AGOSTO. 104 berarsi, al papa, pur i non vengi in man de’ venitia-ni. Item, disse voleva levar la protetion di Ferara, perchè il papa non li dagi fastidio di Zenoa, ni ajuti veniliani. Item, che monsignor di Boysi, fo gover-nador di le sue zente è a soldo di Franza, è stato a Mantoa, dal marchese, per alegrarsi di la sua liberati««, per nome dii gran maistro e altri francesi, e dirli voi danari per le zente el tien. À risposto, non voi più far fati d’arme, ni il mestier di le arme; ta-men è sta contento dar alozamento a 100 lanze a Asola. El è sta per do respeti : l’uno, per non si scoprir, si non con la occasioni ; poi, per aver le sue zenle lì, qual è lanze 50, qual si tien siano za zoiite lì. Item, dice il signor marchese, che al conte Filippo di Rossi li sia fato bona compagnia e liberato, per esser bon instrumenlo contra francesi, et è bon per la parte 1’ ha im parmesana; e cussi il conte Bruno-ro di Serego e domino Jacomo Spolverìn e li altri veronesi, videlicet domino Galeoto da Nogaruola, porchè hanno gran partesani e parenta’ in Verona, e sarà im preposito per la Signoria la sua liberatio-ne; e che a li citadini veronesi, venuti lì a Mantoa, si questi talli fosseno stà liberati, aria fato bon officio, perchè quelli padoani, fonno apichati, à falò star sopra de si molti etc. Item, che il signor Gilberto da Corezo è venuto dal marchese, e voi far il tutto per il papa contra Ferara. Item, il signor marchese vo- 50 ria meter in stato il signor Zuam Francesco di la Mirandola, eh’ è foraussito, e tuorlo di le man di la fìa di missier Zuan Jacomo Triulzi ; el qual stato vien de jure al prefato signor Zuan Francesco. Item, vo-ria se li mandasse una zifra, acciò potesse scriver; e à ordinà a li castelli, lassi venir cadaun lì, per nome di provedadori o altri di la Signoria nostra. Item, che missier Zuan Jacomo Triulzi resta in campo, con 300 lanze, in ajuto di l’imperador. Item, che zuoba, a dì 8, passò uno capitanio di sguizari dii papa, et uno altro, che venivano di Roma el andavano a’ sguizari ; passono per Mantoa. Il marchese lo carezò, e li donò uno sajon d’ oro e uno cavalo di valuta di ducati 100, et messe le poste, acciò se intendesse a Roma nove preste di sguizari, e lo fece acompagnar fino a Sermion. Item, il signor Zuane, suo fratello, mandò ii* Alemagna, per aver licentia di l’impera-dor; el qual li à scrito, aver parla al signor Constan-tun, e farà il tutto da ajutar l’acordo con la cesarea majestà. Et che Agustin Semenza vene da esso signor marchexe, a protestarli, da parte di l’imperador, non desse il fiol al papa; el qual l’à rimandalo in-drio, con commission lazi bon officio con domino Paulo Lecbtislener, con Certayner e con lo episcopo de Curz, videlicet domino Malheo Lanch, i qualli sono li primi a presso la cesarea majestà. Et che, a dì 6, Vigo di Campo San Piero partì per Roma, per aver licentia dal papa di aconzarsi con la Signoria nostra. Et che Piero di Caliari, citadirn veronese, sta in corte a Mantoa, fo a Verona, à parlato al vescovo di Trento; qual li disse, tien la liga sia fata tra il papa e la Signoria, et presto sarano contra francesi. Item, ■che in Franza, per avisi haveva esso signor marchexe, si fa gran preparation, per l’anno futuro, contra la Signoria nostra ; e perhò quello si ha a far si lazi presto. E che ’1 marchexe non voi esser confa-lonier, ni locotenente dii papa, come li à scrito volerlo far, e si dagi questi titoli; ma voi esser capitanio zeneral di questa Signoria, per la qual voi sparzer il sangue. Item, disse in colegio, tamen non messe in scriptura, in la deposition, come il re di Franza volea dal marchexe instrumento di cession di Peschiera, e non l’à voluto far; el qual re, per contra-cambio di Lona’, li voi dar Caxal Mazor. Item, dimandò alcuni cavali di stratioti, che dii campo si li mandasse a Mantoa. Dii Folegino, di X. Come il signor Zuane, a dì 3, fo a Brixenon, parlò col signor Constantin ; qual va ben disposto, et era incognito. Item, che domino Alexandro Gabioneta, prothonotario apostolico, et mantoano, è venuto lì a Mantoa, a star a presso il marchexe, per nome dii papa. Item, scrive la venuta di quel capitanio di sguizari, come ho scripto di sopra. Et si ricomanda a la Signoria nostra, di la qual è bon servitor. Di Alexandria, di sier Tliomà Contarmi, 50* consolo, fo letere, di 29 ma no, non lecte in colegio, ma ben Jo le lexi. Scrive aver visitato 1’ ar-mirajo, qual si dice è contrario a la natiom, e li mostra bona ciera e oferte. E che ’1 populo di Alexandria fe’ dimostrazion di alegreza di la sua venula, e di le galie nostre venute, e dii recuperar si à fato di le terre. Item, spazò poi la letera al soldan, al Cha-jaro, e scrisse a Tangavardi, turciman ; e leta la teiera, il soldan mandò la risposta. E fono mandate per lui sporte 500 piper, per darlo a la nation, justa il solito. Et Ameto Bubacho, coza, (è) inimicissimo nostro, e, per tuorlo, usò ogni insolentia contra nostri, pur, il dì avanti il finir di la muda, dete licentia ; qual fo el dì di la Sensa, che fo dì di muda. Si fe’ predo, a horre 23: zoè zenzeri beledi a ducati 45, garo-falo 85, nose 65, canele 60, mazis 130; e fin la malina fono cargati colli 480, in modo le galie per le trate à colli 970. Ne rimase specie de lì di ogni sorta conveniente summa, e al Tor si dice esserne assai;