493 MDX, OTTOBRE. 494 do decime al monte novissimo, e meza (ansa, a pagar in li lermeni, ut in parte. Sier Alvise da Molin e sier Luca Trun, sier Andrea Corner, consier, intromessene meza tansa, a pagar in termine, ut in parte, al sai, da esser fati creditori al monte novissimo, con don 17 per 100, termine zorni 8, e si pagi di arzenti senza dom, poi altri 8 dì, con don X per 100. Parlò prima sier Anzolo Trivixan, cao di X, come si doveria scuoder li debitori, perchè ne sono assai, di tanse, e richi, e si lezi quelli sono, et si observi Je parte; li rispose sier Alvixe da Molim. Parlò poi sier Antonio Trun, procurator, qual è sora quesli debitori ; poi sier Francesco Foscari, savio dii consejo ; poi sier Francesco Pasqualigo, quondam sier Filippo, qual vien irn pregadi, per li danari el prestoe eie. Andò ledo parte; et di largo fu preso la meza tanxa solla. Ave 97. Fu fato scurtinio di un savio dii consejo, di zon-ta al colegio, in locho di sier Antonio Trun, procu-ralor, non è intrado. Rimase sier Piero Balbi, fo savio dii consejo, 107 ; sier Piero Capello, fo savio dii consejo, 73; sier Zorzi Corner, cavalier, procurator, 67 ; sier Zorzi Emo, 65 ; sier Antonio Lorc-dan, cavalier. El qual sier Piero Balbi, era a solazo a Chioza, vene et introe. Fo leto le letere al pregadi, di Andernopoli, di sier Nicolò Zustignan, e la letera dii signor turco, qual fonno lecte a l’allro pregadi, quando le vene-no, et dato sacramento a tutti, justa la credenza dii consejo di X, sopra tal materia. Et a uno altro pregadi si tralerà la risposta et le oppiuion di savij. A dì 6, domenega. In colegio. È da saper, si ave eri letere di sier Alvise Lion, podestà di Chioza. Come li oratori nostri, vanno in corte, erano lì ; et sier Domenego Trivixan, el cavalier, procurator, per il vento e l'redo patì quel zorno audoe, li è venuto colico grandissimo, con dollori assai etc. Per la qual cossa sier Piero Trivixan, suo fiol, et sier Michiel Trivixam, suo cuxin, andono con lui fino a Chioza, scrisse di qui, come l’tiavea dii mal assai per questi dolori, e se li leva lutti i remedij. El è da saper, con questi oratori nostri andono alcuni zen-thilomeni nostri, la nome di qualli sarano qui soto posti, videlicet: Sier Hironimo Lipomano, fo dal banco, quondam sier Thomà. Sier Piero Polani, quondam sier Jacomo. Sier iMaflo Bernardo, quondam sier Francesco. Sier Hironimo Marzello, quondam sier Antonio, quondam sier Jacomo. Sier Piero Mocenigo, di sier Lunardo. Sier Domenego Liom, di sier Alvixe. Sier Zuan di Cavali, di sier Francesco. Sier Lodovico Falier, quondam sier Thomà. Sier Hironimo da Molin, quondam sier Andrea. Sier Zuam da Leze, di sier Michiel. Sier Antonio di Prioli, quondam sier Marco. Sier Marco Antonio Bernardo, quondam sier Antonio, dotor, cavalier. Sier Andrea Loredan, quondam sier Bernardin. Di sier Pollo Capello, el cavalier, proveda-dor menerai, date a dì 5. Avisa il suo zonzer, con le zelile, a la Canda, sopra il Polesene; et fra’ Lunardo fa far il ponte, el ozi sarà compito e passe-rano di là, andando a Figaruol; et fa far uno altro ponte a 1’ Anguilara, per il qual si condurà alcune artellarie, ha mandalo a tuor a Padoa. Et scrive altre particularità, ut in litteris. Da poi disnar fu gran consejo. Et fu dato, per 239 i cai di X, sacramento solemne al principe di obser-var la sua promission, jusla il solilo; et cussi il resto dii consejo, andando a capello, zurono di obser-var la forma dii'suo capitular etc. Fo fato elétiom (di) un, al luogo di procurator, sier Francesco Zustignan, fo consier, clic cazete di la zonta, per esser do altri Zuslignani; et podestà et capitanio a Cividal di Bellun, sier Alexandro da cha’ da Pexaro, quondam sier Nicolò, fo capitanio in Cadore; et uno dii consejo di X, ordinario, che inanellava, sier Francesco Foscari, el cavalier, fo podestà a Padoa, el qual, poi fu 1’ anno pasato podestà a Padoa quando la si perse, mai era rimasto in alcun locho, si no di la zonta za 6 zorni et ozi dii consejo di X. Di corte, di V orator nostro, a horre 23, vene letere, date a Bologna, a dì 2 et 3, qual, lecte in colegio da li savij con il principe, il sumario è questo. Come il papa quel zorno di 2 ave la fie-vre, fino horre 22, poi mandò per 1’ orator nostro, • et era levà di leto; li medici dubita non si buti in quartana. Scrive coloquij auli insieme. Item, à fato 4000 fanti, olirà li 5900 bavia, e li mandano a Modena. El signor Fabricio Colona, con le 300 lanze di Spagna, che vien in ajulo dii papa, era zonlo al Tronto, e vien via. Item, di sguizari, li tre cantoni è saldi ; dii resto, spera che almeno non sarano con Fraina. Item, di Verona è nova, che li todeschi voleano danari, e fo in gran remor, e podio man-chò non lajasseno a pezi il ducila di BrervicJ», qual si salvò iu caxa dii ducila di Termeui. E poi fonno a