101 MDX, Al.OSTO. 10*? iti, et il borgo di Rugolo e quel di Campedolo, perchè sa, quelli di Cividal patiseno dii viver. Dii provedador Mocenigo, di 12, a Castel Franco, a hore 19. Come, per una spia mandò a li provedadori zenerali, e una altra, qual eri partì, a hore 12, di Vicenza, et parlò con lo abaie dii monasteri di San Felixe, che li disse nulla movesse; e il campo si partiva, era sta roto il ponte fato sul Ba-ehajom. Item, esso provedador va versso Cividal di Belluu. Scrive la eossa seguì a Marostega, come fo auta. Primo, il conte Cesaro di Rossi, non si volseno render; poi andò Zuan Griego, non volse ; poi el Zi-tolo, e trato 50 colpi di artelarie, si reseno a Zitolo, con promision darli certi danari. El qual Zitolo voi li danari, et liberar li presoni. 4!) Di campo, di Padoa, di provedadori generali, eri, horre 3 di note. Come riceveteno nostre letere zercha l’ussir fuori col campo. FA primo hanno, per Piero Gerbesi, capo di stratioti, andò versso Vizenza, el mandò do stralioti sopra li monti, per veder quello leva il campo. Dice, si dovea levar per andar in Friul; haveano mandato artelarie ti grosse a Verona, e cariazi ; è resta solum con 20 boche di artelarie picole a la liziera, per andar expediti. Item, le zente nostre, sono im Padoa, voleno danari, dovendo ussir. Bisogna ducati 20 milìa, oltre li ducati 4000 se ritrovano haver, per pagar le zente d’arme ; poi voriano qualche altra summa di danari, per il bisogno di lo exercito. Item, essi provedadori tien, le zente dii Friul, si partono di Goricia, vengino, per li monti via, versso la Scalla, e poi conzonzersi con il campo nimicho. El principe de Aynalt voi mantenir la pugna. Item, per do venuti di Vicenza, parti ozi, a borre 16, con letere di domino Bortolo Pajello et.. ......Bursello, deputati di quella comunità, scri- veno dubitar, i nimici non voglino vegnir a fichar fuogo in la terra di Vicenza; poi hanno trato il sai e l’artelarie fuora, perchè voriano ducati 5000 da lho-ro vicentini, e non li hanno di dar; e che il campo non è mosso, dove l’era alozato. Item, scriveno essi provedadori, il signor Renzo, capitanio di le fanterie, manda uno suo messo a la Signoria nostra, per ultimar la conduta sua. Di rectori, di Padoa, di eri, horre 2 di note. Come quel zorno haviano fato lavorar atorno la terra a le fortifiehatiom, et eri no, che fu festa, et continue-rano etc. Dii cola ter al generai. Zercha mostre fate a domino Antonio di Pij; e lo laudano assai aver fato bella mostra. Ik Mocho, disier Hironimo Contarmi, pro- vedador. Conira Bortolo Cavalirii, Contestati«!«, come scrisse per avanti, partito de quel castello senza sua licentia ; el se ne lazi provisione. Et cussi a ricordai uno fìdelissimo Zuan Batista di Maseti, di Verona, ili mandarlo lì con 15 compagni; el cussi piaque al colegio fosse expedito. Sì che fici uno conlestabele. Et perchè sier Vetor Michiel, executor, non veniva più in colegio, nè voleva exercitar l’oficio, hes-sendo sdegnato con l’bordine nostro, e dovendossi far armata per Po, come per colegio è slà terminato di far, et scripto a Roma et al Cardinal Pavia si lèva, parse a la Signoria cometer tal cargo a tre di nui sa-vij ai ordeni; qt cussi aricordai si dovesse bular le tessere, a chi tochasse armar li legni. Tocliò, per bo-letini butadi per il principe, a Jo, Marin Sanudò, armar 6 ganzaruoli ; a sier Faustin Barbo, le fuste e brigantini; a sier Vido Antonio Trivixam, la galia Tie-pola; li altri do per oratori, vanno a Padoa doman a portar il stendardo e baston al governador zeneral. Intrò li cai di X in colegio, per alcune letere dii provedador Mocenigo. Steleno podio dentro, che ’I colegio fo chiamato. Vene in colegio Zuam Francesco Valier, fìol na- 49* turai di sier Carlo Valier, sla col marchexe di Man-toa, el qual vien di Mantoa. Et portò una letera dii marchese, di credenza, et una letera dii Folegino, drìzate a la Signoria nostra. Et la letera dii marchexe è di X, di sua. mano; soto scrita: El vostro schiavo in cadena, el • marchexe di Mantoa. Come è sta troppo a scriver ; manda a la Signoria missier Zuam Francesco Valier, al qual si presti fede. E dice, che Francesco Gonzaga voi servir questa Signoria, a la qual si ricomanda. Et poi fece la sua relatione (è molto acuto e in-genioso e bona loquella), la qual la messe in scriptum di sua mano, et ozi fo lecta im pregadi. Primo, co* me el signor marchexe è boti servitor di la Signoria nostra; et si scusa non haver, poi il zonzer suo u Mantoa, scrito a la Signoria nostra, perché aspelava riposta di noncij soi di Franza e di Alemagna. E elio ha via casso Alexio, era capitanio di la guarda dii si' gnor, e altri soi contrarij, perchè aveano l'alo mal offilio, quando esso signor era di qui ; e farà di altri, ma non poi tutti al presente, ma col tempo si vèrterà. Et che mandò Vigo da Campo San Piero a Roma, dal papa, per aver licentia di aconzarsi con la Signoria nostra. Et che Pi ’ulo letere di domino Ja-como di Adria, suo secretarlo in Franza, che il re di Franza pasizò con lui e li disse: 11 marchexe à fato ben a dar suo fiol al papa; e li aria dali lutti, per li’