407 SÌDX, SETTEMBRE. 468 dar si ’1 marchese voi dar passo c viluarie al papa, con letere di credenza dii re di Pranza. Il rnarchexe li à risposto, è ubligà fin l’anima al papa, si che non poteva denegarli. Poi li dimandò, si ’1 volea esser col papa e la Signoria, o col roy di Pranza. Li rispose, non poi trazer suo fiol Federico, primogenito, di le man dii papa, ma vegneria a Bologna, a veder di averlo, poi, auto, li risponderà ; adeo tal risposta è sta laudata da soa santità. El qual marchese doman sarà lì a Bologna ; e dicto domino Alexandro li è andà conira, e lo scontrerà. E il papa chiamò esso orator nostro, presente dito domino Alexandro, e laudò esso rnarchexe, e si mostri una volta, dicendo, in fine li daria lui ducati X milia, e la Signoria li dagi ducati 50 milia; et voi sia capitanio zeneral di la Signoria et confalonier di la Chiesia, dicendo : Yojo spender tulli li mei danari per l’impresa; non vojo altro cha Perara ; poi vuj atenderete ad haver lutto il vostro. Scrive, il papa era in ledo con tcrznnella, voi luor damalina mana; ma una bona nova de tacita de’ francesi el resaneria subilo. Soa santità li dimandò, quando vera li oratori nostri ; li rispose, la Signoria nostra non sa dii zonzer di soa beatitudine a Bologna, e lien veriano presto. Item, è letere dii locotenente dii marchese di Mantoa, come fo preso per li nostri 350 cavali et 170 homeni, ussiti di Verona ; e che in Verona si muor da peste 30 al zor-no, e che fo chiama el suo consejo di ciladini e niun vi andò; e il ducha di Brexvich era zonto solo senza zente, e fo mandato a Peschiera per zente, acciò I’ acompagnasse a mirar in la terra; e che ’1 ducha di Termeni è in disacordia con francesi e alemani, e diceva : È mal aver i nimici dentro e di fuora. Dì Napoli, di Lunardo Anselmo, consolo, di 14. Come è sta in ledo assai, per il suo mal fran-zoso. 11 signor Pabricio Cotona è, stato li, auto danari e fato gran spexe, partito con 300 lanze e andato a Peschara, a far la monstra di le dite zente 222 vien in ajuto dii papa; e va con lui il conte di Monte Leone. Si dice sarà capitanio di la Chiesia. El qual prima maritò uno suo nepote in la fia dii conte di Maialoni, con dotta ducati 6000. Se dice verà etiam galee per ajuto dii papa. Di l’armata dii catholico re, eli’è ini Barbaria, nulla si ha; sono zonti molti schiavi, mandali per il conte Piero Navaro, capitanio di ditta armata, mori, presoni fati a Tripoli, e de fi si vendeno. Item, per la inquisitiom conlra i mara-ni, che si voi far de lì, di bordine dii re, la terra di Napoli è in combuslion ; e per questo è za andà uno orator neapolitano a la corte. Di Sicilia, de TJlìxes Salvador, consolo vo- stro ini Palermo, date a dì 3 septembrio, V ultime fonno di 1!) avosto. È zonti schiavi 1 400, di Piero Navaro, lì. Si vendeno a l’incanto ducali 3 fin 25 l’uno ; li danari vengono a la corte. E si aspetta, con altri navilij, forssi 1000 presi a Tripoli, dove fo presi da 8 in X milia. Niun scapolò, solum i andati e fuziti per paludi, e quelli andati ad arabi per soc-corsso ; et è stà morti etiam assa’ di l’armata. Il capitanio andò con 8 galie a Zerbi. Non volseno darsi, si ben veniva tuta 1’ armata, e se dice la prefata armata vi anderà ; el dì de San Bortolomio dovea darli’ la bataglia a Zerbi. Li tormenti lì valeno XI in Xil da mezo di....., ma non li è richiesta. Di campo, da Montagnana, di provedadori zeneralli, venc.no letere, date eri, a horre 20. Chome hanno auto letere di sier Zuan Diedo, pro-vedador, qual le mandano incluse, con avisi dii Po-lesene. Li hanno scrilo, si fazino forte a la Badia, e tengino la Torre Marchesana, per aver il ponte, e rimandi il resto di le zente in campo, e, bisognando nulla, sariano presto de lì. Item scriverlo, Soave tien sia di l’imperio; à mandato questa notte 600 cavalli, con el signor Chiapim, lì a Soave. Item scriveno, la morte di Latanzio da Bergamo è stà damilo, e saria bon far in suo locho sopra le arlella-rie. 11 signor Troylo Savello voria esser; tamen saria meglio far uno, alendesse a questo cargo et non ad altro. Item, se li manda danari ; il campo se disolve e le zente vanno via. Et eri sera li fo mandato ducali 4000. Etiam fonno mandali li danari in la Patria di Priul, per pagar le zente. Di Euigo, di sier Zuan Diedo, provedador, di 27, a li provedadori zenerali. Come vene i nimici di qua di Po, fanti 400 et cavali 150, e inteso per nostri questo ; et barche zercha 8 veneno versso Ponlichio, pur de i nimici, ma non veneno più in qua di Ponlichio, et ritornorono indriedo. Scrive, fa refar il ponte a Ponlichio; fra’ Lunardo è lì, con li cavali lizieri et le allre zente. Antonio di Castello et Bemeo Pisano sono a la Badia. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, provedador, di 28. Come domino Bortolo Pajello et Hiro-nimo Busello, deputati per la comunità, li hanno portalo letere dii signor Julio di San Severim, scrite in Verona, a lhoro drizate, per li danari el pagò per 222* visenlini, per la taja li fo imposta per lo imperio, et volendo vender le sede, el dito pagò per lhoro ; fo piezi Baymondo Nogaruola et Jacomo Lavagnol. Pertanto, li scrive esso signor Julio, debano darli li diti danari. Etiam li detc una letcra dii prefato Bay-