395 MDX, SETTEMBRE. 396 la hanno tolto molli animali di inimici de li teritorij soprascriti. Quelli di Muja si hanno portato ben conira li diti inimici. Da poi disnar fo pregadi, per scriver in campo. Erano varie opinion : sier Antonio Grimani voi, parte vaili a Ferara. Et a nona vene lelere di campo. Et avanti pregadi, sier Zorzi Pixani, dotor et cava-lier, savio a terra ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, chiamati, andassemo, come di colegio, in camera dii principe, e fonno lede. Di campo, ria San Martim, di provedadori generali, di 21, horre 4 di note. Come erano venuti lì. Et scriveno longo zercha il suo levar, et è sta ben facto, e col tempo potrano far etc. ; è sta meglio conservar il campo e levarssi. Dimandano danari per pagar le zente. Item, è venuto sier Zuan di Cavali, nepote di sier Sigismondo, stato a Trento e a Bolzam. Vien dii Caliam via, dove à visto 5000 fanti, qualli vieneno versso Verona, zoè comandati, senza arme, pur n’ è di schiopctieri. Item, scriveno haver ricevuto la nostra letera, col senato, zercha far i fanti. Rispondeno non li par, è meglio pagar quelli che sono ; pur hanno scrito al marchexe, in risposta, per il Valier, si se poria haver qualche numero di fanti di mantoana. Item, di le zente comandale de li teritorij, laudano ; si potrà far, venendo,.qualche faconda. Item, hanno riceputo le patente di Maro-stega e Schyo; le userano al bisogno. Item, scriveno di Zorzi Tarachi, stratioto, venendo, farano. Et stratioti li hanno portato alcune letere intercepte, tra le qual una, drizata al marchexe di Mantoa, eh’ è de importantia. La qual la mandano etc. Di Verona, scrive uno, non dice chi, al marchexe di Mantoa, data a dì 21 ; tamen par sia Baldus de Costonio. Li avisa quello fa il nostro 186 campo a Castel San Felixe; et ha recevuto una soa. Scrive, hanno butà 40 braza di muro zoso dii castello; tutto eri il campo ste’ in arme, lhoro aspetavano la batagia./im, di fanti spagnoli ussiteno per inchiodar l’artellarie ; e li fonno a l’incontro, fo morto il Zilolo, e di soi preso uno capitanio yspano, et uno capo alemano mancha. Scrive, aver leto la letera a monsignor di Plesis e missier Erasmo Ruscho ; li piace, più cha X milia ducati, che soa signoria sia bon francese; e il papa à scrito uno breve a l’impe-rador, che 1’ à liberalo dito marchexe acciò servi soa majestà. E cussi à scrito al signor Constantim. Di domino Lunardo Grasso, prothonotario, date in campo, a presso San Martim, a dì 21, hore 20, a sier Nicolò Zorzi. Come li inimici ve-neno fùora dal toresino, qual era terazato e mura- to. Et Alexanilro di Vico, et lui, erano di opinione far meter do boche di artellarie a quel locho ; ma dice; Nui semo de paupere regno, nè ha voce in capitolo. Li nostri non sentirono li inimici, per la malia gubernatiom ; nè mai vide, in 34 anni che ’1 va per li exerciti, che alle artellarie non se li metesse colonello di fantarie, homeni d’arme e cavali lizieri, excepto a queste. E1 governador è capo, sta a lui etc. Non poi dir altro ; li magnifici proveditori sono Cesari et Alexandri, ma dice : E1 diavolo voi cussi. Veronesi non è da lagnarsi di lhoro ; è fato le cride, che nullo ensa di caxa ; e vanno le zente d’arme per tute le contrade e, quanti trovano, li amazano. In Verona è do borgi di forestieri soldati superchiati ; e cussi il corpo di la terra. Dice non era di andar a San Felixe. Li rincresse per lo stalo, per li poveri contadini e per lui. Piaciential Li havevemo roti in campagna e non li havemo voluti. Dii dito, di 21, horre 23, ivi. Chome non fu mai di oppinione si andasse a San Felixe ; e disse, non era di oppinione si bombardasse a quella via, ma a la porta e per fiancho, perchè da la cornise in zoso era il muro grosso, a la porta non c’ era riparo, per fiancho si poteva bater zoso il muro senza contrasto e faticha. E! terzo dì poi fo fati i repari, e messe l’artelarie a Santo Anzolo in Nazareth e a San Piero in Castello e al Socorsso, al revelino versso Santa Maria Mater Domini. Li nostri, il primo dì si bombardò, fonno pegri ; si fevano quello si doveva, intraveno dentro, etiam et terzo zorno, quando si prese la porta ; ma la pigritia, viltà etc. è stato causa si consumemo de danari, reputatione e stato. Item, da Roverè si ha, che ’1 capetanio à fato levar 186* tutti i ponti, che sono da Sacho in zoso. Su l’Adexe non è altro ponte cha quel di Sacho, e questo per paura ; e non voi quelli di Sacho lo guardi, né quelli da Mori, che sono vicini ; à mandato a Riva a tuor homeni, che lo guardi. E che, inteso el nostro campo era solo San Felixe, messe 100 fanti in la rocha di Roverè. In la terra sono pochi cavali et fanti, e stanno con paura. Item, per uno, vien di sopra da Trento, l’imperador va a sparvier, alla caza ; non se dize di zente alcuna vengi in soccorsso di Verona ; da Trento, Bolzan e Yspruch in zoso non è da dubitar di todeschi. Voria si fesse uno ponte su 1’ Adese a presso Verona, 4 miglia, versso le Tombe. El nostro campo vada con le artellarie di là di l’Adexe, metta campo a Verona, a la Citadela, eh’ è loco debile ; secondo, da la Citadela a la porla di Calzari; tertio, da la dita porta a la porta di Sani Maximo ; quarto, da la porla di San Marcilo fin in Spagna, che sono lodii