417 MDX, SETTEMBRE. 418 Francesco Breani, venuto lì, la perdeda de Ari questa matina. Et per colegio, me auctore, fo scrìto al dito Tie-polo, che ì vengi, con quella armata l’ha, a Chioza. Item, fo scrito al podestà di Chioza, etiam me auctore, che ì provedi a la custodia di la torre nuova ; e che sier Alvise Barbaro, pagador, andava con li danari a dar la paga a l’armada, è in le I'or-nase e im Po, dovesse ritornar di qui. Fo scrito in campo, a li provedadori, l’aviso di l’armata persa. Fo scrito a Padoa e Vicenza, solicilando il cava-lier Cavriana e li altri, vadino versso il Polesene, e li stratioti di Geta Renessi, a eonzonzerssi con fra’ Lunardo. Fo scrito, per colegio, a l’orator nostro in corte, et mandate le letere a Bologna, per terra, per Zuan Vesiga, eorier, qual anderà da la Badia, passerà a Sermene e de lì a Bologna. Come con desiderio aspetemo sue letere, tenimo habi scripto, ma per li tempi contrarij non si à ’uto; avisarli quello è seguito dii campo nostro ; e che ’1 gran maistro vien in socorsso di Verona con zente, sì che tenimo di sguizari 0 sia. Item, dii ducha di Ferara, quello à fato a l’armada di Po, et mandatoli la copia di la le-tera dii podestà di Chioza ; perhò si atendi a stren-zer Ferara. 196 Di Andernopoli, fo leto le letere, venute eri sera, nel consejo di X, parte erano inzifra. Et prima di sier Nicolò Zustignam, quondam sier Marco, date a dì 8 avosto. Come fo da All! bassa, qual li restituì la lelera, dicendo, il signor l’havia lecla et 0 havia ditto. Item, è zonto uno olacho, avisa il zonzer di, Curchut bassà, fìol dii signor turco, qual è stato al Cajaro dal soldan, hora è venuto al suo sanzachato. Dii dito, ivi, a dì 21. Come è nova, per uno fante venuto di Ragusi, di le cosse di qui, ut in lit-teris. Et a dì 9 fo letere de Scheberi, sanzacho a li confini di Ilongaria, che ’1 re havia fato trieva con esso signor turcho, perchè in questo mezo voi tuor la Dalmatia a la Signoria. E a dì X fo a la Porta, e li bassà li disseno aver queste nove ; e di l’acordo fato tra il papa e Spagna; e che l’armala di Spagna havia preso im Barbaria tutto, excepto Tunis etc. Item, poi fo da Mustafà bassà, solicitando pur il socorsso; scrive coloquij abuti insieme. Poi fo da Alì bei, dragoman. Et il sanzacho di la Morea à scrito al signor, che Padoa era streta da le zente inimiche. Perhò felino arz al signor li bassà, et, poi ussiti, li disseno, el signor non poi dar sussidio a la Signoria, I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XI. per questo inverno ; et che.........bassà zurò, che la sua spada sia el suo fin, che ’1 signor à bon voler. Scrive, il signor à mandato a tuor uno medi-cho a la Media, inteso di la sua fama ; e andò per lui Alì bei, fo qui orator a la Signoria nostra. El qual è ritornà col dito medicho, qual è di anni 35. Dice, et à dito a li bassà questo Alì bei, che è sta retenulo tre nostri versso l’Ilongaria, qualli andavano al So-phì, a indiarlo conira il soldam ; tanien esso sier Nicolò è stato da li bassà, et 0 li hanno dito di questo aviso. Item, li gianizari voleno mal al signor turcho. Dii dito, pur di 21. Clionie, bisognando danari a la Signoria per le presente guere, si à pensà uno modo di aver de lì ducali 150 fin 200 milia, a questo modo : con far vendeda de panni d’oro e di seda; e si arà utilità da ducati XX.Umilia, ma bisognerà trabuchar a quelli atendeno a la Porta. Et manda la poliza di la sorte sede e d’oro bisogna de lì, et quello si venderano etc., ut in litteris. Scrisse longo; ma fo parlato di questo, el al colegio non parse. Dii dito, di 28. Come a dì 23 zonse uno fante da Ragusi, con letere, la Signoria nostra avia lassà di prexon il marchese di Mantoa, a requisition dii papa ; e l’armala nostra esser andà in favor dii papa versso Zenoa. Et di questo li bassà 0 li ha dito, ma ben il dragoman; unde andò da Allì bassà, et scrive coloquij auti insieme. Poi veneno 5 olaclii dii signor di Trabesonda, qual voi il sanzachato di Magnesia, o per amor o per forza ; e il fìol non voi quel di Calia. A dì 27 fo Porla, e li fo risposto al dito signor de Trabesonda, fiol dii signor, che ’1 signor manderia uno homo lì, a risponderli a tal richiesta ; e volseno dar essi bassà a’ diti olachi aspri e caliini, i qualli non li volseno acccptar, dicendo non volersi partir. Item, si dice à intelligenti;], con il soldan, Cur-cut, venuto dii Chajaro, e voi uno sia signor, l’altro bassà over biliarbeì. E voi omnino dito signor di Trabesonda venir al sanzacha’ di Magnesia. À valenti homeni in la soa corte, e li basta l’animo 1000 coiv tra X milia, et è molto amato da li soi schiavi. Dii dito, di 2 septembrio. Come a dì 30 avosto è zonto uno olacho e uno schiavo di Cassibeì, sanzacho de........Avisa, la Signoria aver fato pace con tutti contra Franza. E a dì 31 fo a la Porla esso sier Nicolò ; et li bassà li disse, el signor voi dar il sussidio a la Signoria nostra, ma voi, quella Signoria li mandi uno orator a firmar li capitoli, dicendo: Mandelo presto a concluder dii ditto sussidio, che volè dal signor; e il signor manda una le- 27