323 MDX, SETTEMBRE. 324 la longeza, imo dureza nostra, nui aspetiamo che li venga soccorsso, per levarne di qua, et acompagnarsi con li gambari, che va indrio cullo, lo dirò questo, et vada sicut scriptum est. Voria, che ’1 ce fussino 4000 fanti più di quelli sono nel nostro campo, li qualli si potriano far in pochi zorni, et andar a camparsi a Verona. Al Corpo di Christo, che l’è, ultra il damno ha la illustrissima Signoria et contadi soi, una grandissima vergogna. E1 teritorio veronese è tutto minato da’ nostri ladri soldati et da’ venturieri, in modo che ogniun crida fina al dello. Quanti vengono di Verona si acordano dii numero di le zente, che sono in Verona: 9000 persone, mal conditiona-te; li napolitani meglio di li altri. A dì XI. In colegio. La matina tuta la terra era piena, esser letere, che ’l gran maistro era sta roto da’ sguizari. Et reduto in colegio, fo leto prima 1’ a-viso di tal materia, cha le letere di campo; et perhò ctiam qui ponerò qucslo ordine. Di Mantoa, di domino Aicxandro Gabio-neta, prothonotario, archidiácono di Mantoa, nontio dii papa, data a dì 9, a li provedadori generali in campo drizata. Scrive, aver ricevuto sue letere, con quella va al marchexe. Horra li avisa aver, sguizari aver preso Castion. Et eri ave, havea- 110 roto e frachassato il gran maistro di Milan, qual con zcnle li era andà a l’incontro, a zio ditti sguizari non passasseno Ada ; sì che sguizeri vieneno via, e il stato di Milan è in confusione e timore. Perhò si stronzi Verona, adesso è il tempo ; e sia perdona a li rebelli subditi, e di questo si lazi crida solemne. Item, Vigo di Campo San Piero è tornato dal papa, con la licentia al marchese; à fato bona opera, tutti è consolati. Ozi vera in campo vostro, per venir a Venecia ; perhò se li mandi slratioti contra. Di Modena, le cosse vanno bene, il legalo è lì. Si aspeta di borra in borra il papa zonzi a Bologna. Francesi, 154 erano a Hubiera, hanno haulp una bastonata da le zente dii papa. Scrive, è certa la rota, esser frachassato il gran maistro; e questo fo sabato, a dì 7, a l’aurora, e fo per impedir non passasseno Ada essi sguizari. Missier Zuan Jacomo non volse andar contra. Di Alemagna vengi soccorsso a Verona è frape, lo imperador non po’ più ; e in Verona francesi è in disordine. Di campo, da San Martini, di provedadori nostri zenerali, date eri, a horre 17. Come rece-vete nostre letere, zendia al conte Guido Hangon, si babbi a removerlo dii Polesene. Laudano esso conle, e il provedador Griti è bon testimonio; et mandano una letera, auta da fra’ Lunardo. Scriveno, Sgnati zercha il prexom Maxino dal Forno, fato per lui, esso provedador Griti prega sia tenuto, per far contracambio con sier Ferigo Vendramin, è presom a Ferara. Item, hanno mandato domino Bernardini da Sessa a Vicenza, per zente, e domino Sigismondo di Cavali, provedador executor, versso Schyo e Pedemonte, per zente. Dimandano danari, dovendossi ristrenzer soto Verona. E di più di quello avisono per domino Baldisera di Scipioni, et li do pisani, clic manchano in la lista. Item, per do exploratori venuti. uno partì sabado, a dì 7, di Brexa, hanno non vi è zente di lì via ; solum in Brexa è il baron Contini, con la sua compagnia, per esser tute andate dal gran maistro, ai confini di sguizari. Item, per uno altro, venuto di Val di Lagre c Trento e de lì via, dice non è zente; ma si dice, che si aspeta il dueha di Brexvich con zente. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, provedador, di 9, horre 8. Come à mandato guastatori 50 in campo. Batista Doto, è lì, fa il tutto per mandar zente in campo e vituarie e pan, che fa far di for-menti di rebelli. Nomina uno Manfredo di Pojana, capitanio dii devedo, qual à mandato l'uora ad adunar zente; ben voria il camerlengo e il scrivali di la camera. La terra, morti, tra eri et ozi, 30; sì che sta mal di morbo. Et è morto uno caporal di la compagnia di Marco di Rimino, era lì in Vicenza, adeo li compagni molti sono partidi. Tutto è caro lì, et si trova podio di viver etc. Dii dito, di X, horre 22. Come, per più vie, à la nova di la rota, data per sguizari, et si aiegra con la Signoria nostra ; e tuta Vicenza à gran letizia, e cridano: Marco! Marco! Item, le zente ordinate sarano in campo per lutto zuoba proximo. Fo mandato per Bendo Zorzi, era scrivan a dila camera, e Anzolo, masser, et ordinato vadino lì a Vicenza. Di Padoa, di reofori, date eri. Zercha for-menli et vini et fortifichation di la terra, et spende-no ducati 25 al zorno, e fanno bona opera; e di feni e di fanti, exequirano le nostre letere. Item, esso capitanio è sta in una caxa, fo di domino Bertuzi Bagaroto, a veder fomenti di rebelli ; e una dona era amala di pesle et morite. Dii capitanio di Po, date a Pontichio, a dì 9, horre 17. Come fra’ Lunardo andò questa matina sopra le rive di Po, per sopraveder, e non trovò alcun de i nimici, nè esser innovato altro. Li nostri ballestrieri erano stati a li palazi di la Signoria, e foto damili, e fato cargar per forza formenti su cari ; unde lui capitanio li ha retenuti al passo li diti for*