573 erano al Bondem, preparali per far facto d’arine con nui; unde li fece divertir el camino verso Ser-mine. Et cussi fono questo primo allogiamento in questa villa, nominala Felonega, loco dii prefato signor marchese. Dimane a bona hora si leverano per continuar el suo viagio, che Idio li concieda prospero. Et avisa, subilo passalo che fo lo exercito lì a Fi-garuol, fo per Guagni Pincone fato disfar el ponte, per non lassarlo a li inimici, et per non perder quelle barche tute, le qual sono sta condute in suxo versso Mantoa. Item scrive, al partir Ihoro esso provedador fece brusar la Stellata et Figaruol, acciò diti loci non li possi dar fortuna. Item scrive, in quella horra aver recevuto letere de li oratori nostri in corte, da Bologna, de 28. Quali li signiflcha, come el pontifice li expecta con desiderio; et el signor Fabricio questa sera dia esser giunto, con la sua compagnia, a Castel San Zuane, a l’incontro nostro, per scoria et conserva di questo exercito. Di oratori nostri in corte, date a Bologna, a dì 27 et 28, in forma de brevi, portate per Vicenzo Guidoto, secretano nostro, qual dì Bologna ritornò a Mantoa, con uno dii marchexe Scriveno, francesi parte sono a Parma, parte a llu-biera, et il gran maistro si dice è andato a Milan conira sguizari; et come il signor Fabricio Colona sarà al Final, per venir conira le nostre zente, ut superius scrissi. Etiam fo uno aviso, che '1 dito Fabricio parlerà con el provedador nostro predillo, per meler bordine a le imprese. Et par non voy andar contra Franza, quamvis li sia nimicho mortai de’ francesi ; ma perchè la commission l’ha dii re di Spagna, over dal vice re di Napoli, è di vegnir con le 300 lanze in ajulo dii papa contra Ferara. Di Vicenzo Guidoto, secretano, da ¿farmene t si ave letere, et dii marchexe di Mantoa, se-cretissime. Come saria bon, il papa si acordasse col dueba di Ferara, suo cugnato, qual li darà tulo il slato, excepto Ferara, al papa, et etiam 40 milia ducati di pension a l’anno; et li basta l’animo de interponersi, et poi insieme tutti alender contra francesi. Et scrive aver dato aviso di questo a Bologna, per saper la intention dii papa. 279 Di sier Andrea Griti, procurator, provedador generai, date a Montagnana, eri. Scrive esser stato, con alcuni cavali, tino a la Torre Marchesana versso il Polescne, perchè ave aviso, dal nostro falor di la Canda, come i nimici erano venuti lì ; sì che subito l’audò, con 400 cavali, lino lì. El a pena zoulo, che Fave allra relulione che nulla era; solimi che do galie e fuste dii ducha di Ferara erano 574 venule versso Figaruol, e tolto alcuni burchij, qualli perhò erano de’ feraresi; e tien, che li patroni me-demi fosseno contenti, perchè li fo ditto si levasseno de lì dove erano, e non volsse. Di domino Baldi scera dì Scipion, restato con la sua compagnia sopra il Polesene, a custodia, fonno letere. Dì questa cossa ; si scusa etc. Di Ruigo, di sier Zuarn Diedo, provedador. Come borra, eh’ è andato il campo di là, con li pre-sidij lassatoli custodirà etc. Di domino Lunardo Grasso, prothonotario, a sier Nicolò Zorzi, da San Moixè, date a Montagnana, a dì 31 octubrio, a hore 24. Come era stato, de commission dii provedador Griti et dii go-vernador, ad Albarè, per le cosse ili Verona et.Li-gnago, perchè haveano, che da Lignago dovevano venir barche armade fina a Roncho, el all re da Verona, pur lì a Roncho; e lui andò a far prò visione che, si venisseno, non ritornasscno indrieto. E, zonto che ’1 fu, mandò versso Lignago per do vie, per saper se le barche venivano in suso, per poterli nuo-ser et dar la caza ; el una ussite di Lignago, el vene lina a San Thomaso, do miglia dì sopra di Lignago. E lui mandò 40 fanti di domino Naldo di Brisigella ad uno passo di 1’ Adese, che steteno in aguayto, fina passavano ditte barche, poi dovevano meler tre molini a traversso l’Adese e incatenarli, et lhoro poi da Albarè darli davanti e questi dadrelo, con archibusi el sebiopetì, che ne erano assai. E poi zonse a 1’ Albarè ditto domino Naldo, con 300 fanti, et domino Hironimo Pompeo, con la compagnia del conte Guido Itangom, e il conte Piero Monochovich, con li schiavoni, et steteno tuta la nocle in arme. La malina a l’alba fonno al Cullaldo, loco di conli di Sere-go, è di sopra di Roncho uno-miglio, et è sopra l’A-dese, e lì steteno fin a le 18 borre; e, non venendo barche da Verona, ritornorono indriedo, juxta commissioncm suani. Mandò ad alozar le fantarie a la Cucila, li balleslrieri a li soi alozamenti, e lui ritornò per quella nocte a l’Albarè. E, havendo prima mandalo uno suo a Verona, per saper quello si faceva, ritornò el zorno sequente, et referite che a Verona 0 provisione si faceva de barche nè de zatre, solum era al ponte de le Nave 5 barche grande, piene di done et putì da Zeveo, che erano redati a Verona, et per non pagar (itti de caxa, stavano in quelle nave et due altre barchete. Or poi, a hore 19, hessendo lui ad Albarè, vene uno, corendo, da lui, dicendo, i 279 * nimici erano a Tomba, per mezo quasi Albaredo; e lui subito, con li soi cavalli et contadini a piedi, andoe zoso per le rive di l’Adexe versso Lignago, dubi- MDX, NOVEMBRE.