307 MDX, SETTEMBRE. 308 cha ; e die 1’ orator yspano disse a l’imperador, è mejo acordarsi con la Signoria, cha dar la cita di Verona a Pranza. E che lui provedador Capello li disse le nove, havia di Mantoa, zercha sguizari. Qual restò sopra de si, et crede el savesse il tutto, e li disse : Che stè vu a far a venir avanti ? E lui provedador rispose : Sterno per aver Verona indrio, d’a-cordo, da l’imperador. Dii marchexc di Mantoa, di 6, a li prove-dadori venerali. Come à mandato Folegino a Ve-necia, per dar modo a l’impresa, non per li capitoli, perchè lui voi quello voi la illustrissima Signoria. Itera dice, dii soccorsso di francesi a Verona, non è pericolo; de’ sguizari à mandato uno homo a saper. Missier Zuan Jacomo Triulfci è andato a Como, in Val Tolina ; e si dice ne vien 8000 sguizari per Belinzona, etiam per Valchamonicha, dove è sta mandato arlelarie e zeiite. Item, im brexana è solimi le zente dii Conlim. Sguizari ave Varese, con occision di 200 guasconi e 40 homeni d’arme, e toltoli la artellaria e monitione assai ; il resto di le zente si salvò. Item, a Brexa è sta prese do nostre spie, una è sta apichà, l’altra si liberò, per aver sposi una donna. Item, scrive esso marchexe aver mandato uno zeutilhomo al papa, a solicitar la soa venuta. Dii capitanio di Po, date a Pontichio, a dì 7, a hore 22. Come fra’ Lunardo era con 307 cavali lizieri in tutto. Et essendo passati di qua di Po 40 fanti e altri, e tutavia passava, fra’ Lunardo andò a l’incontro, con zercha 50 di soi cavali, e fu a le man con i nimici, morti 3 et feriti molti di ditti fanti, e la compagnia fuzile, e lui fe’ capo. Fonno feriti di nostri 8, tra i qual Costanzo di Pij, fiol di domino Antonio ; e si fra’ Lunardo non era, quella armata pativa. El qual è venuto lì a Pontechio, et l’ha fato alo/far mia uno lontan, a Boscha, acciò, bisognando, possi esser presto. Item à di Are, che venturieri hanno fato damni a certe burchiele di pesse. Lui capitanio è mia 22 lontano, non poi far provisione. Item scrive, li fanti passono di qua è andati al palazo de mezo, e voleno tuor le biave. Item, manda una relation di uno balestrier, fu preso per nostri. E nota, Costanzo di Pij fo ferito in una spala di uno passador. Carga molto quelli abando-nono fra’ Lunardo. Et per colegio li fo scrito al prefato capitanio, avisi chi è sta quelli balestrieri abandonò fra’ Lunardo in quella baruffa. Eelatione di Piero de Obroviz, balestrier dii ducha, preso per nostri. Dice, il duella di Fe- rara mandò 150 cavali et 400 in 500 fanti, per passar di qua di Po, vasconi et altri, per non lassar l’armada nostra intrar in la Pelosella. Item, il campo dii papa è al Final, e à mandato parte di le zente per socorsso di Modena. Item, che feraresi tolseno di note, con do brigantini, burchiele numero 24, erano a Sermane; preparate per far il ponte; per la qual cossa, el marchexe di Mantoa à retenuto tutti li bestiami dii ferrarese, che erano sopra il suo. Item dice, il ducha à fanti 2500 in tutto, zoè 1000 guasconi, 1000 spagnoli, il resto italiani; et al bastioni di Cologna, over Crespini, à fanti numero ... ; el ha il ducha 200 homeni d’arme. Disse il numero di francesi e di soi ete., ut in ea relatione. Di Ruigo, di sier Silvestro Pixani, provedador, di 7, horre una di note. Di quelle oceo-rentie. Non leda. Di Padoa, di sier Stefano Contarmi, capitanio. Di la morte, eri, di Pasqual Vidal, era a la porta di Santa f. Et havia posto in loco suo Mathio Ri-zo, e lo lauda assai ; prega la Signoria nostra lo vo-glij confìrmar. Noto, fo mandato in campo ducati 3000. Di domino Lunardo Grasso, prothonotario, 146* a sier Nicolò Zurzi, date in campo, a San Martini, a dì 7. Como eri matina se partì di Verona monsignor de Rosa, e andò versso Trento, con Antonio da Tiene. Mercurio Bua, andò fino a la Chiusa, a compagnar merchadanti, andavano a la fiera in terra todescha con panni et barde, a horre 22, vel zircha, ritornò in Verona. Antonio da Trento non è presone, ma è in Verona, e va dove el vuol. Eri, a horre 18, tutti li capi de i nimici, che sono in Verona, de’ soldati, introno in caxa dii vescovo di Trento, e fenno consejo fra lhoro, e steteno fino horre 22; non se intendono quello habino fra lhoro con-sejato. Si dice, fra la terra, liaver consegià zercha le llior persone, de’ soldati, quello habino ad esser, quando la Signoria nostra havesse quella terra : o per acordo con veronesi o per forza ; tamen la verità non si sa, per non esser stato alcun di la terra: ben è vero, che steteno molto mesti. Danno voce di aspe-tar soccorso di Alemagna. Hanno alozato le zente in Verona in questo modo: videlicet, nel borgo di San Zen e San Silvestro li franzosi ; nel corpo di la terra el ducha di Termeni, con li borgognoni e napolitani ; ne li borgi versso Vicenza todeschi. El modo di le artelarie, poste a le mure e cilà, vi ho scriplo per do mie. Scrive, si trova disperato per ben servir. À ogni zorno aviso da Verona; da sei eitadini in fuora, tulio lo resto, con lo populo, è marchesco, e aspella che