259 MDX, SETTEMBRE. 2G0 li mandi governo, perchè stanno in li boschi e di- . sperssi ; la terra è cenere, resta solum ini piedi do monasterij. Cargano tacite il provedador Mocenigo. I Et fo parlalo, chi di farli uno proveditor ; chi di mandar sier Andrea da Mosto, qual fo electo provedador a Feltrò per pregadi, tamen si ha tocliò ducati 35 da uno di Feltre, el qual si vene a doler di questo in colegio, et il pover omo lo fece cauto ; chi dice di farne uno proveditor per il consejo di X. El cussi non fo fato altro. Di sier Alvixe Mocenigo, el cavaiier, provedador generai, date a Cividal di Bellun, di primo. Solicita la licentia dii repalriar, e li ducali 300 richiesti. Vene Zuan Capaza, era govcrnador di le zente dii signor Marco Antonio Colona, et inlrò con sier Moro Caravelle, suo amicissimo, et disse, volentieri serviria la Signoria nostra. 11 principe li usò bone parole, dicendoli eramo a l’inverno. Dii Bataja, colateral generai, date in campo. Zercha il conte Bernardini, voria,juxta la promessa, di beni di rebelli padoani etc. 123 * Di Spalato, di sier Jacomo Liom, conte. In risposta di quanto li fo scripto, zercha li breganlini armò de lì per andar in corsso. Serive, si fece dar segurtà di non far damili a’ nostri. Item, scrive di Tormenti conduti de lì, da darli a quelli fanti, senza ordine, qiianto, nè a chi, ut in litteris. In questa matina li consieri veneno in Rialto, a incantar le galie di viazi. Et fo trova patroni di do galie di Baruto, zoè sier Nicolò Dolimi, quondam sier Bernardo, per ducati XXI ; la seconda, sier Zuan Contarmi, quondam sier Alvise, quondam sier Francesco, per ducati uno ; la terza non trovò patron, e l’incanto andò zoso. Item, fato experientia de incantar le galie di Alexandria, non trovono alcun volesse tuorle. Da poi disnar fo pregadi. E domente si lezeva le lelere, sopravene letere di campo, molto desiderate. Di campo, di provedadori generali, date a San Martini, eri, horre 24. Come in quella matina per tempo si levono di Monte Bello, per seguitar li inimici ; qualli si levono per tempo, e andono a la volta di Verona. E cavalchando, sentiteno trar alcune artelarie, et ebbeno messi, di capi di cavali li-zieri, che li advisavano esser apizati con li inimici, e li mandasse artelarie; e che i nimici haveano posto l’artelarie versso di nui, p: r far le Cantane pasasseno il ponte di Villa Nova. E cussi essi provedadori e il governador fenno uno grosso squadron di homeni d’arme 500, et uno balagliom di fanti 5000, e dii resto di le zente ne feno uno altro;.e cussi andoiw cavalchando driedo esso campo nimicho. E continuando i messi, pareva i nimici si volesseno voltar versso de’ nostri. E Latanzjo da Bergamo mandò sopra il campaniel di Villa Nova alcuni archibusi, qualli travano a li inimici; unde essi inimici si levono, e li noslri cavali lizieri seguitandoli driedo, pize-gandoli, ma lhoro homeni d’ arme andono molto stretti, sì che ebbeno podio damno; e nostri li se-guitono per mezo mio lontano e non più. Lì a Villa Nova zonti, havendo facto 7 mia di camino, di Monte Bello fino lì, feno consulto, et li parsene dir a li capi, atento non haveano manzato eri sera et ozi, per non haver auto viluarie, che ivi si repossasseno col campo. E cussi li capi di le fantarie fonno .contenti andar a veder quello voltano (¡ir li fanti, et andono a dir. Li qualli fanti.tutti, et cussi li homeni d’arme, dissello non voler altro cibo cha la bataglia, e andono avanti. E cussi li homeni d’arme si messone li olmeti in testa, in ordinanza, andando con ardor grandissimo, dicendo: Si vedrà, si senio da podio, come questi inimici dicono. Il signor Troylo Savello, qual per la cresta di monti era venuto, et si ha portà ila 12 uno Cesare, con gran suo honor, li andava perseguitando, dandoli adesso. Et il magnifico capitarne di le fantarie e il Zitolo andono avanti, a veder come andavano, e tornono dal governador e lhoro proveditori, e disseno diti inimici erano roti, so li azonzevamo. E cussi li homeni d’arnie cavalchavano avanti; e li turchi e li stratioti si portavano ben. Lauda molto Renzo Malizino, qual si à portato per excelentia. Ilor, havendo fato mia 18, noslri non li poleno zonzer, e senza manzar ni bevcr è zonti lì a San Martini, dove i nimici doveano alozar, et za erano stà descargati tormenti, cariazi et forzieri di diti inimici per alozarsi, qualli è stà tolti per li noslri; e cussi bario lassa assa’ cosse, di’è signal erano in fuga. È stà morti de i nimici molti, come hanno viste li corpi per le strade e fosse; sì che sono stà cazati fino su le porte di Verona. E per contadini, vernili di Verona, hanno, quelli di Verona non hanno voluto entrino, ma vadino in Campo Marzo; e sopra questo sono stati in gran contese, non sano si lo fano per il morbo. Item scriveno, che alcuni noslri fanti, quando si apizono con i nimici, andoe in Soave, e intrati per li muri in la rocha, e fonno 8 venturieri, cridan-do: Marco! Marco! El principe di Aynalt, era a messa in una chiesia, lassò la bareta, e si parli co-rando via. E si dice lassò XX niilia duellali, qualli per il re di Franza era stà mandati per dar la paga a le so zente, et poi veneno alcuni francesi li a Soa-