291 MDX. SETTEMBRE. '. 292 dador, di 5, horre XI. Scrive quanto di sopra è scripto. E poi, di horre 19, scrive dii zonzer li fra’ Lunardo con li cavali lizieri, alozato in la terra, e li stratioti ne li borgi ; 1’ armata esser tirata a la palla’ di Sitiam, et è in loco sicuro. È stato con dito Ira’ Lunardo, et ha mandato uno explorator a Ferara; quello riporterà, aviserà. Di Padoa, di ree tori, di eri, horre 22. Richiedono cornali e tavole per far li molini ; et aten-deno a quelle fabriche e repari. Et fo ordinato a li cxecutori mandasse le dite cosse. Di Trevixo, dii podestà et capitanio. Manda uno inzegner qui, per far li molini, come scrisse. E fu fato venir in colegio et mostrò il modello, come el voi far senza alcun damno. Di sier Alvise Mocenigo, el cavalier, prove-dador zeneral, date a dì 4, horre 3, a presso le cinere di Feltro. Zercha il Sbrojavacha, non è stà sollo quello à fato i damni. Voria lassar 80 cavali a .custodia dii feltrim ; quelli corvati non voleno star, dicendo voler andar dove si fa facende. Ftiam domino Francesco Sbrojavacha non voi restar. Item, à deputà provedador in feltrim sier Zuam Dolfim, quondam sier Ilironimo, laudandolo molto, et vicario domino Lodovico de Baxis, doctor etc. Di Vegia, di sier Francesco di Prioli, conte e provedador, di 30 avosto. Come, ricevuto le letere di la Signoria nostra, zercha lo armar la fusla de lì, di banchi 22, e fato consegio, nobeli et tribuni, qualli intravidi per il populo, fono assa’parole ; e carga uno Piero tira oro e uno pre’ Colaso, che sono persone causa di ogni mal nel populo contra nobelli. Tamen lui provedador sedò, et à fato processo contra. questo Piero tira oro, e mandato ai cai di X. Tandem in dito consejo fu terminato armarla, dandoli il corpo fornito, perchè la fusta è come una galia ; et perhò si manda Pollo Landò, perquesto, di qui, eli’ è uno de li tribuni. Item, justa le letere nostre, à fato dar il navilio, fu preso con li corami, era de lì, a Francesco de Zumer. Item, come il ban de Segna, eh’ è Both Andreas, e il conte Bernardin Fran-gipanni, insieme con li so fìoli, hanno fato assa’ zente a quelli confini ; e in questi dì passati 1’ uno e l’al Irò averssi fato damni assai, per li comuni paesi llioro, facendo prede de animali, ancor che lui provedador creda siano simulatione, comme hanno usato far per avanti. Di campo vene letere, date a San Martini, eri, horre 10. Come, per homeni venuti di Verona, hanno, che il principe de Aynalt è morto, qual era gran nimicho di la Signoria nostra ; et è morto per il spasmo à ’uto, quando l’intrò col campo lì. Seri- • veno è tempo di far fatti. Item, il Folegino e il Valier dieno esser zonti di qui. Zercha vituarie, ne hanno assai ; et hanno (fatto) far le cride, chi pieni vilua- ■ rie vadino a Verona, siano sue, e li boi e li cari. Item, per stratioti è stà conduti in campo tre francesi presi, qualli veniano di là da Brexa, con letere in francese, qual le mandano. Item, solicita se li mandi danari. Le letere intercepte è dii gran maistro di 139 Milan, date a Galara’, a dì 29 avosto, a tino ■ monsignor de Candem. Li scrive zercha uno capi- • tanio Jaches. Avisa à ’uto letere di l’imperador, che li manderà 4000 fanti alemani, quando lui vorà ; sì che non bisogna far altra spexa etc. Di Hongaria, di sier Piero Pasqualigo, dotor et cavalier, orator nostro, date a Thata, a dì 4 avosto. Come, per il medico dii reverendissimo Cardinal ystrigoniense, venuto lì, à che li oratori cesareo et francese, sono stali dal Cardinal, è partiti in disacordia. El qual Cardinal l’à ripreso l’o-rator galico, di le parole usate contra la Signoria di Veniexia, e aver assa’ straparlato. Item, che li ditti parlono a uno conte Piero, vayvoda, qual li disseno, dito Cardinal era contra l’imperador e il re di Pranza, el sono stati dal vescovo di Cinque Chiesie. Concludendo, il reverendissimo Cardinal de Ystrigonia è più caldo cha mai per la Signoria nostra. Et che ’1 re li mandò, a dì 28 Iujo, fino a Ystrigonia, una le-tera, a dimandarli consejo, si ’1 dovea mandar li oratori destinati a l’imperador, atento le nove aule de Italia. Et ditto Cardinal lo consejò a soprastar a mandarli. Dii dito orator, ivi, a dì 8. Come li oratori, destinati a lo imperador, ebome per avanti scrisse, uno è in......... e l’altro ini Possonia ; sì che non sono ancora partiti. Et quel destinato in Franza è lì a la corte ; sì che, ancora che i andasseno, sarano tardi, e sarà passà il mexe di seplembrio che non sarano zonti, et sarano longi. Veneno sier Bernardo da Leze e compagni, dazieri, nominati di sopra, dicendo voler refutar li da-cij, atenla l’alteratione fatoli. Et fo parlà assa’ in colegio, e ditto pratichar e conzar con lhoro. Di Andernopoli fonno leto le letere, venute eri sera, di sier Nicolò Zustignan, quondam sier Marco, la prima di 22 lujo. Come fo da Aehmalh bassà ; scrive coloquij auti zercha i subsidij, e li mostrò la lelera. E li piaque, dicendo sperava di ben, et seguirà la paxe con llongaria per tutto marzo, dicendo : Il signor voi far, ma il re di Hongaria à