441 MDX, SETTEMBRE. • 442 210 Adi 26. In questa matina, in colegio, il principe, con li consieri et cai di X, fonno a far la balo-fatiom di balotini dii gran consejo, per doi anni ; hanno ducati li per uno a l’anno da l’oficio di . . ........Et si eleze in questo modo: sono X che balotano, tutti ne tuo’... per uno, et ne romani... Et li savij si reduseno di là, a lezer le letere et consultar. Di campo; di provedadori generali, date a Lonigo, eri, a hore 20, vene letere. Come man-dono versso Montagnana Nicolò da Pexaro, con 100 balestrieri, perchè ebbeno nova da Cologna, li inimici erano atorno Montagnana; e, dubitando, ter-minono venir col campo ad alozar lì a Lonigo. Poi ebbeno aviso, quelli venuti a Montagnana, de i ni-mici, fonno solum cavali 200, di quelli erano in Li-gnago, e nostri aversi difeso virilmente; tamen sono conienti esser venuti a Lonigo. Di Montagnana, di sier Jacomo Venier, provedador, date eri. Come i nimici, zercha cavali 200, di quelli erano in Lignago, veneno soto la terra, et dimandono la terra. Li risposeno volersi lenir per la Signoria. Et ussiteno fuori alcuni fanti di Anlo-nazo da Viterbo, qual era in la Badia, e venuto li, et scharamuzono con ditti inimici, et fonno feriti alcuni. Quelli di Montagnana non si mostrono in favor nostro; et che fra’ Lunardo era lì, con li cavali li-zieri etc. Et per colegio li fo scrito, laudandolo aversi difeso ; et che dovesse mandar di qui di quelli cita-dini, che a lui pareva fosseno sospeti. Di sier Thomà Tiepolo, sopracomito nostro, vice gerente dii capitanio dii colfo, date a le Fornase, a dì 25. 0 da conto etc. Da poi disnar fo pregadi. Et vene queste letere, lele prima in camera dii principe, dove Jo fui con altri di savij. Di Chioza, dii podestà, date eri sera. Manda una relation di uno, è a Havena, che li scrive molte cosse de importantia, per uno aviso di uno, quando il campo era soto Padoa novamente, che avisò li inimici dovesse venir a prender sier Andrea Grifi, provedador nostro, lì a Santa Maria di Grada, al ponte dii Basanello etc. Item, scrive il numero di le zente è in Ferara, à per uno vien de li, e volea soldo dii ducha, qual li disse non volea dar soldo a niun ita-lian; et è lanze 150 francese, 70 di esso ducha, cavalli lizieri zercha G00, guasconi alozati a li frali di San Pollo 800, sono a la piaza; item, 800 fanti spagnoli a San Francesco, et guasconi 800. Item, che uno fio di domino Taruzo, dotor, era con numero di scolari armati, con uua bandiera, in bordine, et erano 1000 homeni solo una bandiera; e sono da bandiere 9 di quelli di la terra. Item, li fanti è alozati nel borgo. E il ducha fortificha la porla di solo, el à poslo 100 pezi di artellarie a uno baslion, tra le qual sono 42 grosse, et 7 con San Marcho suso, elio fonno nostre. Item, è una galia, armi per bonlà ; volendo li homeni danari, l’à fata il ducha meter li 210* homeni per forza etc. Et questa letera, leta im pregadi, fo data a li cai di X, perchè ’1 nominava quel rebcllo nostro, utpatet. Et domente si lezeva queste letere, gionse uno corier, vien di Bimano, con l’orator dii papa, qual è zonlo a Chioza et sarà ozi a Santa Maria di Gra- ' eia, et portò letere di l’orator nostro, di 17, da Rimano. Et cussi, hessendo sta ordina, per il colegio, a li oficiali di le raxon vechie di prepararli honori-fìce a San Zorzi, per alozar dito orator, e farli la cena; cussi fo ordina mandar alcuni zenthilomeni centra, fino a Salila Maria di Grafia, Et reduto il principe im pregadi, fonno chiamali; tra i qual sier Zuan Badoer, dotor et cavalier, sier Alvise Moceni-go, el cavalier, el altri, erano ini pregadi, zercha 14 ; et fonno mandati zoso contra el dito orator pontificio. Di l’ orator nostro in corte, date a limano, a dì 17. Come, havendo il papa expedito l’orator suo per qui, recevelc esso nostro orator nostre letere, di 13, con li avisi zercha le cosse dii marchexe di Mantoa, e le proposte fate a la Signoria nostra per Vigo ; el qual era zonlo lì a la corte, venuto per queste difìcullà dal papa. Et a borre 12, avanti il papa montasse a cavallo, soa santità li parlò a dito Vigo, cargando il marchese, non dovea far questa movesla. Poi disse a l’orator nostro, di danari non. è da parlar, ma di lochi ; non voi Peschiera sia sua, ma di la Signoria, e cussi Lona’ ; in reliquis li darà per questo ricompensa Caxal Mazor, e voi reintegrarlo altrove; Parma e Piasenza voi per lui; e voi la Signoria babbi tutto il suo stalo perso, da Caxal Mazor e Axola in l'uora. qual do lochi siano dii ditto marchexe. El non potè dirli troppo, perchè soa santità montava a cavalo. Item, di sguizari, à letere di XI, di lo episcopo senonense; 0 dice, voi la paga, a dì 15 di questo compie. 11 papa à dito al suo messo, e mostratoli durali 50 milia, per darli a essi sguizari, i qualli vogliano esser con soa santità contra Franza, e li melerà sopra qual bancho vorano; e li obliga tulle le terre di la Chiesia, a lhoro sguizari vicine, sono nel Dolfina’, per questo, e cussi tutte le altre terre di la Chiesia; et à licenlialo subilo el dito messo. Item, l’orator cesareo et yspano li ha par-