17 MDX, AGOSTO. 18 slargarsi in tnar, e fece velia ; e lhoro, avendolo di-, scoperto, fenno il simile, e'tuto ozi li hanno seguitali, et continua el camin a questa volta. Et lui mandò do galie avanti, videlicet Etna et Morexina, a saper dal castelan di Civita Vechia, se li parea dovesseno in-trar in Mandrachio, a diffender el castello, la galeaza et do barze dii pontilìee, che lì se atrovano, et per esser mutuamente da lhoro deffesi, e la venuta di l’armata è stà la sua salvatone ; li riportò dovesse intrar. E cussi in quella bora è arivato e intrato lì, dove si farà ogni possibile provisione, a securtà et tulella lhoro ; et ha dato noticia a l’orator nostro in corte. Prceterea, aspectando di bora in bora le 3 galie expedite di qui, videlicet do bastarde e una sotii, • acciò non incoresseno in qualche sinistro, li ha spa-zato uno bregantin a la volta di Levante, per farli advertiti dii tutto, dicendoli che, possendo con se-curtà, vegni de lì, alitcr debino navegar con ogni possibile securtà. , 7 Adì 2 avosto. In colcgio. Fo leto le letere di Roma, di eri sera. Et sopra vene, lezandole, letere di campo. Questo è il sumario: Di Padoa, di provedadori generali, di eri, hore 2 di note. Come, stando in expectation di saper di la levata de i nimici, 0 haveano. Et esser fuora assa’ stratioti e altri. Et eri andò 40 cavali de stratioti, di electi, non son tornati, et ozi 200 con siee Ferigo Contarini ; sì che, chi in qua chi in là, tra padoan, vicentini e colognese, sono tuti li stratioti fuora, adeo ini Padoa non è 50 stratioti, et niun torna, e tarnen hanno ordine di mandar a dir. Eri ancora ussì 15 cavali lizieri, di la compagnia di domino Jannes, et non è tornati. El mandono alcuni fanti di Batista Doto verso Vicenza, qualli è tornati ozi, a bore 21, con uno oficial vicentim ; qual portavano letere nel campo, di grande importantia, le qual le mandano a la Signoria nostra. Item hanno, che alcuni cavali alemani erano corssi ozi fino a la Hivella ; si che la levata non saria vera. Item, scri-veno zercha li turchi, qualli non si portano ben, cho-nie per le intercepte si vederà, et per le letere dri-zate Antonio da Tiene, adeo essi provedadori biase-rnano assa’ li portamenti di essi turchi. Item, per questi avisi sono slà molto sospesi, et stati in consulto con il governador e capi vicentini e condu-tieri, qualli hanno diliberalo non esser di far mo-vesta, e non esser il tempo di mandar zente verso Vicenza, ni altro, se prima non se intendi la divi-sion di exerciti ; e cussi essi vicentini hanno e ti ani lhoro consegliato, che saria più presto, volendo andarsene, farli restar. Item, Latanzio di Bergamo, I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XI. qual era a Santa f, per intender si veniva qualche uno di tanti è fuora; et, venuto a lhoro, disse esser tornato uno stratioto, qual è stato con li altri sora Este, et aver veduto il gran rnaistró partirssi per Mon-laguana. Etiam vene uno di quelli di domino Jannes, dice aver visto, ut supra, dii levar dii gran maistro con li francesi; ma li alemani non sono mossi de verso Este. Et che in Moncelese, quelli che ori andonoa la Hivella, volendo brusar le caxe lì in Moncelese, fichono luogo in una caxa de uno barbici’, e quella solla si brusò; ma ben, che a la Hivella hanno brusato alcune caxe. Item scriveno, che il signor Renzo da Zere è venuto a dirli, aver inteso esser stà preso una barcha, con 4 soi cavali, veniva di Ravena ; dubita non siano presi il resto eie. Item, il signor Chiapin Vitello solicita il remeter di fanti, e à scrito a Piero di Bibiena compari a la Signoria nostra. Item, Batagino si duol, havendo perso il suo, li sia tenuto ducati 5 di la $ua provi- 7 sion al mexe. Item, di Zuan di Naldo, qual voleano redurlo a balestrieri ÌSO, el si sublevò, e volea*licen-tia di partirsi; e cussi Babon, suo fratello. Li diseno non la poter lhoro dar ; unde li ha convenuto darli licentia vengi a la Signoria nostra : è di mala sorte etc. Hanno principia a pagar le fanlarie e balestrieri ; stratioti non tocherano 0, et se li provedi. Item, scrivendo, hanno aviso, ut in litteris, che francesi e todeschi vano verso il Polesenc, e forsi anderano a Bologna ; e in questo caso, per ajuto dii papa e divertir, bisognerà il nostro campo ensi di Padoa, e vadi avanti; e perhò se li mandi danari, ali ter le zente non anderano. Item, è venuto da lhoro Gna-gni Pincone et uno caporal, dicendo hanno certo il campo nemicho è sorastalo, e aspeta letere di l’imperador. E questo hanno da soi, vien di dito campo etc. Di V imperador fo leto una letera, latina, serita a dì 27 lujo, in Verte, drieata al grani maistro di Pranza, domino Carlo de Ambosia, et è serita vulgar. Li avisa esser disposto di man-tenir la liga con suo fradelo re di Frauza ; et manda con ampia autorità el vescovo di Curz in Pranza, insieme con l’orator francese venuto lì, eli’ è monsignor di Villa Nova. Per tanto lo prega debbi restar ancora con le zente in campo, e aspetar risposta dii roy, perchè presto si vederà di belle cosse, al ben di la christianità e di la so liga etc., sì come el vederà per la instrution data a uno vien, videlicet nominato in le letere. ' Item, fo leto la dita instruzion, qual è in francese. E par, il re di romani voi ini prestedo scudi XX.lì 2