743 MDXI, GENNAIO. 744 da bassa. Et zonti fono a presso la centa, domino Matlieo dal Borgo, con fanti de zerclia CO, se pinse ne lo borgo, et lui, con lo resto, driedo. Dove tro-vono li dieli ladri inimici erano fati forte in alcune case. Con li quali fo bisogno a combater, e darli tandem, el fuogo per ogni canto, perchè non si vol-seno render; et ne fo, tra brusati et morti, 30 et più, et XX fati presoni, al dispeto di quelli erano in rocha, che mai ebeno animo de ussir a darli so-corsso. Li abrusono luto el borgo et centa, et ve-neno poi a salvamento, a hore 8 di note, lì in Gradiscila. Scrive, si la Signoria li desse ogni podio prescidio de homeai et cavalli, li basteria animo a far qualche honorevele impresa contra questi inimici. De li quali presoni ne sono alcuni homeni de cativa sorte, li quali hanno deliberato de farne uno dono a la magnifica comunità de Udene, per esser stati Ihoro bona causa de tanti incendij e robarie. Item, scrive li sia dato almeno il salario deputato eie. Di sier Hironimo Lippomano, a sier Vetor, suo fratello, date in borgo di la Mirandola, a dì 13, hore 3 di note. Come è 8 zumi eli’ è lì, et à scrilo di ponto in ponto e passo im passò quello si fa, et le operation dii pontifico, che si meraveglia di la solicitudine e prosperità soa. Poi è partito di Bologna, è fato gajardissimo e non stima faticha. Item, questa matina andoe, con ¡1 provedadòr, a la Concordia, dal papa. latrali in camera dii papa, de more fo raxonato dii trazer. El papa disse: Non ho sentito. In questo, vene il conte Zuan Francesco di la Mirandola, et disse al papa, come li nostri havevano piantato il tutto, e falò il bisogno, e bulado le difese de li iniinizi. 11 papa disse: Non me dìle di quelli di la Signoria, parlate de li mei. Lui non ossava dir di quelli dii papa, non voleno far. Tarano al suo dispelo; io voglio andar, come ho disnato, ad alozar in li borgi di la Mirandola. Fo dito che li guastadori non erano, salvo quelli lui haveva consigliati a missier Jannus; e il provedador disse, che missiep Janus havea tenuto li soi guastatori, con darli castrati, pan et vino, e a questo modo si fa. Disse il papa: Li mei non voleno far! Orsù, provedador, voglio andar in borgo, et venite ancor vuj, aziò siamo insieme, et che sbratiamo queste cosso. Poi fo dito, crede per il Cardinal Regino : Sarebe buono, padre santo, quando si averi questa terra, darli uno taglioni^ el che non vadi a sacho. Rispose il papa : lo non voglio far nulla, fierchè non saria equalità ; li poveri fanti non avertano nulla, et lo taglione saria dii duclia di Urbino. So ben come si fanno queste cosse! Si se vorano render, la toro a gratia; altramente, scodando la testa, la darò a snello. Et il provedador, convenendo partir de lo alzamento, tolse licentìa. 11 papa voleva el rimanesse* a pranso; ma con effecto ha assai facende, e non volsse. E il papa vorebe che sempre el stesse con lui; ma .non è possibile, perchè ha assa’ da far: fa mandati, fa letere in diverssi luogi, fa levar bolele; il inanello da far è il scriver a la Signoria, che ’I fa ogni zorno; poi a mai a la gamba e convien caval-ehar. Scrive, à gran piacer esser lì, a veder cosso che, di ricordo di homo, più si à visto: uno pdpa in campo, levato frescho dal mal, con tanta neve sopra la terra, e chi non vede non lo po’ imaginar. E la miglior cossa che habiamo si è, die faziamo boni fochi in queste teze di villa. Di dormir, il forzo dormono vestili. Il provedador Capello dorme vestito, eli’ è gran cossa, considerando li morbezi soi ; e dii viso sta bene, con bona ciera ; à mal pur a la gamba, residuo del franzoso; tamen fa luto alegra-mente, e li condutieri sempre a la so taola, el è obedito et ben voluto. Dormito, poi pranso, il papa, vene tanta neve, che, poi è lì, non è venuta tanta nè la mazor. E il papa, che havea dito, non si rimove’, ma si fo’ meter in la leticha, e con neve grandissima et vento siamo venuti lì nel borgo. E il papa è alo-zalo nel monostier di certi frali, lontano di la Mirandola quanto è a Rialto da San Salvador, perchè li è slà dito, die le artellarie di la terra non traze da quella banda, perchè li nostri li hann» tolto le difese da la nostra banda ; e il papa è alozato in la eusina di frati, perchè quello è il miglior Iodio, e la sua guardia, in la chiesia. E disrnontati, con uno bon Iodio, tuti pieni di neve, che mai vide la mazor, il papa disse: Monsignor Regino, voria bever; e cussi-fo portalo el bever con poti. E poi il pppa disse : Marco Antonio Colona ha parlato con questa mado-na e con quello dal Boschelo, di’ è lìol di quello Boscheto fo squarta a Ferara, che se debano render, altramente che il papa la darà a sacho: et che i hanno risposto? che non sono in soa libertà, dicendo la terra esser a governo di uno Triulzì. 11 papa disse: Suo damilo! E cussi, con tanta neve che non se vedea 1' uno l’altro, siamo venuti qui a el nostro alozamenlo, di un contcstabele Calisson, nostro; ma par il provedador lo’convengì dar a Pavia et Cornarci, che da niuno altro hanno auto alozamenlo; sì die faremo mal questa noie. Scrive, esser in campo con assa’ incomodi; e ha piaxer e contento, che non lo poria scriver. Essendo il papa in questa cuxina,