427 MDX, SETTEMBRE. 428 % ritrati. E che missier Zuam Jacomo Triulzi con ¡1 gran maislro erano in discordia ; el qual gran mai-stro veniva in socorsso di Verona con zenle. Item scrive, il Cardinal di Albi, francese, fratello di monsignor di Chiainon, gran maistro, restò in Ancona amalato, è morto ; era quieto, homo di pace. Il papa per dita morte disse aver bon augurio. Nota, diio Cardinal era di anni..., et havia inlrada ducati____ Dii dito orator, date a Faenza, a dì 21, horre 13. Come eri sera il papa mandò per lui, dicendo aver letere di Mantoa, di la morte dii Zitolo, per li inimici, ussiti di Verona, e le cosse di quella impresa non va bene, e ferito Latanzio da Bergamo ; 200 * e si dolse. E disse, dii marchexe, non si vardi a far la conclusimi di quello el dimanda, col tempo si adalerà, et, da Peschiera in fuora, li darà la ricon-pensa. Carga esso marchexe; à torto, ma col tempo si farà ; è ingrato etc. Poi iterimi questa malina soa santità li disse: Il marchese è mato e ribaldo; si scopra una volta, poi faremo; e disse che francesi si dolevano dii re di Spagna, e voi dirlo a 1’ orator yspano. Item è nova, per letere di Napoli, che l’armata di Spagna a Zerbi à auto damno, et è stà morti per mori 2000 christiani; et esser zonte 8 galie di dito re a Napoli, non sa si le anderano in ajuto di Zenoa. Item, di l’armata yspana, par il resto di le nave siano slà malmenale e dissipate. Esso orator à spazalo subilo uno messo, con queste nove, al provedador di 1’ armala, e ordinalo si provedi di biseoli. Ozi il papa va a Ymola, e domali farà la soa mirala ini Bologna. Item, manda letere dii provedi-tor di l’armata etc. Di sier Hironimo Contarmi, provedador di V arniada, date a dì 6, horre 6, a presso Arbenga, in galla. Scrive, come quelli zenoesi è su l’armala, zoè domino Hironimo Nicoloso e Andrea Dona el altri zenoesi, voleano da esso provedador do galie, e con quelle inlrar in Zenoa ; et cussi, per tessera, tochò al Falier e Zorzi di Candia. Da poi si nui-tono di oppinion, dicendo voleano l’armata tutta; el a lui provedador non li parse. Etiam domino Jannes era di tal opinion ; e cussi il comissario pontificio. Et chiamono li sopracomili, e, consultato la materia, tulli introno in la oppinion di esso provedador, che, andando con tuia l’armata, anderia con grandissimo pericolo di perderla ; e cussi poi dili zenoesi fonno etiam di questo parer. Item, per imo cavalier rodiano, francese, qual fu preso da li nostri brigantini, et partiva di Zenoa, inleseno esser in-Iralo domino Filippini dal Fiesco in Zenoa, con 700 fauli. el alozalo in San Domenego; adeo rivochono l’hordine diti zenoesi di andarvi, come ho dito. Et volendo andar in Corsicha, per vituarie per l’armada, et per esser Arbenga lontam di Saona mia 25, tolse-no quella volta, per andar im Provenza a farse sentir un pocho. Scrive, domino Zuan Bias, capitanio di la galia dii papa, fo capitanio di la fusta vene in colfo a’ damni nostri, desidera esser in grafia di la Signoria nostra. Scrive, chome andoe con l’armata a Vaja, et non poteno aver 0 da viver. Andono versso Saona, e ussite fuora uno fiol di monsignor di Aiegra, con alcuni cavali ; el qual da le artelarie nostre pocho manchò non fusse morto, fu ferito, e uno di soi morto. Item (ha) aviso, sguizari esser passati; il comissario dii papa spazò uno a’ ditti sguizari, a dirli è P armata lì. Et cussi si rimoseno di andar con l’armata in Corsicha, e veneno lì a Arbenga etc. Dii dito provedador di V armada, date in 201 galia, a dì 13 septembrio, sora Piombin. Nota, in le allre letere, par che quelli zenoesi volseno fos-seno bufati con luta l’armata in certo luoco, discosto da le artellarie di Zenoa. E cussi l’andò una note con tuia l’armata ; dove, hessendo do miglia lontan dal locho, hauto la nova esser intralo el Fiesco con 700 fanti, revocato P andata in Genoa, che certo sanano stà tutti tagiati a pezi. Ilor in questa letera scrive, chome a dì 1G, a bore 22, intese, lì (ad) Arbenga P armala francese esser fuora. Et cussi rcvochono 1’ bordine di andar im Provenza, et veneno a la volta di la dita armala nimicha versso le Speze, mia 12 sora Zenoa. Et volendo la nostra andar lì a le Speze, credendo aver vituarie, Parma’ nimicha callo a pocho e gindono, et se unite per zirar. E cussi esso provedador fe’ do parie di la nostra armata, zoè la galia Mi-chiela, Morexina, Cornerà, Ema e quella dii papa, da una parte, e lui provedador con il resto, per bombardar dila nimicha per fiancho; la qual era 4 nave grosse, 6 galie di Prejam, il reslo gaiioni, fino al numero di 25, et nostri galie XV in tutto. Et comenzono a bombardarla con le artellarie; erano zcrcha mia 12 lontan di Zenoa. Et lhoro a la nostra tiravano, ma non feno altro damno, salvo uno homo morto sopra la galia Faliera, et 3 feriti. Et cussi poi si separono, et venuti a Porto Venere con l’armata, havendo comba-tuto con le artellarie la inimieba zercha horre do; et crede aver fato gran damno a quella. Or, zonti lì a Porto Venere, il primo dì ebbeno vituarie, el secondo no. Et trovono lì barze 4 grosse, poste per zenoesi a custodia di quel locho, le qual da le nostre artellarie fonno salutate. Ma, perchè havevano l’armala bisogno di pan et di aqua, conveneno parlirssi, e tro-vono una nave yspana, qual li dete biscoto, libre