265 JIDX, SETTEMBHE. 26G Fu posto, per li diti savij, non era sier Piero Duodo, una letera a li provedadori zenerali in campo, laudandoli di 1* operation fate, e cussi il gover-nador e quelli capi ; e zercha l’andar su le porte di Verona, si remelemo a lhoro, e li manderemo danari. Item, per una altra letera, come avemo auto le-tere di Roma, il papa è contento la Signoria nostra toy il marchese per capitanio ; per tanto essi provedadori spazino a Mantoa, che ’I marchexe mandi qui uno messo, con mandato a concluder et stipular, che '1 sarà capitanio zeneral nostro; e bisogna presto. Ave 4 di no. Fu posto, per nui savij ai ordeni, non era sier Vido Antonio Trivixam, una letera al vice capitanio dii colfo, che, stando de lì con pericolo, come have-mo inteso, el se debbi levar di Primier, e vengi con quella armata l’ha a la bocha di le Fornase, nè si movi, ma aspeti hordine nostro. Et questa letera ave tutto il consejo; e fo mia opinion. A dì 3. In colegio. Vene sier Lorenzo Zustignan, venuto luogotenente di Cypri. Fo longo in la sua rclatione; vene vestito di scarlato. Prima si dolse dii stato persso ; e si congratula, che si va quello recuperando. Disse di Cypro, che li populi de Nichsia, e cussi de Lixora, erano fedelli ala Signoria nostra; e in queste turbulentie li citadini e lutti de li li piaceva udir ben di questo excellenlissirno stato, dicendo i non fariano movesla, se non li venisse armata nemi* eha, la qual, venendo, non voriano patir, e quando la Signoria li mandasse arniada, ogni minimo segno, si tegniria. Item, disse di le lubriche, si buia via tutti li danari si spende in Famagosla ; et si fabricha uno revelim et uno turion più bello cha non è quello di Brexa. Concludendo, che Famagosta e Zerines ini -126* porta in quella ixola il tulto. Ma a voler v»rdar Famagosta, bisogneria 5000 homeni; e quando za do anni fo l’arma’ dii soldam, feno la descrition di ha-ver homeni, pagandoli, che vardaseno Famagosta, et non trovono se non 500 homeni de lì da fati. Item, che in le monizion di Famagosta non è di armar 250 homeni ; sì che, non hessendo arme de lì, bisogneria mandarne. Item arieorda, la reai staria ben a Famagosta, e za do anni molli citadini hanno da si fato questa deliberation, et, parti da Nichosia, sono venuti ad liabitar in Famagosta, per star lì et difender la terra e slar più securi ; è mia 30 lontan Famagosta di Nichsia. Item, disse di le tavalete, qual hanno fato gran damno. Non hanno fomenti in l’ixola per il viver lhoro; pur esso, con li consieri, juxta li ordeni di la Signoria nostra, feno cargar do nave, zoè Marconi et Brocheta, di la qual nave fo discargà moza X milia, per esser tròpo enrga e feva aqua. Item, ne comprono di Dannala moza 12 tnilia; et sperano aver biave di la Soria. Conclude, le cavalete à diserta quella ixola, et hanno lassa le vuove su la terra; sì che etiarn uno altro anno sarà pochissime biave. E nota : 100 moza di Cypri è stera 38 nostri. Poi disse, l’intrada esser ducati i)0 milia, nia si astenta a scuoder, per causa di le cavalete. Nel suo tempo à mandà in questa terra, tra contadi et for-menti, ducati 37 milia, e presentò li conti. E nel suo compir restava aver ducali 4000, di li qual, poi con-signalo il rezimento al successor, scosse ducati500 in zercha, li qualli in groppi fe’ venir soi fioli dentro e li presentò a la Signoria; i qual vano al consejo di X. Item, dete ducali 200, ave dii capitanio di Famagosta. Disse esser debitori in quella camera di Cv-pri per ducati XX milia, e per causa di le cavalete non è sta potuto solicitar il scuoder, c tinnì non è stà usa la diligentia si doveva ; et restava aver ducali 1500, crede sier Sabastian Tiepolo, sopracomito, che reslò li, li porterà con lui, et si averà ; e elio uno sullo dazier è debitor in camera ducali X milia e più a le gabelle; e che il dazio di la tentoria dà ducati 2000 a l’anno, zoè di zambeloti e samiti. Item, disse sono assa’ poveri su quella ixola, e il corner' cliio con la Soria è quello li mantien. E clieòstà, por il consejo di X, banditi di l’ixola li saraflì; ò mala deliberation, ma bisognava darli coinpensso nel spender et limitarli la valuta e non bandirli. p0 laudato de more dal principe etc. Noto: questo fu fiol di sier Bernardo, cavalier, procurator, et oralor summo. À 7 fioli maschij: Lunardo, Bernardo, Zu-stignan, Marco, Ilironimo, Benedelo et Zuanne, et tre fiole, maridate in sier Jacomo Soranzo, f0 dal banco, in sier Vetor Lippomano, fo dal bancho, in sier Barboni Morexini, et. .. in caxa da maridar, per la qual cossa andoe in Cypri, per vadagnarli la dola. Veneno tre zenoesi, con uno breve dii papa, 127 dato a Corneto, a dì 25, e una letera di l’oralor nostro. Per il qual, il pontifice scrive a la Signoria, voi restituir a questi il galion, fo preso da le nostre ga-lie bastarde vicino a Modon et servalo illeso a Cor-phù, e sia consignà a Thomaso di Ferari, zenoesc; et erano robe di Nicolò di Castello, zenoese. 11 principe li usò bone parole, dicendo eramo contentissimi farli restituir, et cussi per amor dii ponlifìce ; et (0 ordinato la letera a Corfù, restituissi. Di campo, da San Martini, dì provedadori zenerali, date eri, a liore li. Come hanno certo, il campo nimicho esser intrato in Verona. E hano