413 MDX, SETTEMBRE. 414 Zuan Greco, con le compagnie predille, tornò in campo col bolin et presoni. Item, è aviso da Vero-193* uà, i nimici fano una spianada, comenzando da la porta del Vescovo, andando verso l’Adexe, scopando li fossi et tagliando li arbori, che sono in dila spianada. Questo è segno che dubitano de’ nostri. Aspetano dimane exploratori, per li quali sarano certifichati il numero di le zente francese sono quele eh’ è arivale a Valezo etc. 194 A dì 25 setembrio. In coiegio. Fo prima lelo, in camera dii principe, molte letere, venute questa nocte, zoé : Di campo, da San Martini, di provedadori zenerali, date eri, a horre 16. Come à ’uto una letera dii provedador di la Badia, con le nove de i nimici etc. E, oltra 70 balestrieri è lì, li mandano 200 cavali, zoè la compagnia di domino Baldiscera di Scipion, e domino Zuan Forte; item, do capi di stratioli, Lazaro da Yza e vayvoda Manassi. Scriveno haver levato le artellarie grosse, e altri inbogij, de lì, e mandale a Villa Nuova ; et hanno spazi uno messo a Mantoa, vedendo li varij avisi che hanno, che li fanno franatichar. Et manda incluso el capitolo di la letera dii provedador di la Badia. De li diti, di ime 16 */«■ Scriveno aver rele-nute le letere, et esser zonto il messo, stalo a Mantoa, con una letera dii marchexe, che scrive di uno messo dii papa, li à dito de’sguizari, ut supra, qualli è per venir contra francesi ; et mandano la dita letera. Item, è zonto in campo uno explorator, eli’ è Andrea del colateral, dice eri il gran maistro è zonto a Peschiera, di veduta ; e si dize à lanze 200, ma; judicio suo, non sono tante, et 2000 fanti. Item, scriveno hanno altri exploratori fuora. Di Mantoa, dii marchexe, date a dì 23, a li provedadori in campo. Dice: Signori mei, ho inteso aveti mandato Zuan Francesco Valier a Venecia, voria fusse ritornato, ma mi piace l’haveti mandalo. 11 gran maistro è a Peschiera zonto, con 400 lanze, 2500 fanti. Dice vien altre zente; non lo credo. È venuto uno messo dii papa, dice esser vero sguizari fanno conira francesi per il papa, perhò si stagi di bon animo e vigilanti, e si vardi di desordine. À mandato Vigo dal papa, l’aspeta di bora in bora; al qual si i rimesso, per ultimar questa cossa, in quello vorà soa santità. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, provedador, di eri. Zercha le artellarie è in Castel Ve-chio, maxime quella di libre 100, scrive, la Signoria lo avisi quello la voi el fazi. Et per coiegio li fo scrito la mandasse de qui. Item, la terra sta meglio. Mis-sier Zenlil Brazoduro, venuto in coiegio, à fato mal oflìtio, a dir l’aere de lì è infetalo, eri ne fo 6, ozi 4 ; ma li amorbati non hanno pan, vanno per la terra, non hanno danari. Scrive dii cavalier Cavriana, qual con la compagnia è lì a presso; e li à scrito vadi, justa li mandati, sopra il Polesene. Item, à di Verona, per uno partì ozi, come quelli di Bozolo sono partili eri di Verona. Dii capitanio di Po, date a Pontichio, a dì 24, a hore una de dì. Come, per una spia, à, tre burchij francolini, cargi de artellarie, bassi, erano andati versso el bastioni, et do barche cargo, quella malina per tempo, per Po via. linde, dubitando lui 194* capitanio non esser messo de mezo, et ha consultà con fra’ Lunardo, qual è andato a la Badia, nè voi intrar in Ruigo con li cavali, et in Ruigo non è so-lum 50 fanti, dice starà 4 borre esso capitanio, a veder quello volcno far li inimici ; si non, si leverà con P armata e vegnirà per li canalli versso Are. Voria 300 fanti per custodia di Ruigo. Sa, questi è venuti per damnizar, e non polrano star sul Polesene molto. Item, quelli di le ganzare dimandano li soi danari. Di Ruigo, di sier Silvestro Pixani, provedador, di eri, hore 16. Come à aviso, per il Irom-beta dii capitanio di Po, è a Pontichio, come i nimici erano smontati lì a Pontichio, et che quelli di P armala erano a le man con i nimici; la qual armata, per esserli tolto li passi, non poteva andar di longo in Are. El qual capitanio voi veder di salvarsi, e andar con le barche in su in la rota di Castignaro. Di la Badia, di sier Jacomo Marzello, provedador, di 23. Come Nicolò Snati, capo di stra-tioti, era ritornato; qual fu, con 40 cavali, ozi versso Lignago, i fato bulini, preso uno prete. Qual, exa-minato, dice, che quelli francesi, è lì a Lignago, sono lutti amaiali, sono 350 cavali e fanti 200, mal contenti. Et è im Porto Jacomo Corsso con fanti 200. Vene sier Nicolò Zorzi da San Moisè, con una letera, li scrive il re Sigismondo di Polonia, data in Cracovia, in reconiandation di uno suo, qual manda di qui. Et leta dita letera, fato introdur dito nonlio dentro, presentò una sinici letera al principe, reco-mandatizia, dicendo, è luto di la Signoria nostra ; e si a questo suo Lodovico li bisogna 0, li sia ricomandato. 11 principe li usò grate parole, oferen-doli etc. Ringratiò, dicendo, si P achaderi, el vegnirà da la Signoria. Veneno domino Nicolò Chieregato, orator di la comunità di Vicenza, con quel domino Zentil Brazoduro, zercha far provision de lì al morbo eie,