565 averli facto intender il lutto, e anche molte altre cosse, i qual vanno a Rovere a suo beneplacito ; pe-rhò non h voluto far altro, acciò i possino andar a Rovere, per intender qualcossa, e li perdonono, promelendoli mai più far visinanza senza licentia, nè far cossa contra la Signoria nostra. Et li lassò, facendo dar una segurtà de li, da pagar li fitti che pagano ogni anno a la cha’ da Porto, i qual fìti el capitanio da Roverè li vollevano scuoder. Item hanno, che lamentandossi uno de questi retenuti, eh’è fidelissimo, con uno todesco, nominato domino Zuane, era a Roverè, dolendossi che ’1 capitanio li strenzeva a far el dito instrumenlo, qual saria causa di la sua mina, rispose el dito missier Zuane, che ’1 capitanio fazeva questo perchè se di-zea, di brieve si concluderla lo acordo fra l’impera-dor e la Signoria, e, romagnando Roverè a l’impe-rador, voleva che per questo instrumento ditli lochi de la valle restasse ne le sue juriditione. La qual cossa non li è reussita etc. A dì 30. Da malina. In colegio fo le infrascripte letere, videlicet Dii provedador Capello, date a Figaruol, a dì 28, hore 7 di nocte. Come non erano quel zor-no passali. E tulio procede dal signor marchese, qual ancor ha tolto un’altra dilatione, a passar mercore da matina, a dì..., et forssi troverà qualche altra dilatione de slongar. Si duol, et si scusa non poi più. Sier Francesco Capello è a presso de lui e lo solicila, ma trova mille excusatione et nove, fabricate da suo cervello ; sì che starano a veder anche questa. Item, à lelere di la corte, di oratori, de ... Como li francesi sono retrati, una parte in Rezo, videlicet 300 lanze et 800 vasconi, et lo resto versso Parma ; et il papa sto meglio, imo bene. Item, questi da Ferara se ne stanno lì a la Polita, tirando artellarie, che ancor non ha facto damno ad alcuno. Di sier Francesco Capello, el cavalier, fo etiarn letere, ut patet in eis. È di le longeze dii marchese; et si mette in hordine di zente. Da poi disnar fo pregadì. Et leto letere, et ne vene altre. Fu posto, per li 4 savij ai ordeni, iterum le ga-lie di Baruto et Alexandria, 3 per muda, con certi donni a le galie di Alexandria et Romania bassa e alta, 1511, ut in incantu. Et sier Hironimo da cha’ da Pexaro, savio ai ordeni, tandem messe la mia opinion, videlicet do a Baruto et 3 in Alexandria, dando la Romania bassa e alta di l’anno presente a le galie di Alexandria, e certi donni, ut incantu. E, sen- 566 za altra disputation, andò le do oppiniom : et li savij ai ordeni...., et il Pexaro----; et questa fu presa. Et fo la bona oppinion, meo judicio, e trove-rano patroni. Fo facto scurtinlo, con pena, di uno provedador sora le scansalion di le spese di officij, in locho di sier Hironimo Querini, à refudà. Et rimase sier Daniel di Renier, fo avogador di comun, quondam sier Constantin. Et il scurlinio sarà qui avanti posto. Fu posto, per li savij ai ordeni, certa confirmation di uno prete, per paga, nel castel di Antivari, electo per sier Vicenzo Zen, podestà de lì, con salario ducati uno al mexe, ut in parte. Et fu presa : 19 di no, 83 di sì. Nome pre’ Nicolò. Copia di uno capitolo di letere di Palermo, di 274 ' sier Pelegrin Venicr, quondam sier Dome-nego, a soi fradeli drizato, dato a dì 2 octu-brio 1510. Parendove, fate etiam intender come se è dito, el re aver fato scoprir do altri soi fioli naturai, i qual erano religiosi, el li farà spogliar, et per la re-zina morta li ha tenuti oculti ; e se dize, che fermamente, per tempo novo, la persona soa, ho el fiol, de’ passar a Napoli e faralo re, e uno altro voi mandarlo in Barbaria. À convitato tutti lì baroni per tempo novo, se judicha per le cosse de Pranza; e fa fortifichar Perpignan e Zalses. Ne son letere freschissime de la corte, che era in Saragosa de Rago-na, la qual va pur in ToJeto, per far parlamento. S’è dito, el vice re aver comesso a li baroni siano presti per far la mostra ; e più, à voluto minutamente saper quanti navìlij puoi far questo regno ; e dà fama, in Casliglia si fa armada, e per tempo novo sìa per seguir cosse nove. Se parla, de Franza se tien mal conlenlo, per il che non posso saper, e rii’è dito esser nove assai ; e che per tutto questo mexe se sentirà nova liga, per termenar el tempo de la gran conjuration contra de nui fala, si che de nezessità bisogna esser valenti homeni, come seti sta, che, per Dio, romani, per quel vien dito, mai feze tanto contra tante potenlie. Questo che ve scrivo, fate non sia nominato, ma tenuto secretissimo, per molte ra-xon ; e sia dato el credito parerà a la sapientia di signori nostri. Da Bologna, di sier Lodovico Falier, vidi letere, date a dì 22, horre una di note, a sier Lorenzo, suo fradello. Come è sta bellissima cossa a veder, come tuto el populo erano in arme, e cita- MDX, OTTOBH