355 MDX, SETTEMBRE. 356 12, clic non ne havea. Item, il comissario dii papa à consulta mandar do bregantini, per saper di 1’ ar-mada nimicha, e la nostra scorer di longo; la qual si tien sia a Porto Venere. Et essendo cussi, nostri andar a Zenoa; ma, non vi hessendo, tuor Porto Venere. Item, esso comissario à danari per far 1000 fanti. Item, manda una letera di domino Jannes a Piero di Bibiena. Si scusa, non poi scriver a la Signoria, per non aver il suo canzelier. Di Janus da Campo Fregoso, in galia, a Piombini, a dì 2, a Piero di Bibiena. Zercha l’armata. E non vi è in tuto su l’armata fanti 300; e il papa voi prender Zenoa eie. Di domino Lunardo Grasso, prothonotario, date in campo, a San Martin, a dì 14, ìiorre 21, a sier Nicolò Zar zi. Avisa dii zonzer 150 cavali in tuto in Verona, mal conditionati. Zuoba vene-no'fuora 200 cavali. Fo cridato in campo: In arme! E il provedador Capello e lui cavalcbono intorno, aziò in strada non si facesse violentie a dii conduce- 167 va vituarie in campo. Et il provedador Griti pagava le fantarie ; el qual voi esser a veder dar danari a tutti. E subito tuti do fonno a le sbare in campagna, e in uno quarto di borra fonno più di 2000 cavali lizieri di nostri, le zente d’arme al suo locbo, le fantarie a l’ordinanza, pareva tutti boni. Quelli di Verona bombardavano a furia contra li turchi, stra-dioti e balestrieri, che li andorono fina a le so sbare, e introno in lhor repari, preseno de i nimici circha 16, tra i qual cinque gambareschi. Li turchi si por-torono ben, maxime il conte Zuane, homo valoroso e animoso, fe’ da uno Cesaro, mediante uno cavallo li vendete lui, qual l’hebe dal magnifico domino Christofal Moro. Eri similiter fo cridato a l’arme, per esser venuti li nemici in el principio di la campagna. Se li andò contra, et 0 fu facto, excepto uno stradioto, nepote di Mercurio, valente zovene, per suo deflecto fo morto in campagna, per andar senza corazina nè targa ; à recressuto a lutti. Eri li pro-vedadori mandono, per bomeni dii paese, lui, et la note etiam lui mandò atorno ; ebbe guastatori, adeo li proveditori non si poteno dar pace, li havesse trovali sì presto. Di Chioza, dii podestà, di eri. Come è zonto lì uno trombeta, con teiere dii Cardinal Pavia, legato, qual è a Modena. Item, à parlato con uno, vien di Modena, partì a dì 7. Dice, dito legato esser lì, e • Zuan Vitello, il signor Hizardo, fradello dii legalo, Guido Guaim; e scrive, con il numero di le zente è, voleno andar a Rubiera, dove è Galeazo Palavisim, con 800 cavali et... fanti. E andati, fonno a le man sopra la giara de Sedia con essi inimici, dove fonno presi 8 cavali francesi, tra i qual uno homo da conto. E che dito Cardinal partiva de lì, per andar a Bologna conira il papa. 11 campo dii papa è tra el Final e Modena. Item, dito trombeta dice, che ’1 scontrò Zuan Paulo Bajon, sanato, che '1 tornava in campo a Castel Bolognese, et si racomandava a la Signoria-nostra. Item, che fiorentini haveano cresiuto le sue zente, dubitando di la partita da Ihoro dii signor Marco Antonio Colona. Et il papa eri dovea zonzer a Rimino. Item, esso podestà mandò eri tre barche di Chioza, armate, in Are. Di .sier Hironimo Capello, vice capitanio al colfo, date a le Fornase, in galia, a dì 14. Come à dii mal assai, et dimanda lieentia. Di Gìvidal di Bellum, di sier Alvixc Moze-nigo, el cavalier, provedador generai, di 14. Come volea andar im Primier e Texim a destruzerli, come scrisse di voler far, hessendo a Treviso. Scrive aver recuperà Agorth, era XX milia taje, dove è anime 3500. Et manda la copia di la letera scrisse a Lunardo Felzer, non per far trieve, ma ben convicinar. Scrive, di Agort si poi aver animalli ; et ha ’uto lanze 1500, con i ferri a la guizara, e le ha mandate a 1’ arsenal, per la via di Treviso; e Carlo Aleandro, è de lì, fa bon officio per l’arsenal. Dii dito, di 14, ivi. Come le zente e il ducha di Brexvich, inteso la morte dii principe di Ayrialt, e tolse la volta di Verona ; e quel Felzer e Pulcher, volendo far mal officio, li scrisse ete. E, stato esso provedador do dì de lì, verà a repatriar. IH TJdene, dii vice loeotenente e proveda- 167* dor Dolfim. In la prima, dii suo partir di esso provedador, con la lieentia anta. Item, dii zonzer lì a Udenc sier Zuan Vituri, designato provedador. Item, scrivono aver mandato Matio dal Borgo, con la compagnia soa, a Gradiscila ; el qual va volentieri etc. Nolo. Dito sier Alvixe Dolfim, provedador, zonse eri di qui, amalato etc. Et leto le letere, li savij andono in camera a consultar di scriver a Roma. Et la Signoria restò a lezer le letere. Da poi disnar fo pregadi, ma a nona vene le in-frascrite letere di le poste, le qual fono lede in camera dii principe. Di campo, da San Martim, di provedadori generali, di eri, ìiore 2 di note. Come haveano posto l’hordine, hessendo aquietà il tempo, levarsi, a horra una di note, con tutto il campo, e strenzersi soto Verona, e lassar Meleagro da Forlì et Zuan Griego a la porta dii Vescovo, con 800 cavali lizieri