Ili MDX, AGOSTO. 112 manderemo di altri per pagar le zente. Sier Francesco Capello, el cavalier, andò in renga, exclamando si mandasse danari, et chi ha dagi, e lui darà le veste, che non à danari, né è tempo di aspetar più, et simile parole. Non li fo risposto, perchè laudò la letera. Ave 6 di no. Fu posto, per li dili, ai preflati provedadori ze-nerali, provedino al fiol di Martim dal Borgo, con-testahele, qual l'u morto a Moncelese; sì che l’babbi di beni di rebelli quello a lhoro pareno. E fu presa. Fu posto, per li diti, di tuor licentia dal senato, di relaxar il conte Philippo di Rossi di prexon, et mandarlo al papa, richiesto da soa beatitudine, con la cauzion di suo fradello, episcopo di Treviso, ut in litteris Bomce; el l'u presa. Et, in executiom, fo mandali sier Francesco Foscari e sier Nicolò Bernardo, erano in setimana, di colegio zoso, a parlar col dito episcopo di questa materia. El qual era venuto irn palazo, perchè fo mandato per lui. Fu poslo, per Jo, Marin Sanudo, sier Faustim Barbo e sier Vido Antonio Trivixan, savij ai ordeni, una parte, notada de mia man, zercha quelli faliseno su le galie e altri navilij armati, e tncherano più di una volta danari, li sia tajà la zima dii naso, ut in parte, la qual sarà scripta qui avanti. Et fo optima provisiom. Ave 12 di no; e fu presa. Fu posto, per tutti i savij e nui, una letera a sier Marco Antonio Contarmi, capitanio ini Po, come mandi a tuor Ruigo e il Polesene, e li mandemo ganzare, barche e (uste, e perdoni a tutti quelli dii ditto Polesene iosseno stati rebelli, et manderemo cavalli lizieri a quella volta, per ajutar la impresa etc. Et Jo andai in renga, dicendo saria da far provision di altro capitanio im Po, et questo restasse lì in 1’ Adexe, e fìci lezer la mia oppinion. Non parse al consejo. Sier Vido Antonio Trivixan mi rispose. Hor fo conzà la parte di mandar al dito capitanio una fusta etc. Ave 6 di no. E Dio volesse fosse stà fato a mio modo, atento savea, questo capitanio non si portava ben etc. Fu posto, per i consejeri, cai di 40 e savij tutti di colegio, dar a quelli di le nave tanto e altratanto, per la sua retenzion fata in Cypro. Et sier Piero Contarmi volse parlar ; 1’ hora era tarda, et fo licentiato el pregadi. Noto, in l’ultimo consejo di X fu preso parte, di relusar di prexon, videlicet di camera di signori di notte, domino Gaieoto di Nogaruole, el cavalier, ci-tadim veronese, con segurtà, di star in questa terra, di domino Rigo Antonio de Gotis, doctor, vicentino, avoehalo, e alcuni altri ; e cussi va per la terra. Sumario di una letera dii conte Hironimo da 54 Porzil, da Poma, di 7 avosto 1510, driza- ta a sier Zuan Badoer, dotor et cavalier. Come si ave nova di la presa de Tripoli per Pietro Navaro; e come lui ha scriplo lì a Roma, a 1’ o-rator yspano, haverla presa el dì de Santo Jacomo, protetor de Hispania, e haver morto X milia mori et facli presoni asai. Et che erano dui merchadanti in Tripuli, che haveano fama de haver un million d’ oro per uno de contanti ; che, se cussi fosse, et che tal danari venisseno in man del re, se poria far jnditio de gran cosse. Se dice d’alcuni per certo, che ’1 ducha di Savoja ha denegato el passo a’ sgui-zari ; de li quali, francesi fanno demostralione de haver paura, et fano provisione. Et per quanto intende da uno de lhoro che sa, il re di Pranza mandarà pocha zente in Italia, oltra quelle 200 lanze de zen-tilhomeni. Et dubitano, in sccretis, molto, che l’im-perator et il re di Spagna non lo lassa in suta, per la promessa et seguranza, che alias feceno questi doi al papa, de pigliare le arme contra al re de Franza, casu quo il volesse offender il papa; e perhò francesi dubitano, che questo mover de guerra, che fa il papa al duca di Ferara, et per consequente mover le arme conira al papa, che li predicti signori im-perator et re di Spagna possint legitime et jliste inferre bellum regi francorum. Et de questa sua suspicion scrive de certa scientia, ma voria veder lo effecto, et questo expectar lo crucia. Item, sono letere di Bologna, questa notte, che l’exercito dii papa ha recuperato Codignola, et sequiva la vito-ria; et, per quanto si dice, il duca di Ferara non ha molta zente. Contra el quale crede venere proximo se publicherà la bolla, molto aspera et più de niuna altra che fosse mai facta, et contra quoscumque prcestantes favorem etc.; et forsi se ne farà un’altra ancor più universale etc. Fiorentini dicono non se voler inipazare in questa guerra, nè per l’uno nè per l’altro. Crede che ’1 papa se contenterà, pur ehc lo observano; quod non credo. Il cardinale de Medici era andato fora per questo estate, et è ritornato, et ozi ha pransato con il papa, non sine mysterio. Questo mese passato il papa ha tochato, solamente de morte de scriptori apostolici, diece milia ducati ; et da poi ze n’è morti de li altri, et tanti, che arivarà forsi a la summa de ducati 40 milia. E li piace, che a l’animo del pontifìce non manchano anche li danari de dì in dì, senza quelli che sono in deposito. E al papa seti molto ubligati, sì che sapiati