429 MDX, SETTEMBRE. 430 1800, per li soi danari; e di questo sovene le galie. El venuti a Ligorne ijn porto, dove stetcno tre zor-ni, e quelli dii loco li fenno gran promesse, ma non reussiteno, et perhò erano venuti li a Piombino. Et inscontrono le do galie bastarde nostre, venule da Corfù, zoè Garzona e Tiepola, et tolseno dii biscoto di quelle, et ne deteno libre 400 per galia, che fu bona cossa. E lì, posto bordine a 1’ armata e di vi-tuarie, delibererano poi quello barano a far. Scrive, 1’ arma’ à patito di pan fissai ; et fo uno cativo zorno, si non ne havea quelle libre 1800 di la nave yspana. Lauda il comissario dii papa, domino Franeho Gi-berti ; et si fazi provisione de biscoli ; et ricomanda quelli galioti a la Signoria noslra. E nota, 201 * Di domino Jannes di Campo Fregoso, fo leto una letera, di 12, da Piombino, scrita a Piero di Bibiena, la copia di la qual sarà qui avanti posta. Copiosa di quelle cosse. Di Vieeneo Guidoto, secretano nostro, date in Modena, a dì 14. Come il campo dii papa, con el ducha di Urbin e Zuam Paulo Bajon, era a San Zuane; il legato Pavia era andato a Monalda, a parlar al ducha predito. 11 gran maistro à scrito al legato, che sguizari è in acordo con lui, et vera presto. Li inimici francesi sono a Bubiera, Merzaja e Sazuol. Dii dito, di 15. Come il campo dii papa è ri-trato al Fosso. Iteni, è zonto uno Bernardiin da Bezo, homo dii legato, con uno breve dii ponlifice, qual il legato 1’ à fato lezer publice. Come soa santità voi venir con 500 lanze, et ingrosserà il campo. Scrive, il ducha di Urbin voleano andar a tuor de mezo le zente francese. Item, il legalo à ’uto do le-tcre dii capitanio di Po ; li à fato risponder per lui Guidoto, che ’1 vengi con l’armata versso il Bon-dem, dove sarà il campo. Si dice de lì, che, zonto il papa a Bologna, voi privar el Cardinal di Este, over di Ferara, dii capello ; e che ’1 fa il monilorio contra Franza. Dii dito, di 16, a hore una di note. Come è lì la nova dii marchexe di M;intoa, che li soi agenti erano partiti da la Signoria nostra, re infecta, e senza conclusioni. Item, come quelli conti Bangoni hanno avisi da Pavia, che ’1 vien 300 lanze francese, 1000 guasconi et 1000 altri fanti, per socorsso di Verona. Item scrive, quel Bernardini da Bezo, venuto da la corte, à dito, il papa vien mal disposto contra Pavia; e, zonto a Bologna, ne farà dimostratone. Dii dito, di 17, horre do di note. Come il ducha di Urbin, volendo far qualcossa c passar Po, è levalo dai Fosso, e va col campo al Bonden, per veder che l’armala nostra sia lì ; et perhò nulla po-tria far, se non li fosse l’armata lì, cussi come ha scrito al prefato capitanio di Po. Item, ha ricevuto letere nostre, di 13, con li avisi dii zonzer le do galie sotil de Istria in Po ; disse al legato, li piaque, dicendo: L’aqua di Po è ingrosata e cresce lutavia, polrano dite galie per le boche venir suso. Item, dii nostro campo, andato solo Verona, tutti de lì lien sia con intelligenlia dentro; e li Bangoni, Mirandoli et Carpi hanno a piacer, e tengono si averà Brexa, subito se intendi la Signoria nostra aver auto Verona. Item, scrive è venuto lì uno trombeta di domino Galeazo Palavisino dal legato, per nome di domino Antonio Maria Palavisino, suo fratello, a dirli, che desidereriano partirssi di la devuliom dii re di Franza etc. Copia de una letera di domino Janus de Campo Fregoso, scrita a domino Petro di Bibiena, data im Piombino, a dì XII septem-brio 1510. Trovandosi noi a Piombino, havessemo nova, Prejano, con l’armade de XXVII velie, zoè gaiioni 13, galee 6, il resto nave grosse el barchie, su le quale havea posto certa quantità de fanti ; et questo ha facto, perchè non si puolcssemo valere de li amici nostri in quella rivera; el etiam hanno facto po-nere in Sarzana fanti 200, solum per lenire li amici nostri, non puoteseno tore le arme alti servilij nostri. Inteso questo, se deliberò de andare alla volta di Genoa, et fare 1’ ultima prova de vedere la vo-luntade de li amici nostri. Et cussi se aviassemo a quella via, metendosi in mare circha miglia 20, et vedessemo quanti fanti possevano smontare in terra con noi, che furono al numero 200. Volevamo smontare di nocte con tre galee, le qualle dal magnifico proveditore ne furono concesse graliosamente. A-bencliè corressemo grandissimo periculo, per l’ar-lelaria del castello facto novamente, niente di meno questi sopracomiti, zioé missier Francesco Cornaro, missier Leonardo Emo, con missier Michele More-xino, pregorono di gratia essere quelli a chi lochasse questa impresa. Al magnifico provedilore parse Ilutarla a sorte ; la qualle tochò a missier Piero Antonio Faliero et al Zorzi. Essendo conduti sul porto, et misso ordine a quello se haveva a fare, el comissario del papa, el il magnifico proveditore, mandò per noi ; et me fece intendere, che li bergantini, che erano andati a terra a terra, per intendere nova di