311 MDX, SETTEMBRE. 312 ■ me. Manda letere vano a Roma, zoè al papa ; e siano mandate presto, perchè queste è o per romper o per aconzar le cosse di la Signoria nostra con l’imperador. Di pre’ Nicolò, date a dì 5, a quel suo prete di San Moisè. Come eri zonse el ducha di Brexvich, il conte Christoforo e Marco Cam, lì, con li corvati, parte è andati di longo, parte vien drio. L’imperador è sdegnato, non voi trieve ; vede non à letere di Roma, e in oto zorni i Focher hanno letere di Roma, e il signor Constantin à ’ute do sole poi è de lì. Item, eri domino Paulo Lechtistener parlò con co: lora al signor, che il re non voi trieve ; e che ’1 campo nostro era a Vicenza. Item scrive, post scripta, hanno, nostri aver aquistato Vicenza, man-cha Lignago e Verona. L’imperador è andato a Fol-chier versso sguizari. 1-48 * Dii capitanio di Po, date a Pontichio, a dì 7. Come farà vendemar le uve di le possession di la Signoria nostra e altri rebelli, e bater li fermenti di la Signoria nostra, e li manderano zoso. Dii dito, a Jiore 19, ivi. Come ha, per una spia, il campo dii papa tra Caxa Biancha e Casumaro, sora Po, è alozato; e la Stella si bombarda, et eri sentì bombardar. Et, come fo compito il ponte a Pon-lichio, fra’ Lunardo passò e andò a la Pelosella ; è restà il conte Guido Rangon, per esser amalato. Item, esso capitanio chiamò quelli capi di balestrieri, dolendossi dì damni fano le lhoro compagnie a quelli poveri dii Polesene ; si scusono, e fariano il tutto non seguisse più. Item, scrive doman tibierà tormenti ; voi uno burchio, e sachi, si mandi a la Boara, perchè de lì non è burchij, e lo cargerà di tormenti per questa terra. Di la Badia, di sier Jacomo Mar sello, prò-vedador, di 6. Come li fanti di Francesco Calsom abandonò Castel Novo, poi fo occupà per quelli dii ducha, e postoli dentro fanti 25. Item, per uno, venuto di Ferara, ha il campo dìi ducha esser in Fe-rara intrato, im pressa; e a Figaruol esser pochi fanti. Dii vice capitanio al colfo, date a le For-nase, a dì 7, horre XI. Come a bore 8 si levò, con el baston in man, con oppinion de intrar im Po ; e quelle zurme, mal contente, mai volseno vogar. Conclude, non li basta l’animo far 0 ; è mexi . . è fuora, et hanno la licentia in mano. Di Chiosa, dii podestà, di eri. Come à rnandà le letere al capitanio vice dìi colfo, per l’armirajo. Item, per do fuste di ferraresi, ha, in Volane esser sta prese tre nostre barche. Item, scrive nove dii capitanio di Po. À di Ravena, che '1 papa ozi dovea esser a Santa Maria di Loreto, vien poi a Rimano et Ravena, dove si preparavano alozamenti. Di Vicenso Ouidoto, secretano, in sifra, date a Modena, a dì 3, horre 22. Come gionse lì, dove vene il legato Pavia. E perchè tra Rezo e Ruberà erano venuti francesi, zoè monsignor di Mon-tasom, domino Lodovico Palavicino, domino Theo-doro Triulzì, esso Cardinal legato vene in campo dal ducha di Urbin, e parlono insieme; poi partì per Modena, con 200 lanze, 200 cavali lizieri, 800 fanti, e, trovato dal governador, era in Modena do citadini di Ronchi, li retene. La terra era in arme, è stata im pericolo di perderssi. Il campo, col ducha, restò al Bondem; linde il Cardinal li disse: Scrivè a la Signoria, mandi più cavali lizieri la puoi al Bondem, e armata a luti do i capitanij di Po; ta-men, che havia aviso si haveano ben portàl’armata, andata a Francolini, e preso poi quel Maxino dal Forno. Et hanno poi, le zente di Ferara ussiteno; e nostri rompe’ il ponte, qual haveano fatto. Replicha, 149 vene lì a Modena, dii suo campo, 200 lanze, 200 cavali lizieri, 1500 fanti ; e cussi in questa note dicno andar a trovar li francesi, alozati ut supra; e il signor Rizardo, fratello dii legato, non volse, non sa la causa, à dà di mormorar a tutti de lì. Item scri-veno, questa altra notte dieno andar certo fuori. El papa è desiderato, chè, si ’1 non vien, 0 sarà. Dii dito, ivi, di 4, horre 22. Come, justa l’hordine dato, quelle zente ussiteno, e andono ad asaltar li inimici francesi, a Morzaja, villa mia 7 lontano, dove i erano alozati. Fonno a le man un pocho, presi di lhoro 6 homeni d’arme. Il signor Zuan Vitelli, fradello dii signor Chiapim, si portò bene; e fono presi do homeni d’arme di soi da’francesi. Item, poi, a horre 23, scrive haver nova, che eri quelli sono in Ferara ussiteno versso Bologna, facendo damni, corendo sul bolognese, facendo presoni, adeo quelli dii bolognese corevano in la terra ; e questo è stà causa il ritrarsi dii campo dii papa. Carga il legato, causa omnium malorum. Et nota, dite do letere fonno mandate a l’orator nostro in corte. Di Bavena, di Buierto de Nobilibus, cava-lier, doctor, governador de lì, di 6. Come à ricevuto le letere, vano al secretario nostro a presso il legato, e le hanno mandate. Di sier Andrea Zivran, provedador sora i stratioti, date in Cao d’Istria, a dì 7. Come tandem à inbarchà Geta Renessi, capo di stratioti ; et il resto di la compagnia non li ha mandati, per