359 MDX, SETTEMBRE. 360 una galia bastarda et una soW, di quelle sona fuora, partino batizà la f, e la muda 8 aprii. Et sier Piero Morexini, mio colega, per esser in setimana, volse risponder, linde sier Marco Bolani, sier Piero Duo-do, sier Francesco Foscari, sier Piero Capello, sier Alvise da Molin, savij dii consejo, sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, sier Andrea Trivixan, el cavalier, messeno indusiar fin 15 zorni, e in questo mezo si debi conzar le galie in l’arsenal per diti viazi poste eie. Et Jo, Marin Sanudo, parlai su questa indusia, e su la opinion dii navegar ; mi rispose sier Alvise da Molim, savio dii consejo. Parlò poi sier Vido Antonio Trivixam. Andò le parte: 60 la nostra, 110di savij. Et fu presa la indusia, die fo pessima e dolorosa parte. A dì 17. In colegio. Vene il vescovo di Rossi, di Treviso, qual, sentato a presso il principe, mostrò una lelera di suo fratello, conte Filippo, di 12, da Sinigaja. Li scrive, come è per esser più in prexon cha mai ; à dimanda 4 cosse al papa, ma 0 à potuto haver. Le qual sono queste : primo, luto il suo stalo havia el quondam conle Piero Maria, suo avo, im parmesana; 2.°, condula, sì come havia auto; 3.°, provision dii viver suo; 4.°, zenteda otenir. Et il papa voi el vadi con pocha reputation etc. 11 principe li disse, è ben el vadi con destreza col papa, e li dovesse scriver. E cussi li scrisse mollo caldamente. Noto, fo manda eri sera in campo ducati 6000. Item, la terra ozi 15, X morti et 5 amaladi, che più non è sta tanti ; sì che la non sta bene, ma è pienissima di forestieri di ogni sorte e assaissimi vicentini. Vene sier Vicenzo Polani, quondam sier Jacomo, vien di Roma. Referì alcune cosse zercha biscoti, e le provision fate per l’orator nostro sopra questo. Veneno sier Zuan Trivixam e sier Marco Lore-dan, avogadori di comun, sopra i beni di rebelli. Et li fo ordinato desse stera 50 formento et vin cara 4 a la mojcr dii quondam capitanio di le fantarie, qual sta qui. Item, parlalo di Tormenti di rebelli et di vini di padoani, dove hanno Zuan Candì, suo scri-van, a Padoa. Di campo, vene letere di provedadori generali, date eri, horre 13, sopra il monte a presso Castel San Felixe. Come si levono da San Martino, col campo, a horre do di note. E con gran dificultà fonno condute le artellarie per le strade dii monte, che, per la pioza, li cari le conduceano si rebaltono; tandem fonno condute per la strada fangosa ; è assa’ pezi. Laudano Latanzio di Bergamo, è sopra dite ar-telarie, qual usò diligentia in questo. E cussi, apre- sentadi, do horre avanti di, uno trar di balestro lontano dii dito castello di San Felise, piantati pezi 7, fonno salutati da quelli dentro da archibusi e falco-neti ; ma, poi che li nostri comenzono a trar con li falconeti, fo leva le difese via, e i nimici non hanno più trato. Fo condute poi il resto di le artelarie, e 169 bateno il castello ; tutavia i nimici dentro sono in gran teror, e tien abandonerano li castelli. Di Mario, canzelier dii Zitolo, date, ut su-pra, a hore X, a Piero di Bibiena. Scrive, come a horre 6 arivono l’artellarie e il campo, e comenzono a trar nostri con gran cuor. Le fantarie sono alozate a presso l’artelarie e soto i muri ; e viiani con gran volontà. È le fantarie alozate, parte fra il castello e parte fra l’artellarie. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, prove-dador, di eri, horre 24. Come à mandato in campo 7 in 8 casoni di pam. Ritieni i cari, per il campo, che vien in la terra. Et manda una letera auta, con nove di le parte di sopra. Di Matio di Perii, date a dì 12, in Gajo, al provedador di Vicenza. Come, per 4 venuti di Alla, à che do bandiere di todeschi, numero 600, el 40 homeni a cavalo, passono da Perzene, è a Trento, e vanno in Verona. Questi vieneno di Gorizia, dove lì in Goricia è venuti una sorte di homeni, non sa dove i sia. Di Padoa, di eri, di rectori. Zercha pan, mandato in campo. Et come Zuan Paulo Manfron, e il fiol Julio, sono amalati di febre, parlili di campo, venuti a Cologna ; vieneno per aqua lì, et hanno mandalo a prepararsi caxa. Item, in una altra letera, scrivono in laude di sier Bertuzi da Canal, quondam sier Antonio, stato de lì, et operatosi ben et servito a li repari et altro. E nota, el dito è bandizà per ladro, era visdomino in fontego di todeschi, robò e vien stridà ogni anno. Fo retenuto e posto im pre-xom e scampò ; horra è qui a Padoa. Di Cologna, di sier Pelegrim da Canal, podestà, date a dì 16. Dii zonzer lì dii Manfron, e il fiol, di campo, amalati ; li visilono. À tre medici. Domino Zuan Paulo à febre terzana continua, dolori etc. Voi andar a Padoa, e prega la Signoria li mandi medici ; el qual si disconforta. 11 fiol questa note sta meglio. Di Citadella, di sier Gregorio Pizamano, provedador, di 15. Come, justa i mandati, vederà i beni di rebelli, e aviserà. Di Fdtre, di sier Zrnrn Dolfrn, provedador, di 15. Come è venuto lì provedador, di ordine dii provedador Mocenigo. Li citadini sono dispersi,