669 MDX, DECEMBRE. OTO 335 ‘ Sumario di Iptere di sier Hironimo Contarmi, provedador di V armada, a sier Santo Trun, suo genero, date in galia, im Porto Feraro, a V Elba, a dì 8 novembrio 1510. Ricevuta osi. 336 Sumario di letere di sier Hironimo Lippoma-no, fo dal bancho, a sier Vetor, suo fratello, date a Bologna, a dì 28 novembrio 1510. sla noie et ozi è stato bene, se dia aver guardato de non far disordeni ; è pur in leto za 66 zorni : si '1 papa fusse im piedi, tutto anderia bene. Item, ozi, poi pranso, tuli 3 li nostri oratori sono stati a pa-lazo, perchè il Donado fo questa matina. E, poi tornato di palazo, dito Donado è venuto dal Cardinal Medici, con el qual è slato meza borra, et vien spesso, perchè da lui sa molte nove, perchè tutti fanno capo a lui, eh’è cossa meravegliosa, tanto l’è amato da luti quelli cardinali, e, si ’1 havesse qualche anno più, saria papa. È praticho e ben voluto, et fanno stima di lui. Et per una altra Teiera, di 28, pur di Bologna, di sier Thomà Lippomano, quondam sier Bortolo, al dito sier Vetor. Scrive, ebome l’altro zorno, che fo marli, a dì 26 di questo, fo la incoro-nation dii papa, e fo trato bombarde e fato fuogi per tuta la terra. El Cardinal Pavia cantò la messa. E poi andò a disnar im palazo XI cardinali; et 3 manehò, zoè regino, havea auto la febre do zorni, San Zorzi non volse andar, per paura de non esser atosichato, perchè se voleno mal con Pavia. E come i fonno in salla, Pavia branchò per la barba el Cardinal de Corner, chome se fosse stato uno ragazo, e lui non li disse niente. L’altro Cardinal che manehò è Libret, ch’è amalalo. Fonno al pasto, di ambasadori, li nostri, quello di fiorentini et quello di luchesi; li altri de li re non volse andar: se dize per amor de li nostri, zoè cesareo, Spagna e Ingaltera. Lavandosse le man li nostri oratori, el vene Pavia e disse: Io son venivano ! E si volse lavar con loro, e disse : Questi francesi me hanno tolto le mie intrate ; e vi voglio dar una bona nova, che il papa à dormito questa notte meglio che dapoi l’è qui. E non fu el vero, ma ave la febre ; e dormite, perché el volse bever malvasia garba, conira la volontà di medici ; e slaria bene, si ’1 non fesse desordeni, ma el papa voi far a suo modo. Eri fo dal papa, a consultar, el signor Fabricio e li altri etc. ; è slà terminà andar a Ferara, ma non porano andar fino luni, perchè i non sarano in bordine etc. Sumario di una letera di domino Lunardo Grasso, prothonotario, data a dì 5, a Alba-re’, horre 22, drizata a sier Nicolò Zorzi. Scrive li consulti forono fati eri in camera dii papa, e il papa in leto. Era il Cardinal Pavia, il signor Fabricio Colona, Zuan Paulo Bajon, Zuan di Saxatelo, Raphael di Pazi, l’orator nostro Donato, fra’ Lunardo da Prato et Antonio di Pij, el qual si à portato bene. E il papa dito Pij ha laudalo assai, ben che li disse era suo nemicho, quando el siete a Rimano et Faenza. 11 papa non voi stanzie, ben che li tempi sia calivi, di andar a Ferara. E cussi questa malina, poi pranso, li sopraditi sono andati a trovar il campo, per metersi in ordine e andar a Ferara ; e priuzipierano prima di la Mirandola, si la potrano aver, ma non durerano faticha. Item, el papa que- Come debi solicitar sia fato in loco suo, e che ’1 vengi a disarmar, come più volte ha scriplo. Item, che, poi formato el processo, per el qual apar, li nostri tre sopracomiti haver fiicto il debito loro, e che ’1 capitanio Biassa et quelli zentilhomeni zenoesi non hanno voluto andar di longo, 1’ è ritornato da Zenoa uno Domenico Veneroso, fo mandato ad avi-sar li amici, el qual ha referito, come in una de-positione apar, la qual manda. E in conclusione, se andavano di longo, la terra seria levata a rumor. Dio perdona a chi ha disturbato cossi bella impresa, de la qual dependeno assa’ felici successi! Item scrive, ozi è zonti qui uno galion, partito ozi terzo zorno da la riviera di Zenova, el qual dice, sono parliti da Zenoa (re commissarij, et uno francese, et venuti per quella riviera, fino a le Spezie, hanno tolto ho-rneni 3 per cadauno luocho, et posto bordine che tuli stiano preparati con le arme ad mandata, che dubitano di exercito terestre, et che metino in hor-dine quel loco di le Spezie. Et Prejan voi etiam meter in hordine Porto Venere, e poi andar con l’armata a Zenoa. Item scrive, manda 4 galie a Roma per pam, che da Thalamom non se ha potuto haver, salvo 40 miera ; el hanno su l’armala da 400 homeni di più di l’ordenario, sì che solicita li sia provisto di biscoti. Chome à da Peschiera, che lì è lanze 25, fanti 150 cremonesi, in la terra, in la rocha cercha 100. A Brexa erano comandati assa’ guastatori, dicesse in numero 4000, per lavorar a la rocha. Di Verona si ha, che ’I si lavora fuora di la porta dii Vescovo, sì