363 MDX, SETTEMBRE. 364 expediti tre presonieri di Noal, uno confina a Cher-so, l’altro in Arbe. Et veneno le infrascripte letere, le qual in dito consejo fo lete: Di campo, di eri, Jwre 2 di note, date a presso San Felixe, di provedadori zenerali; zonseno a horre 23. Come quel zorno, continuando il trazer, hanno ruinà dii muro dii castello, e levato la fazata e uno turion ; e potevano dar in quella sera la bataja, ma hanno soprastato fin la malina, per veder si la notte quelli di la terra mandaseno qualcheunó fuori a patizar. Atenderano a continuar quella nocte il bombardar, per butar zoso uno turion, e damatina darli la bataja. Si duoleno non ha-ver guastatori ; e di contadini, venuti dii veronese et visenlino. Item, eri fenno le monstre, sono 600 armali et guastatori 500 ; ai qual hanno dato, za tre zorni, pan et vino, perchè quelli che veneno fuziteno via. Laudano li 200 guastadori di Lalanzio, qualli al condur l’artellarie suso si portono ben. Item, hanno auto una letera di Manto», dii nontio apostoliche, che, zercha sguizari, sono rimasti suspesi ; la qual la mandano: Et li hano risposto in bona forma, e seri-loli in che termine si trova el caslel San Felixe. Di Mantoa, di domino Aìexandro Gabio-neti, nontio apostolico, a li provedadori in cam-170* po, date a dì 15. Come francesi ampliano le sue cosse, di haver fato ritornar sguizari ; tamen scrive, il papa li à fato una volta insanguinar con francesi. La cossa fu, che amazono 400 guasconi et 100 ar-zieri ; e, si non veniva missier Zuan Jacomo con le zelile, francesi erano roti. Dii campo dii papa, à for-lifichato el Final, e redulosi versso Modena; e domino Galeazo Palavicin, era a Rubiera, è partilo; vi è lanze 800. 11 papa, dia esser a Ravena, vien con li cardinali a Bologna. Quelli francesi è iu Verona dicono molle busie, e di aspetar soccorsso, ma non è vero. A Brexa è sta apichali do principali e uno capo di una valle, perchè hanno dito, chi voi dannari vadi a Mantoa. Di sicr HirOnimo Domdo, dotor, orator nostro, date a Rimano, a dì 15, parte erano in zifra. Come, a di 13, il papa partì di Sinigaja e vene a Fam, poi il dì sequenle a Pexaro, et ozi lì a Rimino. Esso orator, ricevute nostre, di XI, di la crea-lion di clarissimi oratori, lo. disse al papa. Qual rispose piacerli, e per la Signoria e per le persone de chi è electi; sì che à ’ulo a piacer. Dii campo nostro, soa santità aria voluto fusse andato a ultimar l’impresa di Ferara, dicendo questa è capo di tutto; e di l’armata nostra ini Po, voria si facesse più sentir contra Ferara. E che ’1 cardinal Pavia b ha scrito, vo- ria si facesse do ponti, uno al Bondem, l’allro di qua, da nui, sul Polesene. Item, il papa disse haria creto, che fino le femine di Venelia fiisseno andate contra Ferara. Soa santità va a dretura a Bologna, e sarà domenica, a di 22, lì, per intrar con le pompe ; e zercha il cardinal Pavia, tien, zonto sarà lì soa santità, farà etc. Et esso orator nostro exequirà le nostre letere in tal materia scritoli. Di Zenoa, à ’uto una letera, di domino Hironimo Doria, qual la manda inclusa. Scrive, aver rasonato esso orator con el signor Marco Antonio Colona, qual parti eri per Bologna; non voria si venisse a la zornala, fino el papa non sia zonto a Bologna. Item, di sguizari, ha aviso, sono XV mia lontano di Milani, et lo episcopo di Cura, con 7000 sguizari, vieni in bergamascha; il papa non li poi mandar danari. Item, il cardinal Pavia à mandato dal papa uno monsignor de Fosson, francese, stato da lui per nome di Franza, per tratar acordo. El papa dice lo aldirà, poi referirà a esso orator quello li ha ditto. Item, ozi la signora di Pexaro ave audientia dal papa, insieme con suo cu-gnato, domino Galeazo; il papa li voi far uno breve, in confirmation di quanto fe’ papa Aìexandro. La qual poi è stata da esso orator, e ringratia la Signoria nostra dii bon oficio l’à fato con la santità dii ponlilìce. Item, le lelere, vanno a Londra a l’orator nostro, le manderà ; ma non è modo, per esser le letere vanno intercepte. Di domino Bortholamio Doria, date a Roma, a dì. . ., drizate a domino Bortolo di Rovere, è con la corte. Scrive aver di Zenoa, ili 8, et à aviso, per uno Lorenzo, corier, vien di Spagna, qual partì a dì i) di Zenoa, come a dì 4 l’armata nostra sopra el Corno, galie 12 et do brigantini, e la inimicha, zoè francese, barze 4, gaiioni XV, galee 6 di Prejam et do brigantini, fo lasata andar versso Ponente. Et quelli di Zenoa, vedendo la nostra armata andar versso Saona, arinono tre barze lì a Zenoa, et, unite con l’altra armata, mia 6 lontan di Zenoa se scontrano con l’armata nostra in mar, et pugnono per tre horre. Vene vento fresco, quella andò a Porto Fin, la nostra a Porlo Venere ; et andata im porlo di Vado, la nave di Promontore nostri preseno. Item, à di Lion, per uno venuto, che sguizari sono passati, con oppugnation de’ francesi. Di domino Baldisera di Blasi, date a Cesena, a dì 15. Scrive haver di Zenoa, come era im porto 4 nave, qual do galie le combateteno, et fo ajutate di la terra, videlicet da........; e simel parlicularilà, ut in litteris. La qual letera è venuta di corte.