97 MDX, la gala; sì che non à potuto far 0 senza artellarie e fanti usati. Item, ¡1 dito Sbrojavacha li à dito aspe-tano soccorso in Cividal. Et per colegio fo scrito al provedador Mocenigo, provedesse di zenle e fantarie e qualche artelaria per dita impresa di Cividal. Vene domino Bernardini da Sessa, cavalier, do-lendossi li nostri danizano le so possession. Item, certi soi cavali, tolti quando el Zitolo intrò in Maro-stega etc. E fo fate letere a li provedadori, è in campo, et al Mozenigo, sopra di questo. Vene Gnagni Pincone, dicendo è venuto a far reverenti a la Signoria. Il principe lo charezoe assai, dicendo è sta cognussù il bon animo, et ritorni a Padoa. Vene Piero Luna ; ditolì l’oficio li è sta dato per il consejo di X di esser arzentier, et porti li danari, et atendi a far li arzenti, acciò si possi bater in zecha danari. Vene don Piero Nani, eh’ è prior a la Carità al presente, et è quello steva a San Chimento, et pro-phelizò assa’ cosse venute ; è vechio di anni 90, et vene con sier Antonio Vituri, suo procurator. Voleva una letera a l’orator in corte, che di la badia di Classis di Ravena dia aver stera 1000 fomento a l’anno, per bisogno di questo monasterio di la Carità, e pagar le caxe comprate per slargarsi ; et si scrivi, il papa voy scomunichar quelli frati, si non mandi quanto è ubligato. Non parse ad alcuni dii co-legio far. Fo leto una letera, savia, in risposta di la letera, scrita a la Signoria per il gran maestro di Rodi, la qual Jo fici far a Bortolo Comin, secretario ; e fo laudata dal colegio. Et cussi sarà qui posta. Fo leto una letera, fata nolar, da scriver in Hon-garia ; et parendomi esser de importanza, non vulssi • l’andasse senza il pregadi. Et cussi non fo poi mandata. Da poi disnar fo ordinato colegio dii principe e di la Signoria e savij, per aldir quelli di le nave retenute in Cypri. Et Jo fui a !’ arsenal, a veder il tutto, e vini in colegio. Et fo alditi diti participi di le nave ; parlò sier Piero Contarmi. E consultato la materia, sier Marco Bolani havia molto tal cossa a le man, dicendo non dieno aver tanto, chome è stà fato li soi mandati, ma solum tanto e altratanlo ; e cussi voi meter la parte tutti. -47 * Et per aver danari im presiedo, da mandar in campo, ben che fosseno molti arzenti in zecha, di ra- / Diarii di M. Sanuto — Tom. XI. AGOSTO. 38 xon di la Signoria, ma non erano batude le monede ; perhó, hessendo ritornà indrio groppi di Alexandria, fo mandato per li patroni, e inquirito, per il principe, di chi era ditti groppi tornati, et saputo, fo mandato per lhoro, et si ebbeno li danari, et li fo ubligato tanti danari in zecha, chi dete oro ubligà oro, et monede monede etc. Di campo, di Padoa, di provedadori generali, di ozi, hore 16. Come hanno ricevuto le letere nostre con li avisi di Friul ; li piace assai. Et quanto a dar j defeti a le zenle d’arme, si scusano longo: feno la mostra questo aprii, la Signoria fo causa non desse defetti, perchè i soldati diceano ha-ver perso il suo, et la Signoria scrisse che haveano raxon, etstevauo ini Padoa con spexa. Item, al presente dite zente voleno do page, et perhò sopraste-rano. Quanto a mandar cavali lizieri fuora, dicono prima molti stratioti è in questa terra; pur hanno mandato 300 cavali lizieri, col signor Chiapin Vitelli, a Bassan et Citadella ; item, 200 stratioti versso Ma-rostega e Vicenza; item, altri stratioti con Renzo Manzini versso Cologna; ma questi, vanno fuora, fanno danno a li contadini, eh’ è nostri. Item hano, il campo inimicho è dove 1’ era ; et per uno, venuto sta note da Vicenza, hanno, per il suo riporto, qual mandano incluso; et uno simile mandano a domino Symoli da Porto etc. Item, per altri, venuti di Li-gnago, hanno, niun esser passà di li via; ma che francesi vanno a la volta di Verona, e fortifìchano Lignago et Porto, facendo più guardie dii solito. Belatione di uno prete, scrive da Vicenza a li provedadori zenerali. Come lì in Vicenza è la peste grande. Il campo è alozato a Olmo. Qual, zon-to, fe’ il ponte a Santa f sul Bachajon, per passar a Boton ; ma vene uno trombeta, come Marostega era perssa, et cussi tornono indrio, che voleano socco-rerla. Item, le artelarie dii castello è stà trate e con-dute su cari versso San Felixe, et le hanno poi aviate versso Verona. Etiam hanno cargà li salii, con le dite artelarie, sopra li cari. Et Antonio da Trento, fo in Vicenza, non volse tochar la man a niuno. Dimandò, si era vero la liga si dicea dii papa, lo impe-rator, il re di Spagna et la Signoria. Item, sono in campo, tra da pe’ e da cavalo, 9 in X milia persone ; li cariazi e spagnoli aviati a Verona. Il signor di Bo-zolo, di cha’ di Gonzaga, è disperato, per non aver auto danari, et si leverà ; etiam lui è lì in Vicenza. Si dice, il papa, l’imperador e la Signoria sono d’a-cordo; e l’imperador voi danari, e lassa Verona, Vicenza, Padoa e Treviso a la Signoria, il Frinì è de l’imperador, Udene dii patriarcha di Aquileja ; et 1 »