, venisse di qui, acciò si meli in bordine tal armata, et mandarla im Primier, per aver Arzenta. Anderà etiam la galia de sier Ja-como Corner, eli’ é a Chioza, et le fuste, eh’ è armale. El la galia di Candia, soracomito sier Zuan Pasqualigo, havendo aula cerla soventione, parli questa note. Va con quella sier Antonio Loredam, quondam sier Matio, va governator a Nichsia. Ancora è da saper, in questa note, a hore 8, la galia, va con l’oralor nostro a Constantinopoli, sora-comilo sier Thomà Tiepolo, si levò di sora porlo, el andò con tempo bono al suo viazo. Noto. Sier Alvixe Soranzo, quondam sier Vetor, in questa malina fo reteuulo e posto in caxon ; dia dar a molli, et maxime a sier Zuan Soranzo, quondam sier Marco, ducati 1300 e piui. Et intisi, per farlo relenir, ditò sier Zuan Soranzo dote ducati 100 a li capilanij, e fo retenuto in Frezaria, ussendo di caxa. E nota, hessendo in caxon, non poi esser intromesso per altri debiti, ma ben si ’1 fosse im prexon. Dicitur, è debito assa’ danari ; à grande intruda, ma havia bona facullà e mal governo. A dì 17. Fo santo Antonio. Sier Zuan Moro, capilanio zeneral di Po, venuto di Chioza, fo in co-logio, el parlato zerclia l’armada di barche si à (a) ■far, et che ’i ritorni capilanio di dila armata. Da poi disnar fo gran consejo. Fato elelion di podestà el capilanio a Cividal di Bellun, et uiun non passoe; e questa è la ... volta. Fu posto, per li consieri, che sier Zuan Pasqualigo, quondam sier Marin, fo electo caslelan a la Chiusa, qual non andò, per non aver potuto aver la sua soven-zion, et refudoe, che ’1 non liabi conlunialia. E fu presa.