651 MDX, NOVEMBRE. non c de bisogno connumerar cosse antique, pos-sendo testificar quello dico cum exemplo manifesto et al tempo nostro seguito. Adonque opinion mia è, et cossi voglio sia facto nel territorio a mi commesso, exhortando etiam et caramente pregando le magnificentie vostre, vogliano commandar sia facto el simile nel resto de la isola, cl>e tuli insulani, sì grandi corno pizoli, vadino fora a li loci, dove si retrovano diete ove de diete cavalete, et romperle et fraeasarle, over portarle al conspecto nostro, cimi quello pretio parerà conveniente a vostre magnificentie. Et aciò che i villani, che sarano renitenti ad andarli, li vadano, far che lo reverendissimo episcopo greco facia una generai exeomuniea, contra quelli che non sbrano obédienti, et ulterius imponcrli etiam pena pecunaria. Simi-litcr al tempo de primavera, clic sarano nate diete cavalete, far el moderno, perchè, corno balliamo visto questo anno passato, subito nate se acumuleno insieme tute, a muchi a muchi, prcesertim la malina, dove sarà facH cossa rumarle in gran parte. Far etiam, clic tuli i parici do la reni vadi fora a far tal etfecto, e per fatiche suo ferii qualche avan-tazo ne i pagamenti soy, per l’ulillo ne seguirà a la reai, parendo etiam a le magnificentie vostre dover provocar et allicer chadauno a far questo bon effe-dò, cum premio, de darli un tanto de! cafiso de le ove over locuste morte presentate. Facia le rnagni-ficentie vostre corno meglio li pare, pur che segui quello bòn effecto penso seguirà. Aricordando etiam a le magnificentie vostre, che in ogni contrada se debi constituir doy capi, uno ecclesiastico per la excommunica, l’altro secular per le pene pecunia!, i quali habiano a sollicitar et cxeqnir questa tal pro-vision. I quali capi de le contrade habiano poy essi a deputar uno capo per villa, aciò le cosse vadino per ordine. Prego adonque le magnificentie vostre, vogliano maturamente consultar questa cossa, et del parer suo darmene aviso, aciò che unanimamente possiamo devenir a la exeqution. A le qual mi of-fero et ricomando. Date a Monisterio, die XVIII augusti .1510. Petrus Leonus Cypri capitaneus. Stimano de una letera; di sier Alvixe Capello, 325 provedador de Almissa e Poiima, data in Almissa, a dì 22 novembrio 1510. Chome à ricevuto letere di 27 dii passato, che con li capi di X li comanda debi repatriar, per non far più de bisogno il suo star de lì. Si duol, Spalalo sia lassato senza governo. Et avisa, il conle Andrea, fiol dii conte Piero Novacovich, insieme con alquanti soi complici, sono causa de molli inconvenienti ; et eri fo dimostrato, con la ruina di quelli poveri turchi di la compagnia dii conte Juan-nis, che con licentia volevano repatriar. Or za 8 zorni vene a Spalato una griparia, che menava da Venetia tre capi di prelati turchi, videlicet Murat, Seremet et Nassuf, con 42 soi compagni et 13 cavalli, et molte robe loro. Dove andò el suo canzelier lì a Spalato, per conferir con lhoro, et se li bisognava alcuna cosa da esso provedador ; e li fu deve-dado, con rnanaze che, andando, non lo lasseriano più smontar in terra. Et bessendo stadi lì per fortuna 6 zorni, a dì 20, a bore 3 di notte, aparscno apresso Almissa, soto Santa Maria, fora dii borgo. E, inteso di la guarda, li fece asaper, bisognandoli cosa alcuna, lo avisaseno, admonendo li marinari non si aeostasseno tropo a terra, acciò, smontando, non lacesseno qualche mal, e se ne andasse poi in Turchia ; et non li (fu) fata risposta. La matina, a l’alba, intese da la guardia, chome era zonto lì a Santa Maria un cerio Gregorjo, banovaz, ungaro, amico carissimo dii dito conte Andrea, con 7 tra gripi c barche armate, da Spalato, et più di 100 homeni con lui, e lo pregava li desse ajuto, perche ’1 voleva andar contra i ditti turchi, per esser inimici de’ chri-stiani, e quelli che haveano minato questi confini, e rotto lui ben tre volte, con grande ignominia di la majestà ungarica. Li fece intender erano stati a li servicij di la Signoria nostra, e li havea affidati in nome di quella, sì de l’andar e star, come dii ritorno, pregandolo el volesse star ini pace. El qual se tolse via, et andò seguendo la impresa per azon-zer dicti turchi. Et a bore 9 di note essi turchi, senza far altro molo a le guardie, si tolseno via, et erano za olirà i confini, su quello dii signor tureho, e velizavano al suo camino et erano liberi. Da poi intese che uno gripo da Spalato, era lì ne la fiumara de Almissa, con do homeni et uno puto, che diceano andar per legne, erano andati solo Santa Maria. Li fece far più comandamenti ritornase; mai volse ubedir. Judicha, fusse apostato per il conle