MDXI, GENNAIO. 780 defender e veder quello ha ad esser dii sangue mio. Sta in grandissima expectation di licentia, edize: Poi tornerò. E scrive, si la Signoria li dà licentia, le 399 cosse de lì anderano male ; 1’ è amato da tuto il campo e condutieri, e ha fato una praticha mirabele di ogni cossa ; luto va im pope ; lui mete li ordeni ; e si non fosse stato le nostre zente, mai quelle dii papa arebeno fato nulla. Da l’altro canto, vedando il pro-vedador in questi affanni, dubita qon si possi far cossa a proposito di la Signoria nostra, perchè el vede persso e di mala voglia, e zeine. Si lo levano di qui, è mal; si lo lassano, rimagnerà di pietra; è incanta-do. Era amato da tutti, e feva con pochi danari star quieto il campo. Conclude, non sa far juclizio, qual sia meglio per il slado, o levarlo, o lassarlo fino che questo caxo di Filippo non sia expedito. Si doveva levar de lì questa septimana ; non sa quello sarà. Non resta di confortarlo; ma non z’ è ordine. Item scrive, il signor Troylo è ritornato, corso fino a Guastala, im parmesana, fato uno bono butin de animali, e forssi 30 boni cavali, et sachizato le vile ; li francesi, che erano lì, si salvorono nel castello di Guastala. È stato eìiam con il signor Troylo el Sbroiavacha, eh’ è ben in hordine; hanno fato bon bulino. Il papa ha ’uto piacer grande. Lui voleva, il provedador andasse dal papa per dirli tal nova; non è stà póssibele ; zerne e sta di mala voglia ; sì che non vede che ’1 provedador possi far bene, si ’1 non è^spazato il fiol presto e bene, perchè ha l’animo conquassato e pieno di fastidij. Scrive, sue lelere, di XI et 20, copiose, fonno perse; e le parole dise il papa, poi preso la Mirandola, che non feze altro cha parlar, e dir: Ferara! Ferara! e chiamar el provedador e l’orator, e raxonò cussi sul loto meza hora con llioro; et le letere dii provedador erano importante. L’orator Donato è stato in ca-. stello dal papa, secondo 1’ ordinario, per meter sesto a 'le cosse ; mai è stà póssibele el provedador babbi potuto andar; sì che vede le coSse in mal termene. Li nostri hanno comenzato a mandar le ar-telarie versso Sermene, dove voi esser il papa etc. Dii provedador Griti, da V Abatia, fo letere, di.....Dii zonzer lì con il campo, partito di Montagnana, e il governador zeneral. Et ha lassato in Montagnana el conte Bernardini, con la sua compagnia et fanti. Di sier Zuan Diedo, provedador. Dii zonzer a Sermene 5 pezi nostri di artellarie ; il ponte è eonzo, e tutto sta bene, et si prepara per il campo. Fo principiato a pagar le barche, numero 14, expedite; et si farà il resto, lino numero.....E sier Zuan Moro, capitanio zeneral im Po, è qui, e pone hordine a queste barche. Ritorna capitanio, ut supra. In questa malina fo sposato do done, videlicet la sorela di sier Nicolò Venier, in sier Piero Antonio Moresini; la tìa di sier Andrea Bragadin, in sier Antonio Gradenigo; unde a questi do parentadi fo tuta la terra et done assai. Fato pransi a numero 300 et più per caxa. Et a cha’ Venier fo dà la festa ai compagni Inmortalli; cossa nova. Fo signor sier Zuan Francesco Loredam, di sier Marco Antonio. Da poi disnar fo colegio di savij, ad consulen-dum la parte di debitori. El colegio dii cousejo di X tutto ozi si reduse, 399 * fino 4 hore di note. Examinono la matina sier Nicolò •Vendramin e sier Filipo Capello; e iterimi, poi disnar, il Capello e altri. Si dice, Zuan Francesco Costa à ’uto corda. Quello sarà, scriverò. Noto. Eri seguite cossa notanda in quarantia criminal; che una sententia, fata per sier Alvise Moce-nigo, el cavalier, olim provedador zeneral a Treviso, contra Zorzi Francho, era suo secretario, che lo confinò in questa terra per anni X, et restituir etc., hor fo intromessa da tutti 3 li avogadori, videlicet sier Piero Contarini, sier Nicolò Dolfim, sier Gasparo Malipiero. Et, citado il Mocenigo, rispose: Fiat jus. Et tutti li 40, pregadi. Et cussi, introduto il caso per sier Nicolò Dolfim, avogador, et leto le scriture, andò la parte di tajar la dita sententia. Ave 6 de sì, il resto di no ; et cussi fo fata bona. È cossa notanda. Di la -Mirandola, di V orator Donado, di 27. 0 da conto più dii solito. Et etiam vene sier Lodovico Falier, quondam sier Thornà, stato fin borra in campo col provedador Contarini ; et vene per la fama de esser perita la galia di suo fratello, sier Piero Antonio ; tamen non è certa. Et fo dito una nova, che ’1 dito sier Piero Antonio con 17 ho-rneni era scapolato. Di sier Hironimo Lipomano, a sier Vetor, suo fratello, date in la Mirandola, a dì 27, a hore 2 di note. El papa, con neve, tuto ozi si à fato portar per questa terra. Ha fato far comandamento, che tutti li fanti eschano; e lui im persona si acostava a le caxe, faceva bater, aziò li fanti ussisseno, soto pena di la forcha ; et non ha persona de chi fi-darse, e fa lui medemo li fati soi. Dize, voi partir sabato di qui, et ha mandato a ordinar le stanzie a Sermene et li altri lochi. E il ducha di Urbin li mandò a dir, che lui comenzava'a prepararse per andar, et che il papa ordinasse a li venitiani. Il papa subito