577 MDX, NOVEMBRE. 578 Fu posto, per li consieri, die uno Jacomo e Martini de Jacomo da Treviso, alento la parte fo presa di banditi, mandando do homeni in campo, a lhoro spexe, per 4 mesi, siano asolti dii bando. E fu presa. Fu posto, per li diti, salvo conduto a sier Bernardo e Francesco Zane, quondam sier Ilironimo, qual non possino esser astreti da li soi creditori, per altri mexi G. Ave 45 di no, 108 de si. Et nota, poi sier Gasparo Malipiero, l’avogador, intromesse la dita parte, per esser con tra le leze, e cussi fe’ notar su’el libro da terra, dove el dito salvo conduto era registrado ; poi si tolse zoso. In questo zorno vene in questa terra domino Achyles de Grassis, stato legalo in Ilongaria; el per la Signoria nostra li fo mandalo a Margera, contra, alcuni palricij, sier Cabrici Moro, el cavalicr, sier Lorenzo Orio, el dolor, et altri. Et parlato ozi in colegio di prepararli caxa, alcuni el voleva meler a l’hospedal ili Santo Antonio, perchè non era lochi vuodi, tulli pieni. Et fo posto alozar a Santa Maria di Gratia ; e preparatoli le camere per le raxon ve-chie, e la cena ; e poi fatoli presente per la Signoria di torzi, confeziom etc. ; si che fo honorato. A dì 3, domencga. Da malina. In colegio. Vene el dito legato dii papa, stato in Ilongaria, insieme con lo episcopo di Monopoli, orator sta qui dii papa, el altri zentilomeni ; et per il principe li fo fato grande acoglienlie, perchè con elfecto in Ilongaria si à portalo ben per la Signoria nostra. Et disse alcune cosse. El qual partirà fin ... zorni, et va a Ra-vena; et volse una galia el butasse, per andar comodo et securo. Et cussi fo scrito a Cliioza, stesse la galia preparata. Da Montagnana, dii provedador Gritì, si ave letere. Come francesi, ussiti di Verona, erano eorssi su quel di Manloa e falò damni a Rover-diiara et altre ville dii marchese, ut in litteris. Noto. A Padoa è grandissimo morbo, dove è re-clori sier Christofal Moro e sier Stefano Contarmi ; etiam vi è sier Alvise Barbaro, provedador sora le forlifichation, qual ha ducati... al mexe; et non si fa 0, imo pocho si lavora. Etiam a Treviso si muor assai, dove è podestà et capitanio sier Ilironimo Ma-rin, qual è amalato. Et li soi parenti voleva far me-ter la parte in gran consejo, di darli licentia el spatriasse, et stesse in loco suo sier Francesco da Leze, so cugnato ; et la Signoria non volsse. Da poi disnar fo gran consejo. Fu posto, per li consieri, di perlongar che sier Marco Arimondo, eleclo retor e provedador a Cataro, qual non è an- / Diarii di M. Sanuto. — Tom. XI. dato per non haver aulo i danari ila la Signoria, li sia perlongà il tempo, ut in parte. Fu presa. Fu posto, per viam dcclarationis, tre consieri preme tre, alento sier Alexandro da cha’ da Pexa-ro, rimasto podestà el capitanio a Cividal di Bellun, si era stà electo con la condition, e sier Nicolò Balbi, che fo electo con ducati GO per spexe al mexe, over justa il solito di reclori di Cividal. Et cussi sier Andrea Corner, sier Ilironimo da Mulla e sier Alvise Capello, consieri, messeno che ’1 fosse electo con li ducati GO; sier Alvise di Prioli, sier Nicolò Donatìo, sier Francesco Bragadim, consieri, messeno che ’1 fosse electo justa il solito e la parte ultima presa ini pregadi. E, leto le parte sopra questa materia, fo: 41 non sinceri, 33 di no, 605 dii Corner e compagni, G74 dii Prioli e compagni. Iterum: 52 non sinceri, G13 dii Corner, 720 dii Prioli; et questa fu presa. El qual sier Alexandro immediate andò a la Signoria et rel'udoe. Fu facto eletiom di capitanio di le galie di Ba- 282 ruto, et rimase sier Andrea Contarmi, fo provedador a Cividal di Friul, quondam sier Pandollb; capitanio di le galie di Alexandria, sier Piero Mi-chiel, quondam sier Pollo, qual alias rimase capitanio di le galie di Barbaria. Etiam fo fato capitanio a Raspo sier Alexandro da dia’ da Pexaro, quondam sier Nicolò, fo capetanio in Cadore, nominato di sopra. Et altre voxe. Et hessendo ozi reduto il colegio di savij a consultar, vene uno a dir, che il Folegino havia aulo le-lere dii marchexe, de imporlantia, et si mandasse uno di colegio a parlarli. E cussi fo mandato sier Andrea Trivixan, el cavalicr, savio a terra ferma. Qual, ritornato, portò una letera, che il marchexe, da Sermcne, date a di [»rimo, a hore ..., li scrive. Come, volendo andar in campo, à ’uto una letera di la marchesana, di quel dì, lo avisa francesi aver corsso su el suo a Roverbella, Marmaruol et uno altro locho, brusando et fato damni grandissimi; pertanto 1’ ha deliberato di andar a Mantoa, con li 2000 fanti l’ha fato per conto di la Signoria nostra, et 200 cavali lizieri, con lizenlia dii papa, sì come sier Francesco Capello, el cavalìer, è a presso a lui, sa il tutto ; per tanto fazi intender questo a la Signoria nostra. La qual nova inaspetata, reduto il colegio in camera dii principe, fo concluso che ’I marchese non volea far 0, et non rigava dreto ; e, come si credeva el fosse in campo, horra con le nostre zente va a Mantoa. Tamen di sier Francesco Capel- lo, el cavalier, non era letere ; e tutto il colegio era di malia voja, dicendo el marchese va a mal camin. 37