287 MDX, SETTEMBRE. 288 dite le altre letere, è zonto uno messo di Manloa, con letere dii marchese, qual le mandano a la Signoria nostra ; e li scrive di la liberatiom dii conte Gujelmo. Avisano, non fu preso da li nostri stratioti, ma ben have lo incalzo fino su le porte di Verona ; et dicono, quanto al strenzer Verona, vedeno le zente dii campo rabiate, per lion haver li soi danari ; Chiriacho e Zitolo dimandano danari. Item, aspe-tano la risposta zereha al tuor li spagnoli sono in Verona ; et zercha la compagnia di Vitelli, scriveno il parer llioro. Lauda il meler le poste, acciò si habino le letere preste. Item, hanno di Verona, che ozi, volendo far sacomam,è ussito fuori il ducha di Ter-meni, con le zente d’armò et 4 compagnie di fanla-rie, per farli scorta ; e subito li cavali lizieri nostri ussiteno in campagna, e lhoro se ritraseno in la terra ; et, por oppinion lhoro, la voriano strenzer. Item, quanto al sajon d’ oro di domino Andrea Le-ditistener, che li lo scriio vedesse che Zuan Forte, che lo ave, Io voy restituir per li danari li costò, li hanno parlato. E1 qual Zam Forte dice, lo comprò suo iìol per lui. . Di Mantoa, dii marchexe, senza zifra, a li provedadori in campo, data a dì 4, soto senta: Vostro fiol, et marchexe di Mantoa, Come li prega, che ’1 conte Gujelmo, qual mandava in Verona dal signor Zuanne, per bona causa, et è sta preso da li stradioti, sia lassalo. Item, scrive le cosse de’ sgui-zari vanno bene, come per letere, qual manda, si ha. Lui fa opera bona con veronesi ; si duol, li presoni veronesi, è a Veniexia, non siano lassati. Manda il Folegino e Zuan Francesco Valier a la Signoria, per ultimar la cossa ; aricorda si slrenzi Verona, e non 137* se indusij, perchè non hanno da manzar dentro. Il papa è zonto a Urbin e vien a Bologna ; dal qual à ’uto licenlia. Spera far conira questi barbari, et si ricomanda e manda letere di nove. Di lo episcopo scnonese, di 24, al marchese di Mantoa. Come manda letere va al papa, prega le mandi subito. Le cosse è in ordine, pur dal nostro signor non mancha. Di Alberto Sulicher, date a Valese, a presso Belinzona, a dì 24, drittata a uno domino Paris. Scrive, le cosse de li vanno bene. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, proveda-dor, di ozi, horre 12. Come manda letere di campo. La terra sta meglio, eri tre amalati et tre morti, in lochi vechij. Provede meglio el poi ; et si mandi il camerlengo e scrivali di la camera de lì. Noto, era prima uno sier Piero Baffo, camerlengo, ma non parse al colegio mandarlo. Di Tluìgo, di sier Silvestro Pixani, prove-dador, date eri, hore 20. Come à recevuto letere, che fra’ Lunardo non vadi, con la compagnia, in campo ; e cussi li farà intender. Item, eri, a hore 2 di note, à aviso dii capitanio di Po, per una spia, le zente dii papa esser a San Zuanne a presso Modena ; e di Ferara esser ussiti G00 fanti, venuti a Francolini, per passar di qua, per tuor l’armada nostra, et hanno XI pezi de arlelaria, et in questa note passe-rano. E cussi, hauto consulto con fra’ Lunardo, ha terminà esso capitanio di Po retrarsi con l’armada, e venir versso Pontichio; e cussi farà esso fra’ Lunardo, bisognando, con li cavali lizieri. Et ha, che essi ferraresi meterano in bordine tre passi, per passar Po di qua. Di Udene, di sier Antonio Zustignan, do-tor, vice luogotenente, et sier Alvixe Dolfim, provedador zeneral, di 3. Come li stratioti, erano lì in la Patria, è partiti ; e non si sa dove siano andati. Fu posto, per i savij d’ acordo, una letera a li provedadori zenerali in campo, debino strenzer Verona ; li laudemo, sì come essi scriveno voler far ; li mandassemo eri sera ducati 5000, diman ne manderemo ducati 4000. Quanto a tuor li spagnoli, è mal, hessendo in Verona le zente yspane, poi per li brisegelli, che mal si portano con essi spagnoli, ta-men si remetemo a lhoro. Con altre parole, ma questa è la suslantia. Ave 13 di no. Fu posto, per li diti, la parte, persa l’altro zor-no, che ’1 colegio possi conzar le tanxe di oficij, a bosoli e balote. Il consejo mormorò, et li savij con-zono, che dita cossa tutta, e la balotazion, sia commessa a li XV savij in Rialto. Et fu presa. Fu posto, per Jo, Marin Sanudo, sier Lorenzo Orio, dotor, et sier Piero Morexini, savij ai ordeni, una parte, atenlo li merchadanti di Alexandria e Ba-ruto habino pagà una volta i so dreti e dacij, con le merchadantie andò con le galie, le possino mandar iterum, non pagando altro. Ave 4 di no. Fu posto, per i consieri, cai di 40, savij dii con-sejo e di terra ferma, che la causa de l’isola de Zia, intervenendo li Perniarmi, qual fo commessa ai savij ai ordeni presenti, e, compiendo, che sia perlongà 1’ oficio lhoro quanto in hoc, e vadino con le lhoro oppinion a la quarantia zivil, ut in parte. Ave 4 di no. La copia sarà qui avanti. Et, licenliato il pregadi, restò consejo di X con la zonta. E tolseno im pregadi sier Carlo Moro, quon: dam sier Lunardo, con li ducati 1000 prestadi, vi-delicet ducali 500 de pr(esenti, il resto in cao il mexe. Nè altro fu fallo,