593. MDX, NOVEMBRE. 594 Biilo,nino Lunardo di Grassis, protlionota-rio, date a dì 8, hore 3, a. Montagnana, a sier Nicolò Zorei. Chome ozi il provedador Grili, hora prandii, mandò per lui, dicendoli aver per spie, quelli sono in Lìgnago esser ussiti, sì homeni come cavalli, con una barella armata de schiopeli, ebe andava versso Albaredo; e li comesse, volendo l’andasse a Urbana, dove alozano li stralioli, el li Tacesse cavalchar versso Albarè. E cussi subilo andoe, e trovò il colateral, ge dava danari ad essi stratioti. E diluii il bisogno, efiam esso colateral montò a ca- -vallo, cazando alcuni stratioti die non volevano ca-valchar, come fu quel poltron di Federigo Pedemodi, che mai volse cavalchar. Et dito collateral vene fino a Bonavigo, villa su 1’ Adexe, 4 miglia lontana da 290 Lignago, e lì si firmono, con alcuni capi de slradioti el slradioti, fino che la barella ritornò in zoso. La qual barella andò fina a presso ad Albaredo, ad uno miglio vel zircha, con uno sacro, con le sue fanla-rie, potevan esser zereba 200 homeni e cavalli 200 et più, e andò per mezo al porlo d’Albaredo. E li inimici volevano pur, che quelli d’ Albaredo li con-ducesseno dito porto di là di l’Adexe ; quelli homeni mai volseno. E dilli inimici Irasseno tre botte con esso sacro, et nium damno li fece ; e li homeni dóleno campana martello, cridando: GrassoI Grasso! E subito se redusseno tuli quelli homeni. Et intendendo, la barella armala esser lì a presso, insieme con domino Ilironimo Pompeo, che arivò lì, mandalo dal proveditor Grili, andorono drielo la riva de l’Adexe, tanto che Irovorono dita barella. E li homeni, con freze e balestre, con qualche schiopeto havevano quelli conta lini, deteno la caza a la barcha, fina dove noslri erano rimasti. E lì redusse assa’ contadini, con freze el schiopeli, et messi sopra do mobili alcuni balestrieri e schiopetieri, e su l’arzere arzieri villani, li qualli si porlono sì ben, che fonilo feriti tuli XV che erano in la barcha, li qualli se buloron a l’aqua. El essendo la barcha dal canto di là, noslri con freze, schiopeti el balleslre li salutono, a tanto che butoron fora alcuni archibusi, ma non li poteno bu-tar tulli, che noslri ne ebeno 4 di bronzo, belli, con la barcha, la qual fece brusar. È slà ferito a morie el bombardier, treva con el sacro. E li inimici tulavia erano sopra la riva di l’Adese, mal contenti; e noslri li dava stridor. De’ nostri niun fo locho, cxcepto do cavalli, uno de uno suo balestrier e uno de un stra-tioto. Couclude, quelli contadini meritano laude, e sono incagliati conira questi inimici, e, havendo spalle, fanno assai. Et ritornono a Montagnana a hore 2 di nocte ; si che stima la reputatione et non la barcha etc. I Diani di M. Sanuto. — Tom. XI. Del dito, ivi, di X. Scrive, voria si facesse in 4 zorni tre milia fanti per uno mexe, e si andasse a Verona ; ma non voria la si nietesse a sacho, ma che la roba di tristi venisse in San Marcilo, che non seria poclia. Tamen fiat voluntas Domini. Di Vicenza, di sier Vetor Capello, provedador, di X, liore 15. Come da Verona ha, per uno vien de lì, che l’è parlilo 1500 todesebi, vanno a la volta dii gran maistro ; tamen non la aferma, per non averla da persona aulenticha. In questo pregadi fu posto, per li savij, una 290* letera a Vizenzo Guidoto, secretano a Mantoa, in materia dii marchexe, et quanto li babbi a dir. E fo secret;i, ut in ea. Presa. Noto. Hcssendo sier Francesco Foscari, el cava-licr, amalato un podio, fo falò vice cao di X, in loco suo, sier Antonio Juslinian, el dolor, qual più non è stato cao, ma siete do zorni, perchè il Foscari ussi di caxn, e lui ussite di cao. A dì 12 novembrio. Da matina. Fo letere dii 291 signor Constanlin Amiti, di Alemagna, date a Bri-xenon, et una drizata per quel Bernardini Alario ; • videlicet el signor Constanlin a sei; Zuan Jacomo, secretano dii consejo di X. Zercha Pimperador e lo acordo si Irata. Et nota, fu divulgato, el re predilo è contento de aldir uno nostro orator. Alcuni disse che li capitoli di lo acordo con Pranza è falli e tulio; dove è a presso il roy domino Matheo Lancli, episcopo curzense, orator di P imperador, et mancini a soloscriverli da l’imperador, et si fa una dieta el dì de Santa Lucia in Arzentina. Et reliqua, ut in litteris, secretiora. Da poi disnar fo colegio di savij ad consulm-dum. Nolo. Queslo stado è su spesa di ducali 00 milia al mexe ; sì che non si potrà durar. El le cosse va a la longa. Idio ne ajuli I Fo divulgato una zanza, per letere di Ravena, in li Pauluzi, di 7, che à di Bologna, il papa stava malissimo, imo quasi disperala la sua cossa; sì clic si parlava de novo pontifice. Tamen questo aviso non fu vero. Item, fo uno aviso, che erano passati per il slato di Milani 12 oratori di sguizari, qualli haveano auto il passo, et andati a Bologna dal papa, a dirli quanto haveano terminà in le soe diete : parte voi esser con Franza e parie col papa. E altri avisi, ut in Ut-teris. ifìtà, Dii provedador Gritì, da Montagnana, fo letere, di eri. Di esser leva, certo, il ducha di Ter-meni, con la compagnia soa, di Verona, a di • •., da malina, e andato a Villa I’rancha, poi in mantoana. 38