641 MDX, NOVEMBRE. 642 no, e il papa li mostrò a li dilli oratori, sotoscriti di mano dii re e di quel suo Ruberteth; adeo che li oratori li parse gran cossa, et Engaltera e Spagna ne lolseno copia autenticha, et alla mandata a li soi re. Crede e ti am quello di Maximian facesse il simile. E questo fo il parlar, che fece eri il papa a questi tre oratori ; i qualli li parsse gran tradimento. Item, questi cardinali iterum sono entrati su le pratiche di andar dal papa, et Pavia capo, ma non si scopre ; et fa che Flisco e Volterà dicono lhoro e lutto il colegio, che non fanno altro che dir si lazi acordo; e cussi ozi doveano andar a palazo tulli li cardinali, e San Zorzi, capo di colegio, far le parole, ben che ’1 non senta, pur à paura de questi cardinali, per il papato. Tamen il papa non voi acordo e voi Ferara ; e questi francesi vanno facendo menor partili al papa, che li fanno vegnir mille colore. 11 papa, come ha scrilo molle fiate, è disposto in ben, ma è misero e non voi spender, perchè, si ’1 spendeva, si era hora sul stado di Milan, e che ’1 marchexe di Mantoa fosse passado a tempo ; et è noto a tutti, el marchexe è stato causa, eh’ è sta pessima cossa per nui. 11 papa ha a le spalle persone, che non lo lassa perficer le cosse ; poi à natura dificile, perchè non è homo di poter sperar ni desperar de lui, à natura dificile im praticharlo, e questi lo cognosce, e se dubita non lo voltano, poi sta in lelo, non poi veder 319* li tradimenti li sono faeti ; e si ’1 non era anialato, lui im persona con una colora saria andato a Modena, a sbigotir Ferara. Eri fo il Cardinal Nantes et il Cardinal Luzemburg dal papa, eh’ è francesi, confortandolo a lo acordo. Il papa disse : Sete venuti a tempo; e li mostrò li capitoli dii re, diti di sopra. Tamen questi cardinali tutti anderano dal papa, ma anderano frustra; pur è da temer tanta solici-tudine di costoro, perchè li ministri dii papa voi cussi, e fanno far queste opere etc. Il papa è gajardo e constante in non voler acordo, ma voi Ferrara omnino. Item, li campi ozi si leverano, perchè più non piove, licet sia nivolo, e anderano a Ferara ; ma prima a la Mirandola, per tuorla. Siamo su l’inverno ; dubita non si farà cossa bona. Il pezo nostro è star su la spexa, eh’ è impossibele ; e si '1 danaro non ne mancha, non è dubio saremo vincitori, ma con faticha e tempo, perchè francesi a tutti sono venuti in odio, ben che li cardinali, il forzo, è con Fran-za, ma lo fanno per li beneficij et entrate lhoro. Il vulgo è tutto conira francesi ; pur che ’1 papa guariscila dii lutto, et che ’1 possi veder li fati soi, e co-gnoscha tandem cui lo inganna. Item, li è nove, 17 fuste di turchi hanno messo in terra a Capo di I Vi&rn dì M. Sanuto. — Tom. XI. Otranto, et ha menato via da 400 anime, et robato el bruxato e falò damili assai. Per letere di Manloa, di Vizenzo Guidolo, zonte eri sera, si ha, il marche-xe dice aver, l’armata nostra versso Zenoa à roto quella di Franza, e le galie bastarde hanno fato il dover; et che nostri ha preso Porto Fin, Porto Venere e le Speze. E sono le letere, di XI. Ozi è di Roma, di XI, et 0 si dize ; si la sarà vera, si ara per mille vie. Il papa, come li ha dito maistro Archan-zolo, sta bene, e fa disordine, e non si guarda, e voi a suo modo ; e si tieo la cossa sua sarà longa. Item, in quella malina si ave, lo arziepiseopo di Ravena stava male. Si dizea, ii papa lo darà al Cardinal Pavia, el qual Irazerà de 20 milia, e lo dà a uno suo nepote di Pavia; si tien, il papa voi far come si fa al porcho etc., tamen 1’ è omnipotente col papa, sa soporlar rebufli, inzurie, etiam bastonate. Alcuni ha opinion lo darà al thesorier ; ma si dice lo darà a Pavia, acciò castigi ravenali, perchè sono tulli marclieschi, e Pavia è nostro gran nemicho etc., perchè il papa à paura, che Ravena non li'rebelli. Item, li danari dii duclia di Termeni è zonti qui; el ducha, con le zente, è ussito di Verona et si aspeta. Item, domino Zuan Antonio Orplieo sarà fato episcopo carinolensis in Reame, vai ducati 400 ; il papa ge 1’ à promessa. Sumario di una letera di sier Zuan Vituri, 320 provedador in la Patria di Friul, data a dì 12 novembrio 1510, in TJdene, drizaia a sier Lorenzo Vituri, suo fratello. Come luni passato si ave gloriosa vitoria conira li inimici. Et avisa la Signoria dii tutto, a confusion di quelli tristi stratioti, che se partiteno vergognosamente de li, con li qualli, si havesseno voluto prestarli ubedienlia e far el debito suo e montar a cavallo, quando da lui erano recidesti e pregadi, senza dubio si haria fato bon frulo, e quella povera Patria saria sta ajutata. Et vedendo non haver potuto operar cossa alcuna con li diti stratioti, a di 9 dii presente, havuto per exploratori nostri, che i nimici si fevano licito ussir de Goricia ogni fiala che li pareva, scrisse a domino Thodaro dal Borgo, a Gradiscila, che se metesse in bordine con li soi cavalli, e che ’1 si voleva far veder a li nimici, e che ’1 cavalcherà li, con domino Alvise da Porto e alcuni pochi stratioti, qualli erano venuti de Risina ; dal qual à ’uto bona risposta. Scrisse poi a Udene, che facesse montar a cavallo li stralioti; e si metesseno a camino, a bore 5 di note, versso Gradiscila, perchè lui, 41