C65 MDX. DECEMBRE. GG6 Roma 4 galie a levar biscoli, i qualli si pagerano di ditti ducati 500, et de li 1200, deputali a subventio-ne di le galie caudiole. Avisa aver olenuto il breve dii papa di la licentia. E li oratori li scrive vadi a Corfù, dove zonto, jusla le letere nostre, dia mandar le caudiole a disarmar, et lui, con il resto di le galie, lì a Corfù stagi aspelando mandalo di la Signoria nostra. E cussi scrive va a Civita Vecbia, dove manderà a Roma, a Irar li ducati 1200; i qualli lenirà intacli, fin la Signoria comandi quello 1’ habi a far. Voria ben fosseno deputati a la subvenlione di la sua galia. E, zonte sia le 4 galie con il pan, torà la volta di Corfù. .E, volendo teuir fuora le galie armate di qui, è forzo darli subveutione. Avisa, nel breve pontificio si conleniva cbe grato seria stà a sua santità, che andasseno a prender l’armata nimiclia e far presom Prejam, essendo stà informata atrovarse a Porto Venere solum galie G ; e cussi il comissario dii papa lo richiese. TJnde li rispose, con el consulto de questi sopracomiti e di tutta la marinareza, che non è tempo nè modo de tornar in quelle aque, maxime essendo tuta 1’ armata a Porto Venere et non galie 6 ; e cussi esso comisario, inteso il luto, à condescso, e datoli grata licentia, come per la inclusa scritura la Signoria nostra intenderà. Item avisa, si ha ’ulo da li comessi dii papa circlia 90 miera di pan in lutto per l’armala, la qual voi almeno miera 1G0 al mexe, e za tre zorni quelle zur-me si passeno di formenlo colto. Item avisa, de li ducati 1200, ha deliberalo dar ducali 1 */* per ga- 334 lioto, et cussi di grado in grado, a la sua galia; el resto tenirà intacto al mandato di la Signoria nostra. Item, poi scripta, el comissario dii papa li ha falò intender, voler omnino, per suo discargo, mandalo dii papa più absolulo di la sua licentia, parendoli che ’I breve non lo specifichi ; perhò ha spazato letere a li oratori nostri a Bologna, con grande in-stantia, veglino obtenir dal papa dita licentia et uno altro breve ; et cussi aspelerà risposta. Fu posto, per li savij ai ordeni, di disarmar la galia Pasqualiga di Candia, qual è a Chioza, videli-cet vengi in questa terra, et cambiarla, perchè la è innavegabile, e, dandoli subvenlione, vadi a disarmar in Candia. Fu presa. Fu posto, per li savij, una letera al provedador Grili, mandi 500 cavali di homeni d’arme, et 800 fanti, sopra il Polesene, a custodia di quello, ut in parte. Et fu preso. Fu posto, per li diti e li savij ai ordeni, elezer de prcesenti uno oralor al signor turcho, con persone 12, computà il secretano e ’1 suo fameglio. Et l Diurii di M. Sanuto. — Tom. XI. li savij dii consejo e Icrra ferma messeno, con ducali 200, con la condilion di la milà al mexe, et ducati 4 per boclia per spexe etc., et possi esser elcclo di ogni luogo e officio continuo, con pena, ut in parte. E li savij ai ordeni a l’incontro messeno, che P habi al mexe ducati 150 lieti per spexe, di qualli non sia ubligà mostrar alcun conto. Andò le parte ; et questa di savij ai ordeni fu presa. Fu posto, per li savij, una lelera a li oratori in corte, in risposta di sue, ut in ea. E, quanto a far di cardinali, che voglino pregar soa beatitudine, lazi un zenthilomo nostro, acciò lutti eognoscha lo amor paterno ne porta soa santità. Item, avisarli la ele-clion di l’oralor al turco ; et sollcitar li oratori, soli-cili la impresa di Ferara. Et ha verno mandato letere de cambio per le zente nostre, qual sarano a obe-dientia di soa santità etc. Fu presa. Fu posto, per i consieri, atento......Risentili, à prestà et donà a Lazareto ducali 200, per remediar al morbo è de li, che, per graluirlo, sia faclo citadim nostro di Vicenza. El fu presa, et ledo sopra di questo letere di sier Vetor Capello, provedador di Vicenza. Fu falò scurtinio di uno orator al signor lurco, justa la parte presa, con pena. Et tolti 20, rimase sier Piero Balbi, savio dii consejo, electo capitanio zollerai di mar, sì come si vedrà per il scurtinio qui avanti posto. El qual, rimasto, andò a la Signoria et si scusoe. Et cussi andò poi in renga, scusandosi • non poi andar, per il mal ha a una gamba, e serviria volenliera etc. E venuto zoso, sier Hironimo da cha’ 334* da Pexaro, quondam sier Nicolò, savio ai ordeni, li .parlò conira, dicendo non si prendesse la sua scusa, per il bisogno di la terra ; e tocliò, chi deva 300 ducati al mexe anderia, è tempo di sparagnar etc. Or iterum sier Piero Balbi [andò suso, rispondendoli, dicendo non è lajaborse, e chi li desse 500 ducali al mexe non poria andar, aleuto il mal suo, e volea mostrar la gamba, el era stato l’anno passalo in l’asedio di Padoa, podestà, non stimando alcuna faticha etc. Or andò la parie, messa per i consicri, di acelar la sua scusa: 58 di no, 108 de si; e fu presa di slrelo, perchè la voi i do terzi dii consejo. E cussi iterum fu fato il scurtinio di uno orator al lurco, et rimase sier Alvise Arimondo, fo ducha in Candia, quondam sier Piero, qual era cao di X et elcclo podestà a Padoa, el qual statini aceptoe liberiti animo, et si fesse in loco suo a Padoa. Et pregadi vene zoso a bore 3 '/•> di notte. El li scurtinij de li dili oratori sarano qui avanti posti. Di sier Ferigo Contarmi, provedador exe- 43