709 UDX, DECEMBRE. 710 per far e con loro menar in Coloehut. E dito Silvestro è slà in quelle parte, e fazilmente quella menu-tamente li progressi soi intender potrà, e dize tuto l’arzento e oro ussir per la India, e tal hanno*sum-ma neccessità per la exlration continua. Item, asse per certissimo, el catliolico re esser stà jurato principe e govern:idor per anni #X, ben d’aconjo e de consentimento de la cesarea majestà ^ del serenissimo principo arziducha, e li grandi di Castiglia e Sanzes ben fazeva proveder. E del partir queste do galie questa note per Napoli, se dize in favor del pontifice ; ed è slà dà el viver a le fantarie, etiam per Italia el forzo aviate. De corte, è dito venir l’bordene, per aviso de quella. Formenti tari XI la salma zeneral, e ne sono assai, e per nulla parte è dimandà trate, si baveria con alcuno novo adito. Quel più seguirà vostra signoria ne haverà noticia. Presto a’ mandati di la illustrissima signoria vostra. E prego l’Altissimo, prosperi el suo stado, et in la gratia sua ne habbi per ricomandati. 359 Copia de una letera di sier Pelegrin Venier, quondam sier Domcnego, data im Palermo, a dì X novembrio, et drizata a la Signoria nostra, et recevuta a dì ... dezembrio. Come a dì 8 fo l’ultima soa. Hora, per letere di Tunis, di 9, in forestieri, si ha, quel serenissimo re haver fato bona compagnia a lutti i merchadanti christiani; non ostante la perdita de Tripoli, che mori con li suo’ papà volevano amazar tuti li christiani ; e dito re montò a cavalo, e disse voleva fus-seno salvi, per esser venuti sotto la fede sua, e quelli li ofendeva a pena la vita ; et la note a trenta et 40 per fontego teniva, fina eh’ ebeno la nova de la rota, per mori data a l’armada e zente de questa catholicha corona, de la qual fezeno festa; e pocho temeno, le varde fureno levate, e nulo più danifi-chava quelli, ma stavano corno prima. Per non esser letere de merchadanti nostri, et per esser venuto uno bregantim, per parlicular, forssi per la corte spazato, de qui se intenderà. E quel re non voler pagar la nazion noslra, come porla el dover; tamen di Ihor 0 hanno. Afermano, el prefato re star ben proveduto, e aver da numero XX milia schiopetieri, continuamente se exercitano in tal arte, balestrieri più di 30 milia, altri d’altre arme, ar-mada da numero XX milia. E per arabi esser stà taglià la testa a quel signor, faceva guerra con quelli e con el prefato re, per averli promesso ducali 300 milia de beverazo. E non temeno più di fuora ; e da arabi, dal capo de Cartagine e quelli contorni, aver presto a suo’-bisogni bon numero di zente a piedi ed a cavalo, lai che a dirlo li par fabule. E come era zerli zudei d’Alemagna, renegati, qualli havea fato de'continuo arlellarie de diversse qualli-tà, e de bon.numero; e con bon animo stevano per la conquista de Tripoli. El suo manifeto in campo mandava tulli i arabi atorno Tripoli, ma non si crede lo otegnirano, tanto è la forteza sua, et esser ben munito de ogni pressidio, e continue ne va di qui, e de altre parte, zente. Olirà che ’1 ne son letere de Barzelona, de 9, alcuni dize, stevano con dubito, de brevi la catholicha majeslà conira Franza si scoprirà ; e per qualche fide digno è stà dito, e presto se sia per sentir tal effecto. Questo catholico re con la noslra illustrissima Signoria sarà in bona confcderation e optiina intelligentia; il che da tutti è ben fìrmado e disialo, per l’antiquissimo odio hanno, signanter questo regno, contra francesi, oltra che hanno necessità di molle cosse, solite esser portò con le galie nostre, che navega ubi-que, di qui. Item de qui, per Civita Vechia, una barza, per 359* la corte, si manda, con 14 bandiere de fanti suso, con capetanij, sono ritornati de Tripoli, dandoli vi-tuarie e pasazo francho, che al servizio dii papa passar se judicha. Item, per alcuni, pur di Barzelona, è dito, la persona propia dii re volerse transferir a Napoli; pur alcuni non lo crede. È andà publicho bando, non si possi parlar, nè sì nè no, et esser stà frustà alcuni increduli; pur el non si crede, per ritrovarsi in Vajadulit, in Castiglia. Ben mollo si parla, dover venir in dito locho di Napoli el reverendissimo episcopo, fiol dii re, con el signor gran capitanio, el qual ogni stato, teniva in reame, à dà in dota a la fiola seconda soa, maridata nel fiol dii prefalo reverendissimo episcopo. Item, esser afermala solidissima liga e indisolubile fra l’imperio el la catholicha majestà et il serenissimo arziducha, per 20 anni, clic sua alteza stagi pacificho governa* dor omnipotenle di Castiglia ; e cussi è slà jurato da li grandi, de volontà di prenominali imperiai corona et il fiol. De la impresa d’Africha mostrava prozieder lento gradu. A quel per avanti se diceva de l’armada de la Peloxa, non se intende altro che la sia partila, imo per molti è referito, el capitanio Petro Navaro, con molte barze, non se saper dove siano. Molli dubitano siano perdute, che non si ha che mai le fusse zonte a la Peloxa la persona sua, nè altrove, con verità ; sì che, si questo fusse, non seria che per seguir mal assai. Item, per via dila è