553 S1DX. OTTOBRE. 554 zor importantia di l’ambasata di nostri oratori è a trovar sesto con Pavia etc. Dii dito, date a dì 21, a hore 20. Scrive, tutta questa terra è in arme, e vanno sopra la piaza ; hanno fato 4 quartieri eri. Replicha, si ’1 papa vorà, non fazando lo acordo con francesi, li francesi sarano minati. Il papa à fato far altre cride, di far exenti questo populo sempre mai di certe cosse; li à fato tanti comodi, che ’1 populo è fato forte sviserato a questo papa, pur che Pavia non fosse legalo; si la Signoria li desse episcopato, nihil faceret; è lutto francese, bisogua far opera tirarlo via dal papa, aliter saremo ogni zorno a questa. Dice, la Signoria à fato mal a non lassar passar il nostro campo; chi perde il papa, perde il tutto, ltem il papa, da pra-ticho, non à dato audientia ni a’ cardinali nostri, ni oratori; per far che questi oratori, che prati-chano lo acordo con francesi, lo intendino, fa da ca-tivo, qtiamvis sia amatalo. Si ’1 papa voi, con le zente di Modena e queste sono qui, e il populo di Bologna, francesi sono roti; si el marchese di Man-toa con le nostre zente pasasse, francesi l'uzeriano fino a le terre di Milani. Scrive, maistro Archanzolo li ha salvato uno loco, per veder queste zente redute im piaza; il papa li darà la beneditione; el cussi el va a palazo. E il Cardinal monta a cavallo, va dal papa, et voi veder questo populo. 269 Stonano di letere di sier Lodovico Falier, quondam sier Thomà, date in Bologna, a dì 19 octubrio, a liorre 22, a sier Lorenzo Falier, suo fratello, ricevute a dì 23 ditto. Come, partiti con li oratori da Ravena, quel giorno, fu mercore passato, veneno a Fu rii, el secondo giorno a Ymolla e passono per Faenza, il terzo arivono li im Bologna, e feno 1’ mirata a hore 23; erano da cavalli 40. Li vene contra tute le fa-meglie di reverendissimi cardinalli, facendo ciaschun lé sue parole, per parte di lhoro patroni; ultimate la fameglia dii pontitice, con la sua guardia: era bellissima cosa a veder. Et li oratori fonno acompagnati lino a caxa, c lì tolse licentia. Poi zonti, el papa li mandò a chiamar, e subito, a la chavalcharescha, come se rilrovorono, andono; era circha bore ì di nocte. 11 pontifìce era sopra una ciriola, et li fece le parole a li oratori, qualle non forono bone, con gran collora e molto acceso ; digando, che il campo nostro non era ancora passato, et che li inimici erano qui a presso 15 miglia, e che dovesse proveder al passar presto, die altramente l'ariano mal el latto lhoro. El subito fu spazato una stafeta al provedador Capello, dandoli questo aviso. Li inimici hanno mandato a' dir al papa, che i debino aspetarli dimane a cena de li. Queste cosse sono da meler in fuga tutto il mondo. Li Benlivoy sono causa di questo: fanno bona compagnia a ciascuno, ancora che li siano inimici. El pò-pillo di Bologna è slutfo dii governo di la Chiesia; o questo, per il mal porlamento di Pavia. El campo dii papa, è in Modena, sono da 0000 persone. Marco Antonio Collona è venuto lì a Bologna ; non sa la causa, era ancora lui eri sera al parlamento con li oratori. Tutti stanno con grandissima paura. In questa nocte è ritornato la febre al papa. Li oratori nostri non sono ussiti di casa questa matina, nè ussirà, si non sono chiamati. Itcm, alcuni cavalli lizieri di Marco Antonio Collona hanno scharamuzato con i nimici ; mia 7 lontan di qui, hanno preso do franzosi. La terra se ha posto in arme, se comenza a preparar le artellarie, se fanno fanti. El papa ha fato una proclama, per la qual fa esempli tulli, de masene, porle, dacij et altre cosse, perchè ciascuni vadi al suo quar-tier. Itcm, in quella borra è zonto el signor Chiapin Vitello, con sier Ferigo Contarmi, provedador, con cavalli lizieri GOO, eh’ è stà ili gran subtevalion a questa terra; et subito l’orator Donato andò dal papa, qual era con li oratori a casa, a dirli tal nova, per modo che à ’ulo gran piacer. El signor Fabricio Colona è arivaio a Forlì etc. ; sera dimani qui, come alcuni merchadanti dice averlo lassato lì. Dii dito, date a Bologna, a dì 21, hore 20. 2G9 * Avisa, il papa ave eri una mala note, si per li inimici, che se aprosimavano, come per la expectaliou de le gente nostre, tanto desiderate; e, vedendo non venir, deliberò de piar qualche novo parlilo. Li tre oratori, che sono Spagna, Ingaltera el lo alemano, andono iu campo de li inimici, per eomponer questa' materia; ma, perchè gli fu porto capitoli de sorta, che erano vituperosi et vergognosi, e il papa non li hanno voluto acceplar, e ili questo interim fo proclamalo una trieva con li inimici, la qual questa malina è passata. Non sa quel sequirà, tutavia si dà danari et si fa fanti. E questa matina è sta fatto una altra proclama, per nome dii papa, la qual fa esempli tutti quelli, sì populi come citadini, de’ogni angaria per X anni, ò che oguiuno possi far ostane el quello volleno.; passali li X anni, pagino poi la mila de quel pagavano; el hanno factoetiam, che ciascun se metti in hordine con arme e cavalli, e che ’I papa voi darli la sua benedilion. Ha mandato alcuni per li monti, che tulli vegnino con sue arme versso li inimici, perchè li Bentivoy, che sono inimici de la Chiesia,