549 MDX, OTTOlìHi:. 550 conio è fato, e mostrano ozi star su le pratiche. Scrive, lo fenno questa note. E in questa note futi è stati im piedi, perchè fo hnrra si pensavano di fuzer aut esser presoni de’ francesi, e cussi lui è sta preparato tuta questa notte; ma Pavia, che governa el papa, ha tirato la cossa a questo modo, de neccessità 1’ ha convenuto far. À servito il papa Pavia; et è la ruina de Italia e de’ venitiani. Tuta questa note la terra è sta in arme, ma non è stà fato un mal al mondo. Li oralori, Spagna e Maximian, tutta questa notte sono andati suso e zoso in campo di Franza e dal Cardinal Pavia, percliè quello el diceva era fato; poi vene el signor Alberto da Carpi, a hore 9 di note, lì. Ite)n dice, Pavia stava su rideri et piaceri. Lo a-cordo se dizeè a questo modo: che il papa promete observar la liga di Cambrai. Secondo, che Ferara e le terre di Ferara siano poste in man di Franza, iin-perador e Spagna et Ingaltera, et che vedino poi quid agcndum: cosse per dar pasto al papa. Et dize: Pensate come staremo! Tertio, voleno che il roy dagi lui, senza il papa, tutti li beneficij di le terre e stato che ’1 possiede; et questo par duro capitolo 267 a li cardinali, e foresi questo si aconzerà. Il papa con effeto è venuto duro a questo capitolo di la liga ili Cambrai; ma Pavia, per nome dii papa, contentò. Et fato questa noie lo ditto acordo, Pavia per nome dii papa mandò a chiamar li cardinali. Li qualli non voi-seno andar, e disseno, che i non voleano vegnir di notte in trapola, ma vcriano di zorno; e il Cardinal Ragona vene dal Cardinal Medici et San Zorzi, che sono lì vicini, e concluseno non andar. Tamen questa matina sono stati li cardinali dal papa, el qual li à ditto che, astreto, convien far acordo; et che aspela zerlu risposta di campo, dal grani maistro di Milan, eli’ è sia fato firmar, con el suo exercilo, tre mia lontan di Bologna. E cussi li cardinali, poi pran-so, andorono a palazo. Il papa mostra star su le pratiche, ma lo acordo è fato; potria esser si inodifi-chasse qualcossa. Itati scrive, non vede altro re-medio cha redurssi im Padoa. Queste è di le male nove si possa sentir; de raxon, li tre oratori nostri, Trivixan, Mocenigo el Donado, anderano a palazo. El papa è in letto con la febre; si ticn non possi scapolar, perch *• el cognosse mollo ben lo eror suo a non spender, poi la vituperation et ignominia, e, si ’1 viveri, quod non credo, esser soloposlo a’ francesi; si ’I papa muor, come si liem quasi zerto, se zudega, li cardinali non scrano mai d’acordo. El Cardinal arborense, era a Roma, fo dito eri esser fuzito et andato a Napoli. Tulo questo è cortelli al papa, e, necccssilato di scampar, à fato acordo. Li Bcntivoy baveano aparechiato el disnar, e li altri lo arano gal-duto. Iteni, questa matina za cortesani vanno in campo di Franzi, eh’è min tre de lì lontano. I! papa dize non è concluso lo acordo, ma maneba certi capitoli. Scrive, fa per suo honor e dignità ; tamen lo acordo a hore 9 di note fo concluso. Bisogna aver pacientia. e pensnrse de’ rirnedij, e far ultimimi ili non morir, perchè il re di Franza non pensa altro, salvo la ruina de’ venitiani. Ifem è stà dito, Fabri-cio Colonna non voi venir lì a Bologna, ma voi tuor Urzino, eh’ è pur ne le juriditione. Tieni. è stato sunimo mani' da l’orator Donato, a dirli il tutto, perchè sta lì vicino, e andò con lui da li altri do oratori nostri, qualli 0 sapea, el li lassò tutti tre insieme. Et scontrò il secretano dii Cardinal Grimano, e quel dii Cornaro, cardinali nostri, andavano da lhoro. Tieni scrive, se li oratori si partirà,- come el crede farano, tornerà con lhoro. Itcm, luta questa note il papa, risonando, diceva : Morirò, morirò, orsù, voglio morir I Poi diseva: Andarò presom de’ francesi, de’ francesi ! Questo non serà vero. Toro il veneno da mi, toro il veneno al tulio ! E cussi tuta questa notte su queste pratiche ha rabiato; non à mai dormito tuta 267* questa notte. E, parlili li cardinali, tolse un pocho di cibo, ben che za do zorni à pocho manzato, poi si messe a possar. L’oralor Donato è andato dal papa. Non à mandalo ozi iterum per li cardinali, perchè ’I disse aspetar zerta risposta dii campo francese; tamen sono acordati. Pur per Bologna vien ditto, non è falto lo acordo, ma elio ’1 se trama. Magari non lo bavesseno fatto! Itcm, il campo nimiebo è retirato adreto, dove 1’ era, eli’ è segno chiaro che l’è fato F acordo, e tute queste longeze sono per re-putatioiie etc. Dii dito, di 20, liorrc 2 di note. Coinè il co-rier con le letere è restato ; e perliò scrive, ozi è zonli 500 fanti di Chamerin, ben in bordine, et 1500 à fato il papa far la monslra im piaza. Il vulgo dize non si farà l’acordo; ma lo acordo è fatto. L’orator nostro Donalo ozi è slato a palazo più di tre borre; non à parlato al papa, ma al Cardinal Pavia, perchè diceano il papa ripossava; non voi niuno li parli, per non muoverlo di la oppinion; à zurato minar il mondo; a tutti dicono li habiamo inanellalo di fede, ch’è tutto Popposito. Ozi, a borre 23, tornò di campo el signor Alberto da Carpi, con el conte Zuam Francesco da la Mirandola, e andono dal papa. Li cardinali, che doveano chiamar, non sono stà chiamali. Poi, a 24 borre, zonseno di campo li oratori, Spagna e Maximian, et mandono a chiamar li cardinali ; e in questa borra, do di note, il Cardinal de